Margotta

Margotta: Generalità

margotta

Questa forma di propagazione, particolarmente impiegata nella coltivazione del melo allo scopo di ottenere portainnesti clonali, è caratterizzata dal fatto che la radicazione viene artificialmente indotta sui nodi basali dei germogli sviluppatisi dal fusto della pianta madre, precedentemente capitozzato a livello del suolo.

Le barbatelle, destinate a divenire piante madri da margotta, vengono poste a dimora in un settore di vivaio specificatamente adibito allo scopo e lasciate sviluppare liberamente durante il primo anno d'impianto.

Appena prima della ripresa vegetativa del secondo anno queste nuove piante madri, denominate anche "ceppaie", vengono sottoposte a recisione totale della parte aerea mediante la capitozzatura del fusticino da attuare a livello del suolo. Dalle gemme rimaste sul moncone di fusto si originano i germogli e quando questi hanno raggiunto la lunghezza di almeno 10 cm si procede a ricoprirne la base con terra fine. Tale rincalzatura viene aumentata gradualmente in diretta relazione al costante allungamento dei germogli fino a che il loro tratto basale non venga a trovarsi interrato per circa 20 cm. Nel corso dell'estate, dai nodi basali prende avvio la rizogenesi; appena prima del riposo invernale, ma già quando la defogliazione è avvenuta, i germogli sono ben radicati ed idonei ad essere asportati dalla pianta madre mediante un taglio effettuato al disotto del punto di radicazione. Le barbatelle così ottenute costituiscono i portainnesti clonali.

Le piante madri, se opportunamente curate, possono fornire materiale di propagazione anche per un ventennio.

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