Solanum jasminoides

Origini e caratteristiche del Solanum jasminoides

L'arbusto sempreverde conosciuto col nome di Solanum jasminoides ha natali sudamericani.

L'etimologia risale però a tempi antichi. Si deve infatti agli antichi romani, che conoscevano il Solanum nigrum (o erba morella) come pianta infestante.

Trattasi di una pianta dal fusto semilegnoso, che può essere rampicante ma anche prostrato, che può raggiungere altezze di alcuni metri. La forma tipica delle sue foglie è lanceolata o ovale.

Fiorisce nel periodo compreso fra aprile e settembre inoltrato o ottobre.

I colori dei suoi fiori, riuniti nei caratteristici "mazzetti", sono bianco-rosa o bianco-celesti. C'è però una varietà che dà fiori bianchi. Si chiama varietà Album.

Per dar vita ad una coltura razionale si può suggerire di legare i suoi rami a una griglia di plastica fissata su una parete.

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Classificazione biologico-scientifica

solanum jasminoides Nel regno delle Plantae, il Solanum jasminoides appartiene alla famiglia delle Solanaceae, ordine Solanales, classe Magnoliopsida, divisione Magnoliopyta, dominio Eukaryota.

Al momento le specie conosciute risultano essere 1.400, e possono essere di tipo annuale o perenne.

E' importante chiarire subito che alcune di tali specie sono molto pericolose per l'uomo, in quanto velenose. Contengono infatti alcaloidi.

Le altre invece generano buoni frutti o tuberi che possono essere mangiati. La pianta rappresenta anche cibo prelibato per i Lepidotteri.

I fiori che genera hanno 5 sepali e 5 petali, mentre il calice ha una forma campanulata.

L'ovario è molto fertile, nel senso che riesce a contenere numerose uova. Anche gli stami sono 5.

I frutti di questa pianta si presentano come bacche succose. Le specie selvatiche danno frutti di dimensioni molto più piccole.

L'arbusto ha caratteristiche foglie lucide portate da rami sottili, flessibili.

Può raggiungere una lunghezza notevole, fino a 6 metri. Si tratta di una specie che è meno rustica di altre.

Genera fiori "stellati" con colorazioni azzurro-porpora. Tali fiori sono prodotti nel periodo compreso tra aprile e ottobre.


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Varietà e consigli sulla fioritura

solanum jasminoides Oltre a essere molto diffuse nell'America del sud si possono trovare in Australia, Madagascar, Messico e perfino ai Caraibi.

Tra le specie più importanti devono essere menzionate l'aethiopicum, l'americanum, il betaceum, l'ellipticum, il jamesii, il lycopersicum, il melongena, il muricatum, lo pseudocapsicum, il torvum, il tuberosum, il wendlandii.

Nel nostro Paese risulta la presenza di due specie in particolare e precisamente Solanum dulcamara e Solanum nigrum.

Prima del periodo relativo alla fioritura è opportuno accorciare i rami di questa pianta per un terzo circa della loro lunghezza. L'operazione va effettuata alla fine del periodo invernale.

Conservando una vegetazione più compatta, la salute complessiva dell'organismo vegetale ne trarrà benefici e si potranno così ottenere fioriture più significative.


Coltivazione e cura

solanium Chi desidera provare a coltivare la pianta deve sapere che questa pianta rischia di non sopravvivere a temperature inferiori ai 3 gradi. Devono quindi essere posizionate in aree soleggiate o almeno semiobreggiate e coperte con del tnt durante i freddi mesi invernali. Questa pianta sopporta invece bene il vento.

Le operazioni di annaffiatura vanno effettuate nel periodo che va da marzo a settembre.

L'acqua, fondamentale valore nutritivo, va somministrato con cadenze regolari, avendo cura di fare asciugare bene la terra tra un'operazione e l'altra.

L'apporto dei concimi va dato ogni 15-20 giorni.

Se le foglie ingialliscono o, peggio, cadono vuol dire che l'annaffiatura non è adeguata, cioè le quantità d'acqua sono eccessive.

Se le bacche cadono vuol dire invece che l'annaffiatura è insufficiente, scarsa.

Per quanto riguarda le tecniche di moltiplicazione può procedersi mediante taleazione, operazione molto facile, che consiste nel prelievo della parte superiore dei rami.

Nemici dichiarati dell'arbusto sono gli acari (una sottoclasse di aracnidi che hanno il cefalotorace fuso con la parte addominale) e gli afidi (detti anche pidocchi delle piante, facenti parte dell'ordine di insetti fitomizi dei Rhynchota). Questi ultimi possono attaccare i fiori e le foglie della pianta, succhiandone quindi la linfa fino a rendere la pianta appiccicosa. Per eliminarli è necessario fare uso di insetticidi adeguati.

Se la pianta presenta invece delle macchie scure, vuol dire che è stata colpita da muffa grigia, cioè da un fungo. In questo caso sulle foglie compariranno progressivamente velature di polvere che vanno rimosse tempestivamente, per poi procedere con un trattamento anticrittogamico specifico.