Uva spina

Caratteristiche generali dell'uva spina

A differenza dell'uva classica che nasce dalla pianta della vite, l'uva spina viene prodotta da un arbusto appartenente alla famiglia delle sassifragacee, ovvero la stessa del ribes. Il nome caratteristico deriva dalla presenza di spine su rami e branche, che hanno una lunghezza di circa 1 cm, quindi piuttosto robuste. I fiori si sviluppano singolarmente o in gruppi di due o tre, e producono un frutto dall'aspetto di grossa bacca oblunga. Ricorda il ribes, se non fosse per il suo colore e per la sua grandezza che arriva fino ai 25 mm di diametro. Il colore del frutto può variare dal verde acerbo fino al violetto a seconda della specie coltivata, ma conserva in ogni varietà una buccia trasparente che lascia intravedere il sistema vascolare dell'acino. Il sapore è dolciastro, ha un odore intenso e profumato ma non è sempre gradita e per questo meno richiesta delle uve classiche. La sua origine risale all'Inghilterra del 1700, ma si è diffusa quasi subito in tutta Europa grazie al clima temperato del Continente.
Uva spina

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Varietà di uva spina

Uva spina frutto Le varietà disponibili in commercio sono davvero tante. Le specie americane, come nel caso dell'uva fragola, sono molto più resistenti a malattie e parassiti e si adattano bene anche al clima italiano. Ecco perché molti portainnesti provengono dall'estero. Essendo l'Inghilterra il paese d'origine di questo frutto, le varietà britanniche sono le più numerose e quelle facilmente riconoscibili, in quanto più comuni. Un esempio è rappresentato dalla Careless, la quale si caratterizza da grosse bacche verdi molto simili alle sorelle White Smith e Leveller. La Vinham Industry invece, ha il colore violaceo delle uve nere da tavola, ma naturalmente la forma della bacca e il sapore particolare ne identificano subito le differenze. L'uva spina americana invece, viene utilizzata principalmente nell'industria di prodotti sciroppati. La forma piccola e tonda delle sue bacche, si adatta molto bene all'utilizzo di macchine durante la raccolta, ideale per la produzione industriale. La più famosa uva spina americana è la Poorman, facilmente riconoscibile proprio dai suoi piccoli acini rossi.

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Coltivare l'uva spina

Coltivazione uva spina Questo è un'arbusto facilmente coltivabile anche in giardino, a patto che le condizioni climatiche dell'ambiente circostante non prevedano forti gelate. La pianta infatti non sopporta climi rigidi, mentre si adatta molto bene al clima caldo o temperato. Prima di impiantare è bene concimare il terreno con letame maturo in modo da ottenere un ambiente ricco di fosforo e potassio. Gli arbusti vanno allevati a controspalliera e i nuovi getti devono essere legati più volte durante il ciclo vegetativo della pianta. Per ottenere lo spazio necessario al suo sviluppo, anche se meno vigoroso rispetto al ribes, le piantine vanno posizionate ad una distanza di circa 25 cm le une dalle altre. Come per la coltivazione dei piccoli frutti, la prima pacciamatura viene data al momento dell'impianto utilizzando teli di tessuto, mentre per le successive si potranno utilizzare teli di plastica e pacciamature di materiali organici. La raccolta viene fatta in estate, tra giugno e agosto, tagliando i grappoli al di sotto del peduncolo, per cui risulta essere anche più rapida di quella dell'uva classica.


Uva spina: Malattie dell'uva spina

Oidio Come molte piante arbustive, l'uva spina è soggette a malattie degenerative, causate principalmente da infestazioni fungine. Nel caso di questa particolare pianta, il nemico principale è l'oidio, che attacca principalmente la varietà rossa. Il batterio s'insinua nei vasi linfatici della pianta producendo uno strato di muffa bianca sia sulle foglie che sul frutto. Questa particolare caratteristica identifica l'oidio con il mal bianco, malattia comune anche nella vite. Il patogeno si sviluppa in ambienti umidi e prolifera quando sulle foglie si deposita uno strato d'acqua che funge da veicolo alla propagazione. Per evitare l'insorgere di tale malattia è bene irrigare l'arbusto nel terreno e mai direttamente sulle foglie, ma soprattutto quando il terreno denota siccità. In questa maniera si evitano i ristagni d'acqua che sono la principale causa dell'infestazione. Se nonostante questo le piante mostrano segni d'infezione, la cura chimica è l'unica in grado di debellare il fungo.


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