Piante cactus
Per organismi vegetali perenni succulenti intendiamo le piante che sono provviste di parenchimi acquiferi, tessuti spugnosi che servono a trattenere quantità anche notevoli di liquidi per così dire di riserva. Se è vero che la natura non smette mai di stupirci, va detto che si resta affascinati davanti alla realtà di un vegetale che nel tempo ha saputo evolvere e raffinarsi in modo da sfruttare al massimo l'acqua ricevuta dalla pioggia, per poi sfruttarla durante i mesi di siccità, incanalandola verso ogni parte dell'organismo che ne ha bisogno. Ed è proprio la permanenza dell'acqua che conferisce ad ogni singola parte il tipico rigonfiamento che rende carnosi fusti, foglie e perfino l'apparato radicale dei Cactus che, ricordiamolo, è una pianta perenne. Le Cactaceae sono dette piante xerofite, vale a dire che si sviluppano in zone aride o meglio sono riuscite a sopravvivere in zone aride proprio grazie alla loro brillante capacità di adattamento a condizioni climatiche davvero difficili. Fanno parte dell'ordine scientifico delle Caryophyllales, classe Magnoliopsida, divisione Magnoliophyta, superdivisione Spermatophyta.
L'acqua ricevuta viene collocata nei vari parenchimi acquiferi che abbiamo citato, presenti in varie parti della pianta, cioè in alcuni tessuti spugnosi composti di cellule tondeggianti di notevoli dimensioni con spazi intercellulari da riempire, dove viene appunto conservato il liquido che sarà rimesso in circolo nei periodi di mancanza d'acqua. Per assicurare una conservazione ancora più efficace, la pianta di Cactus produce delle cere protettive e inoltre produce dei tricomi (una sorta di peli posti sulle superfici esterne) che hanno la funzione di limitare al massimo la dispersione dell'acqua presente nel corpo della pianta mediante traspirazione.
Anche l'assenza di foglie o comunque la loro presenza solo in misura ridotta e la struttura particolarmente tozza e compatta dei Cactus asseconda l'esigenza di trattenere i liquidi, come se la pianta si sforzasse di assomigliare il più possibile ad una sorta di originalissima botte. Il meccanismo della fotosintesi avviene nel fusto della pianta.
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A dispetto dell'aspetto apparentemente rustico, il Cactus è ultimamente molto apprezzato come pianta ornamentale, forse proprio per la particolarità della sua struttura, ma la famiglia delle Caryophyllales cui appartiene è assai ricca e varia e infatti comprende anche barbabietole, spinaci e rabarbaro che sono invece classificabili quali piante da raccolto.
Questo per spiegare che le Cactaceae sono più complesse di quanto erroneamente si crede.
I frutti di Cactus si possono mangiare, basti pensare al fico d'India, molto diffuso anche in Italia perché assai coltivato nelle regioni meridionali.
Esistono Cactus con forme e dimensioni assai differenti. In natura è segnalata addirittura l'esistenza di un Cactus che raggiunge l'altezza più che inusuale di quasi 20 metri: si chiama Pachycereus pringlei, ma esistono anche versioni che definiremmo bonsai spontanei: la specie Blossfeldia liliputana ha solo 1 cm di diametro al massimo del suo sviluppo.
Il nome Cactus viene dalla parola greca kàktos, che significa cardo. Il nome fu attribuito a queste piante da Carl Nilsson Linnaeus, medico e naturalista svedese, nell'anno 1753.
I fiori prodotti dai cactus sono piuttosto grandi e nascono dalle areole, proprio come accade per spine e rami. Va aggiunto che numerose specie presentano una particolarità: hanno una fioritura notturna in quanto la loro impollinazione avviene a causa dell'attività di insetti che agiscono durante la notte, ma anche per effetto degli spostamenti di animali come i pipistrelli. I fiori del Cactus sono bisessuali: hanno un ovario infero e moltissimi stami.
La famiglia ha quattro sottofamiglie e precisamente le Pereskioideae, le Cactoideae, le Maihuenioideae, le Opuntioideae. Queste piante si sviluppano durante i mesi estivi e entrano nella classica fase vegetativa durante l'inverno. Alcune specie hanno sviluppato la capacità di sopravvivere anche a temperature sotto i 15 gradi ed anche questo è uno dei segreti della loro crescente diffusione.
Il catus può essere colpito da fungina o infezione batterica e in questi casi è necessario intervenire rapidamente per evitare la morte della pianta. Bisogna servirsi di un coltello ben disinfettato, ma anche ben affilato, e procedere al taglio della porzione che mostra una caratteristica colorazione scura e l'inizio della formazione di una vera e propria cavità. La zona che rimane scoperta, che non deve presentare macchie scure, deve essere trattata con un funghicida per prevenire la formazione di una nuova infezione.
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