Crocosmia - Monbreza

Generalità

Al genere crocosmia appartengono alcune specie di piante geofite, le cui radici sviluppano grossi cormi tondeggianti, originarie dell’Africa Meridionale. In vivaio possiamo trovare solo quattro specie di Crocosmia: C. aurea, C. potsii, C. masoniorum e C. paniculata; nel corso degli anni sono stati prodotti numerosi ibridi, e in particolare, molto diffuso è anche un ibrido sviluppato secoli orsono in Francia, Crocosmia crocosmiiflora, chiamato anche Montbretia. Le piante di crocosmia producono lunghe foglie lanceolate, a forma di spada, di colore verde chiaro, brillante, leggermente carnose; alcune specie ed ibridi presentano le foglie ripiegate lateralmente, che tendono quasi a distendersi sul terreno; le specie masoniorum e paniculata, e i loro ibridi, invece hanno fogliame ben eretto e rigido, spesso di dimensioni maggiori rispetto alle cugine. Le foglie possono raggiungere 8à-90 cm di altezza, dando origine ad una ampia macchia di vegetazione; si sviluppano in primavera, e disseccano completamente all’arrivo dell’autunno, anche se, alcune varietà in condizioni di clima decisamente mite anche in inverno, tendono a mantenere alcune foglie verdi anche durante la stagione fredda. A partire dall’estate, tra le foglie si sviluppano sottili fusti, eretti o arcuati a seconda della specie, che portano all’apice numerosi boccioli, che sbocciano in successione; i fiori della Crocosmia sono tipicamente arancioni o rossi, di forma tubolare, anche se esistono varietà ibride gialle o quasi rosate.
Crocosmia

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Coltivazione

Crocosmia Non tutte le specie di monbreza provengono dalla stessa zona dell’Africa, quindi alcune caratteristiche di coltivazione divergono da specie a specie, anche se, in linea generale, si tratta di piante strettamente imparentate con gli iris, con cui condividono buona parte delle caratteristiche di coltivazione. Le specie aurea e pottsii sono originarie di zone dell’Africa con clima temperato caldo, con minime invernali abbastanza alte, abituate a vivere in condizioni semi-ombreggiate, così i loro ibridi. In Italia si trovano più facilmente crocosmie delle specie masoniorum e paniculata, e le varietà ibride, che possono tranquillamente vivere all’aperto anche durante i mesi invernali e prediligono condizioni di coltivazione simili a quelle dei gladioli o degli iris. Le crocosmie quindi si pongono a dimora in una aiola in cui possano godere di almeno alcune ore di luce solare diretta, o anche completamente al sole; non temono i rigori invernali, e quindi i cormi possono venire lasciati indisturbati nel terreno. Necessitano di annaffiature in primavera, soprattutto se sono da poco a dimora, o se il clima è siccitoso, e anche durante i mesi caldi, fino a che le foglie disseccano; si tratta però di piante che ben sopportano la siccità, e che non amano il ristagno idrico, e quindi è consigliabile annaffiare solo in caso di terreno ben asciutto. A partire da quando si vedono i primi germogli, è bene cominciare a fornire un buon fertilizzante per piante da fiore, non eccessivamente ricco di azoto; per evitare di dover annaffiare spesso le piante, è conveniente spargere attorno ai germogli del concime granulare a lenta cessione, che si scioglierà con le piogge. Non amando i ristagni idrici, queste piante vanno coltivate in un buon terreno ricco, ma molto ben drenato; se la terra del nostro giardino è argillosa o eccessivamente compatta, prima di posizionarvi i cormi, alleggeriamo il terreno con del terriccio fresco e con sabbia o ,pietra pomice, per migliorare il defluire dell’acqua. All’arrivo del freddo autunnale, le foglie di MmI cormi possono essere lasciati a dimora per tutto l’anno, rigermoglieranno in primavera.

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Le crocosmie in vaso

Crocosmia Questi cormi possono venire coltivati anche in vaso, a patto di posizionarle in un contenitore molto capiente e profondo; i cormi di monbreza tendono ad avere uno sviluppo particolare, in condizioni di freddo e siccità, i cormi hanno uno sviluppo in linea retta, non in orizzontale, ma in verticale, con i cormi più vecchi che si trovano nella parte bassa della linea di sviluppo, e quelli giovani che si trovano in alto. Quindi, è importante permettere alle radici di svilupparsi anche in profondità, in questo modo il nostro vaso si riempirà completamente di foglie e fiori nel corso degli anni. Riempiamo il vaso con un buon terreno ricco e permeabile, arricchito con poco stallatico ed alleggerito con poca sabbia; l’aggiunta di concime granulare a lenta cessione ci permetterà di evitare qualsiasi tipo di ulteriore concimazione. Le crocosmie sopportano bene la siccità, ma ricordiamo che in vaso il terreno riceve maggiore calore e tende ad asciugarsi più rapidamente, e quindi queste piante, in vaso, possono necessitare di annaffiature più frequenti. Se temiamo che nel nostro giardino il clima invernale sia eccessivamente rigido possiamo spostare il vaso al riparo durante l’inverno, oppure coprirlo con agritessuto; volendo, in autunno, è possibile dissotterrare i cormi, e dividere quelli vecchi dai più giovani, che andranno spostati in un altro vaso, o in piena terra; ricordiamoci che le piante geofite tendono costantemente, di anno in anno, a produrre ulteriori organi sotterranei, che possono dare origine a nuove piante; se quindi desideriamo propagare le nostre specie di monbreza, possiamo semplicemente prelevare i nuovi cormi. Oltre a questo, l’operazione di dissotterramento e srarimento dei cormi è fondamentale in vaso, che altrimenti tenderà irreparabilmente a divenire eccessivamente affollato, impedendo alle piante il corretto sviluppo; questa operazione andrebbe effettuata almeno ogni 2-3 anni.


Crocosmia - Monbreza: Lo sviluppo delle piante geofite

Le geofite, ovvero piante che producono vari organi sotterranei in cui tengono risorse per i fiori dell’anno successivo, quali bulbi, cormi, tuberi, rizomi ingrossati, hanno un particolare sviluppo. Di anno in anno, durante la stagione vegetativa, trattengono in questi organi il surplus di sostanze nutritive; queste permetteranno loro di avere una splendida fioritura l’anno successivo. Le piante si nutrono grazie alla fotosintesi clorofilliana, ovvero attraverso le parti verdi di foglie e fusti; per questo motivo, per fare in modo che la nostra geofita abbia sufficienti sostanze nutritive da mettere da parte per la fioritura dell’anno successivo, è importante, anzi fondamentale, permettere alle foglie dia vere il corretto sviluppo. Quindi, anche quando le piante hanno ormai smesso di fiorire, dovremo permettere alle foglie di svilupparsi in modo ricco e rigoglioso, fino a che non disseccheranno naturalmente, per poi rigermogliare l’anno successivo. La pratica di tagliare le foglie delle bulbose, non appena i fiori sono appassiti, porta con il tempo all’assenza, parziale o totale, di fioriture negli anni a venire.



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