Azalee in montagna

vedi anche: Azalea

Domanda: coltivare una azalea in rifugio

Buongiorno, parlando di Azalee: dite che esistono varietà da "giardino" e vorrei sapere quali sono. Noi abitiamo in mezzo al bosco e pertanto posso confermare che il terreno è abbastanza acido. Ci troviamo però a 1.300 mt e ci chiediamo se non sia meglio prendere una specie da vaso, in modo da ricoverarla durante la stagione fredda, che qui può essere anche molto lunga. Oppure possiamo lasciarla in terra piena e ricoprirla col tessuto apposito? Inoltre, trovandoci a questa altitudine, ci confermate che sia meglio piantarla in pieno sole? Noi abbiamo un rifugio e pertanto stiamo pensando alle Azalee con lo scopo di colorare il giardino in modo massiccio e di vero effetto, pertanto accettiamo qualsiasi suggerimento, per esempio riguardo a come si comportano...per esempio, se la specie più adatta al nostro posto diventa alta oppure se si allarga come una siepe...Ultima domandina: mi sembra di ricordare che mia nonna aveva una splendida azalea fucsia, in salotto...E' possibile che le avesse messo un bastone di supporto tra i fiori? O mi sono sognata? Grazie e scusate se Vi abbiamo fatto tantissime domande in una volta sola - speriamo di ricevere un Vostro cortese riscontro al più presto perché vorremmo andare in serra oggi pomeriggio stesso... Buon lavoro dalla "Capanna Durmont"
Azalea

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Azalee in montagna: Risposta: coltivare una azalea in rifugio

Gentile Famiglia Ferrari,

le azalee comunemente in commercio possono essere divise in due grandi gruppi, le azalee da interno e quelle da esterno, in effetti tutte le azalee appartengono al genere rododendro, e in particolare vengono chiamati azalee i rododendri di alcune particolari specie di origine asiatica; in vivaio troviamo solo piante ibride, alcune, molto compatte e piccole, sono adatte a venire coltivate solo in casa, perché temono molto il freddo; altre varietà ibride invece vengono coltivate in giardino, perché sono più resistenti al freddo, e perché hanno foglie caduche e quindi nel periodo invernale sono in completo riposo vegetativo. In ogni caso, anche le azalee da esterno sono poco indicate per un rifugio alpino a 1300 m, perché il clima è eccessivamente fresco, e non solo in inverno; le azalee da esterno possono sopravvivere, quando senza foglie, anche a temperature vicine ai -15°C, ma se tali temperature sono associate a neve e sono costanti per molte settimane, rischiate di non trovare più nulla a primavera. Visto che sono piante molto diffuse, e si trovano anche a prezzi contenuti, potete però provare, posizionandole vicino alle pareti del rifugio, in modo che ne abbiano una sorta di protezione, in pieno sole e coprendole con agritessuto all’arrivo dei primi freddi. Per quanto riguarda quelle da interno, andrebbero posizionate sempre a mezz’ombra, perché necessitano di un clima fresco e umido, anche in estate, e il sole alpino di luglio potrebbe asciugare eccessivamente l’aria. Poi in settembre-ottobre potete spostarle all’interno del rifugio, sempre garantendo un clima fresco e umido (quindi se c’è una stufa o un caminetto, posizionatele ben lontane e vaporizzate la chioma regolarmente, per aumentare l’umidità ambientale). Per quanto riguarda l’azalea della nonna, esistono arbusti di azalea coltivati a piramide, con un bastone centrale che sostiene i rami più alti, potrebbe essere il caso dell’azalea che vi ricordate. Detto questo, io amo tutte le piante, ma in particolare amo che in ogni luogo si riesca a valorizzare in modo particolare le piante autoctone, senza per forza cercare piante esotiche o ibridi commerciali; le azalee (o meglio i rododendri) sono un genere diffuso in tutto il globo, esistono quindi anche specie di rododendri italiane; in particolare i rododendri che si sviluppano in Italia sono piante alpine, e sicuramente le conoscete bene. Perché non abbellite le aiuole attorno al rifugio con degli esemplari di rhododendron ferrugineum, o di rhododendron hirsutum? Sono molto belli, hanno una fioritura splendida, e amano il clima alpino, anzi, ho provato più volte a coltivarli in pianura, ma con successi di durata brevissima.


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