Fior di pesco - Chaenomeles japonica

I Fior di pesco

Il chaenomeles, detto comunemente “cotogno giapponese, cotogno da fiore” o “fior di pesco”, è un arbusto, o piccolo albero, a foglia caduca molto apprezzato per la sua fioritura precoce e variopinta oltre che per suoi frutti. È un’essenza estremamente facile da coltivare e che può essere inserita in tutti i giardini, sia come esemplare isolato sia all’interno di siepi miste, anche con funzioni difensive.

Il nome comune fior di pesco indica un arbusto di medie dimensioni, di origine Asiatica, molto diffuso nei giardini, strettamente imparentato con le mele e con le mele cotogne, il cui nome botanico è Chaenomeles japonica, a ricordare le sue origini orientali; in realtà nei giardini sono ormai diffusi in particolare ibridi di chaenomeles.

Si tratta di un arbusto che in genere si mantiene al di sotto dei due metri di altezza, con fusti eretti, scarsamente ramificati, spesso ricoperti da spine acuminate, a foglia caduca. Il fogliame è di colore verde scuro, ovale o lanceolato, e si presenta dopo la fioritura. I fiori del chaenomeles japonica ricordano molto i fiori dei meli, anche se in genere le specie coltivate in giardino sono molto più fiorifere di una pianta da frutto, e presentano fiori molto colorati, nelle tonalità del rosa, e per questo vengono comunemente chiamati fior di pesco. I fior di pesco sbocciano in piccoli grappoli, ben sparsi lungo i rami privi di foglie, verso la fine dell'inverno, donando all'arbusto un'insolita grazia. Verso la fine della fioritura compaiono anche le foglie, ma sicuramente questi arbusti sono molto più vistosi quando privi di foglie, perchè i fiori spiccano molto sui rami scuri e spogli, che sembrano secchi.

In primavera inoltrata ai fiori seguono piccoli frutti, simili a piccole mele cotogne, di sapore asprigno ed allappante; si tratta di frutti commestibili, anche se possono venire mangiati solo dopo cottura, vengono talvolta utilizzati in composte o marmellate, oppure aggiunti a confetture di altri frutti, per renderle più dense, vista la ricchezza di pectina di queste piccole mele.

Fior di pesco

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Come coltivare il fior di pesco

Fior di pesco Il successo di queste piante in giardino è dovuto in particolare alla loro rusticità: si adattano a qualsiasi terreno e anche ad un clima molto rigido o asciutto.

Trovano posto in un luogo ben soleggiato, vicino ad altri arbusti o come esemplari singoli; con i fior di pesco spesso si creano delle piccole siepi spinose, spoglie in inverno, ma fitte e dense in estate.

Prima di porre a dimora il nostro chaenomeles lavoriamo a fondo il terreno, arricchendolo con del terriccio fresco e con poco stallatico; quindi posizioniamo l'arbusto e comprimiamo con il tallone il terriccio ai lati dei fusti della pianta; annaffiamo la pianta al momento dell'impianto, e successivamente soltanto nella bella stagione e in caso di siccità, poiché i chaenomeles japonica ben sopportano la siccità; una pianta adulta, ben esposta alle intemperie, generalmente non necessita di annaffiature.

In autunno la pianta perde completamente il fogliame, e si prepara al freddo entrando in completo riposo vegetativo, quindi possiamo evitare completamente di annaffiarla durante il periodo freddo; sopporta temperature molto rigide, anche vicine ai -15°C, quindi non necessita di coperture, neppure durante l'inverno più freddo e rigido.

Quando i fiori sono appassiti è bene potare l'arbusto ogni anno, altrimenti tende ad avere uno sviluppo eccessivamente intricato e denso, privando i rami più interni di insolazione e tendendo negli anni a fiorire sempre meno; si asportano i rami rovinati dall'inverno, quelli più sottili o vecchi, e si cima tutta la vegetazione per renderla più compatta.

La coltivazione del cotogno da fiore non comporta grandi difficoltà. È una pianta molto tollerante sia in fatto di clima sia per quanto riguarda il terreno.

Ecco qualche accorgimento per ottenere sempre il massimo da loro.

IL CHAENOMELES JAPONICA IN BREVE
Nome comune Cotogno da fiore, cotogno giapponese, fior di pesco
Famiglia, genere, specie Rosaceae, Chaenomeles, 4 specie
Fogliame caduco
Altezza Da 0,60 a 4,5 metri
Larghezza Fino a 2 metri
Manutenzione bassa
Necessità idrica Medio-bassa
Crescita normale
Rusticità Molto rustica, evitare venti freddi
Esposizione Sole-mezz’ombra
Suolo Normale. Evitare terreni poco drenanti o troppo calcarei

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Caratteristiche del chaenomeles japonica

Il genere chaenomeles (che deriva dal greco e significa “frutto che si fende, si spacca”) appartiene alla famiglia delle Rosaceae e comprende quattro specie e moltissimi ibridi, tutti rustici. Non devono assolutamente essere confusi con il cotogno, appartenente invece al genere Cydonia.

Le specie più conosciute sono la japonica (rinvenuta in Giappone, ma con tutta probabilità originaria della Cina), la speciosa (sempre endemica di tutto il Sud-est asiatico), la cathayensis e la thibetica, scoperta solamente alla metà del 1900.

Questi arbusti, generalmente di dimensioni piuttosto contenute, raramente superiori ai 2 metri, sono composti dai rami vecchi, dall’aspetto arcuato e flessibile, e dai getti nuovi, eretti e vigorosi, entrambi dotati di spine.

I fiori sono formati da corolle semplici o doppie, con diametro massimo di 5 cm. Quelle semplici sono formate da 5 petali arrotondati con al centro un abbondante ciuffo di stami gialli. I colori sono moltissimi: si va da rosso acceso al bianco, contemplando anche il rosa tenue o fucsia e anche il salmone e l’arancio.


Gli "usi" del chaenomeles

Fior di pesco Questa pianta appartiene alle innumerevoli piante utilizzate da decenni nei giardini, negli anni passati era stata parzialmente dimenticata, a causa della moda di avere in giardino piante esotiche e strane, a discapito degli arbusti vigorosi e rustici della tradizione. Ultimamente sembra che stia vivendo una seconda giovinezza, grazie alle sue caratteristiche salienti: fiori precoci, quando il giardino è ancora spoglio, rusticità, spine.

In effetti si tratta di una pianta molto facile da coltivare, adatta anche al giardiniere principiante, che spesso non riesce a dedicare al giardino tutto il tempo che vorrebbe; i fiori sono molto belli e, visto che dopo la fioritura sarebbe bene potare l'arbusto, nulla ci vieta di potare qualche ramo appena fiorito per godere della fioritura anche in casa, in un bel vaso capiente.

Questa pianta poi ben si sposa con gli altri arbusti a fioritura primaverile, come chymonanthus, deutzie o forsizie.

I piccoli frutti possono poi venire utilizzati nel corso dei mesi, come avviene per le mele, se raccolti ancora acerbi e riposti in luogo fresco e buio si conservano per mesi, senza avvizzire; possiamo quindi utilizzarne un paio per ogni kilo di frutti di bosco per preparare una densa confettura, oppure possiamo riporli negli armadi, come facevano le nostre bisnonne, per donare alla biancheria un delicato aroma di mela fresca.

Se ci preoccupiamo della presenza di frutti in giardino, che non desideriamo consumare e che quindi resterebbero attaccati alla pianta, in un lento degrado, in vivaio possiamo trovare varietà di fior di pesco sterili, che non producono frutti.


I fiori e le foglie

I fiori compaiono, tra i primi, alla fine dell’inverno e per questo sono, insieme alla forsizia, uno dei simboli dell’arrivo della bella stagione. Sbocciano direttamente dal ramo, come nel pesco, prima della comparsa delle foglie. Sono un richiamo irresistibile per le api e per altri insetti impollinatori.

Le foglie sono strette e col bordo finemente dentellato, di un bel verde luminoso. Risultano decorative anche in autunno visto che, soprattutto in alcune cultivar, le cromie virano verso il dorato e il porpora.


I frutti del fior di pesco

fiori chaenomeles I frutti maturano in autunno assumendo una bella colorazione gialla con accenni di rosso. Non possono essere consumati crudi, visto che sono molto duri e con un sapore tra l’acido e l’amaro. Con la cottura, però, diventano dolci e possono essere utilizzati per la preparazione di confetture e gelatine. Sono molto apprezzate soprattutto quelle derivanti dalla specie japonica: il loro sapore ricorda quello della guava.

Da crudi hanno il pregio di essere estremamente profumati. Possono essere utilizzati per profumare la biancheria (è sufficiente inserirne uno nell’armadio) oppure le stanze (un singolo frutto sarà sufficiente anche per locali di ampia metratura).


Storia e origini

I chaenomeles sono tutti originari dell’Asia centrale e Sudorientale. La prima specie, la japonica, fu trovata da Thumberg in Giappone alla fine del 1700. Più tardi, da Sir Joseph Banks, venne scoperta anche la speciosa. Entrambe vennero introdotte in breve tempo in Europa, al punto che alla fine del 1800 era già possibile attingere ad un catalogo di più di 40 varietà. I primi ibridi furono ottenuti da G. Frahm nel 1900.


Terreno

terreno chaenomeles Il c.si adatta a molti tipi di terreno diversi. Vanno evitati solamente quelli caratterizzati da una grande presenza di calcio: potrebbe causare la comparsa di clorosi fogliare, con conseguente poca vitalità complessiva dell’esemplare.

Vanno anche evitati, o migliorati, i suoli troppo compatti in cui non sia garantito un buon sgrondo delle acque. In quel caso sarà bene intervenire prima dell’impianto predisponendo sul fondo della buca uno spesso strato drenante e eventualmente inglobando abbondante compost, ammendante organico e un po’ di sabbia.


Esposizione e rusticità

Per ottenere una crescita e una fioritura abbondanti è bene posizionare sempre il fior di pesco in un’area in pieno sole o al massimo a mezz’ombra (possibilmente però ad Est, dove la luce arrivi di primo mattino, specialmente in inverno).

Il freddo raramente è un problema per questa essenza visto che sopporta egregiamente fino a -20°C. Se viviamo in aree alpine al di sopra degli 800 metri può essere una buona idea inserirlo nei pressi di un muro, in maniera che venga protetto dai venti.

Si rivela inoltre un arbusto molto adatto agli spazi urbani: tollera infatti molto bene l’inquinamento.


Irrigazione

Generalmente è necessario irrigare solamente durante il primo anno dalla messa a dimora. Inizialmente si interverrà ogni 15 giorni, per poi dilazionare ad un intervento al mese. Monitoriamo comunque l’esemplare in caso di calore intenso e siccità.

Il calendario del cotogno da fiore
Messa dimora Settembre-novembre/marzo-giugno
Fioritura Da febbraio a maggio, a seconda della varietà
Raccolta frutti Settembre-novembre
Potatura Dopo la fioritura o dopo la raccolta
Semina Primavera (dopo stratificazione invernale)
Talea Fine agosto


Potatura

La potatura si effettua subito dopo la fine della fioritura o dopo la raccolta dei frutti: si devono eliminare tutti i rami che si incrociano, quelli deboli o malati. È importante aerare bene il centro della pianta e darle un aspetto ordinato.

Dopo la fioritura, per favorire l’accestimento, possiamo tagliare i rami dell’anno lasciando solamente due o tre gemme dal basso.


Propagazione

La propagazione del chaenomeles è semplice. Si può procedere per seme o per talea. Solo la seconda, però, ci garantisce il mantenimento delle caratteristiche peculiari degli ibridi.

Semina

I semi vanno prelevati dai frutti maturi e stratificati in sabbia umida per tutto l’inverno, all’esterno o in frigorifero (se viviamo nel Centro-Sud). La germinazione è lenta, ma riesce facilmente e si possono ottenere piante fiorite già entro i primi due anni.

Talea

Si prelevano rami semilegnosi, agostati, di circa 10 cm di lunghezza, da getti laterali. Si spolvera il taglio con ormoni radicanti e si inseriscono in una composta molto leggera e drenante. Manteniamo alta l’umidità, aiutandoci anche con una copertura in plastica. Per ottenere una radicazione veloce bisogna mantenere sempre la temperatura al di sopra dei 16°C. Le piantine possono generalmente essere messe in vasetti singoli già da ottobre per poi metterle a dimora definitiva la primavera successiva


Utilizzi

pesco giapponese Il chaenomeles può trovare diversi impieghi. È ottimo per creare delle siepi rustiche miste con altri arbusti, anch’essi dotati di spine. In questa maniera avrà anche una funzione difensiva. Si abbina molto bene al biancospino, al prugnolo e all’olivello spinoso. Anche l’abbinamento con la forsizia è ottimo, vista la concomitanza delle fioriture.

È possibile allevarlo però anche come rampicante visto che i suoi rami sono lunghi e molto flessibili.

È ad ogni modo pensabile impiegarlo anche come esemplare isolato o per la creazione di punti di interesse con altri arbusti. In origine, in Inghilterra, era molto comune l’allevamento ad alberello.

È una essenza molto adatta alla creazione di bonsai, spettacolari per fioritura e fruttificazione.


Messa a dimora

Il cotogno da fiore viene generalmente venduto in vaso e può quindi essere messo a dimora in qualunque periodo dell’anno, tranne quando il terreno risulti ghiacciato o le temperature siano estremamente alte.

Il momento migliore per procedere è però sicuramente l’autunno, in maniera che in primavera risulti già almeno parzialmente affrancato e possa dedicarsi alla crescita vegetativa.

In piena terra

Scaviamo una buca profonda e larga almeno il doppio del pane di terra. Sul fondo creiamo uno spesso strato drenante, inseriamo poi una buona quantità di stallatico sfarinato e infine la pianta, riempiendo e compattando con il terriccio estratto (eventualmente reso più drenante e aerato con dell’ammendante).

In vaso

Bisognerà optare per una cultivar dallo sviluppo limitato. Il contenitore dovrà avere un diametro di almeno 30 cm e profondo 40. Sul fondo creiamo lo strato drenante e utilizziamo poi una composta ottenuta mescolando terriccio universale con terra di campo in ugual misura.


Parassiti e avversità

Crittogame frequenti sono la ticchiolatura e la monilia. Portano al disseccamento dei fiori e delle foglie, oltre che alla formazione dei cancri rameali. Per la prevenzione è ottimo il rame.

Anche l’oidio si fa sentire, specialmente quando si alternano giornate calde e altre umide: va prevenuto impiegando zolfo bagnabile.

Il cotogno da fiore è, come tutte le Rosaceae, soggetto al colpo di fuoco batterico. Prestiamo particolare attenzione nel caso si manifestino disseccamenti rameali.


Fior di pesco - Chaenomeles japonica: Varietà di Chaenomeles

fior di pesco Chaenomeles japonica: è un arbusto alto al massimo 120 cm, che fiorisce tra marzo e aprile. Si espande soprattutto in larghezza. Fiorisce e fruttifica copiosamente. La varietà alpina ha fiori arancioni, frutti piccolissimi ed è semiprostrata.

Chaenomeles speciosa fiori grandi, dal rosso allo scarlatto. Fino a 3 metri di altezza. È disponibile in molte cultivar.

Chaenomeles cathayensis fiori bianchi con bordi rosa. Fino a 4,5 metri di altezza. Grandi frutti gialli

Chaenomeles x speciosa ibrido. Fino a 2 metri. Numerose cultivar: Nivalis, Falconnet Charlet, Eximia, Kinshiden.

Chaenomeles x superba ibrido, generalmente dallo sviluppo contenuto. Cultivar: Cameo, Crimson and Gold, Elly Mossel, Etna, Issai White