Calla

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Domanda: Calla

Salve,

ho acquistato a fine febbraio una calla colorata già fiorita, da circa venti giorni è sfiorita.

Ho letto sui vostri articoli che la pianta una volta sfiorita non va innaffiata ed i fiori non devono essere recisi, il dubbio mi ha assalito da quando mi sembra di vedere spuntare delle foglioline nuove e le altre mi sembrano un pò indebolite, non so in questo caso come comportarmi, la pianta è posizionata in un luogo non troppo soleggiato, durante il giorno spesso la pianta viene portata sul balcone, vi prego di darmi un consiglio.

Ringrazio in anticipo per l'attenzione.

Saluti Giovanna

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Calla: Risposta: Calla

Gent.a Sig.a Maria Giovanna,

La ringraziamo per averci contattato in merito ai quesiti sulle calle tramite la rubrica dell’Esperto di “Giardinaggio.it”.

La Calla (Zantedeschia aethiopica) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Aracee ed è originaria del sud africa. Al genere Zantedeschia appartengono 3 specie diverse: l’Africana a infiorescenza Bianca; Rehmanni dal colore rosa e Eliottiana dal colore giallo.

Questo tipo di pianta è caratterizzato da avere un rizoma che permette la formazione del fiore solo quando ha una circonferenza di 10-12 cm, da cui si innalza un fusto terminante con uno spadice. Lo spadice è composto da fiori maschili nella parte superiore e femminili in quella inferiore, avvolti da un brattea chiamata spata, dal diverso colore in funzione della specie. La cultivar maggiormente impiegata è la “Perla di Stoccarda” dal colore bianco puro

La sua coltivazione avviene in zone prevalentemente umide perché sono piante che richiedono molta acqua e può avvenire in suolo o in vaso con il vantaggio di poterle riparare dai freddi invernali.

In merito alla Sua domanda riguardo l’annaffiatura, questa dopo la fioritura va gradualmente diminuita e solo quando tutte le foglie diventano gialle si sospende.

Riguardo le piante grasse, queste piante pur appartenendo a differenti Famiglie Botaniche hanno in comune l'adattamento ad ambienti climatici aridi. Per poter sopravvivere in luoghi tanto avversi, quasi tutte hanno subito particolari modificazioni morfologiche, trasformando le foglie in spine e trasferendo la funzione clorofilliana sul fusto che in questo caso si denomina Cladodo. La dimensione di queste piante è generalmente ridotta, ed altrettanto l'accrescimento cosa questa che ne facilita la coltivazione in vaso. Il loro estremo adattamento all'ambiente arido , fa sì che questo tipo di piante sia considerato robusto o tollerante alle disattenzioni sulle annaffiature o per l'esposizione alle alte temperature.

Per opposte considerazioni , presentano invece molte difficoltà in situazioni di scarsa illuminazione basse temperature (il minimo vitale è generalmente di 5° C )

Fra le prime condizioni di riuscita della coltivazione delle piante in grasse in genere avremo per una ottimale ambientazione:

Luce : ottimale in tutte le stagioni ma non eccessiva, vi sono solo rare le eccezioni per alcune che comunque richiedono luce da buona a diffusa .

Temperatura: deve essere non troppo alta nei mesi estivi e non troppo fredda in quella dei mesi invernali. Sarebbe erroneo mantenerle costantemente a temperature fisse medio alte, proprio perchè nei mesi invernali si ha l'induzione alla crescita e alla fioritura e la temperatura ottimale deve restare fra i 5 e i 10° gradi.

Fare sempre attenzione al gelo. Fatte rarissime eccezioni queste piante non sopportano minime al disotto di 0° C.

Annaffiature: allo stato selvatico sono abituate a lunghi periodi di siccità per poi essere sommerse da alluvioni. Nelle coltivazioni amatoriali, è bene sempre moderare le annaffiature mantenendo umido il suolo nel periodo invernale con 1- 2 bagnature al mese, per poi progressivamente arrivare al massimo di 4-5 bagnature nei mesi più caldi.

Terreno : I substrati devono essere caratterizzati da una struttura permeabile e porosa al fine di evitare pericolosi ristagni idrici : quasi tutte le piante grasse prediligono terreno acido e sono consigliate miscele con materiale drenante come sabbia o lapillo.

Riguardo la Sua domanda queste sono piante che non necessitano di frequenti rinvasi per via della loro lenta crescita; tuttavia l'operazione può essere fatta ogni 2 anni con sicuro benessere per la pianta dovuto all'eliminazione di eventuali parassiti ed il ripristino delle condizioni ottimali del suolo

Distinti saluti

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