Il frutteto a gennaio

Cura del frutteto a gennaio

Gennaio è, in assoluto, il mese più freddo dell’anno. Al Nord e nelle zone interne il freddo notturno è molto intenso e non è raro che si resti sotto lo zero anche durante il giorno. Nelle regioni meridionali e sulle coste, nonostante il clima più mite, le operazioni che è possibile effettuare all’aperto sono comunque poche.

Possiamo approfittarne per riposarci, approfondire le nostre conoscenze leggendo libri e consultando cataloghi di cultivar, in previsione di futuri rinnovi nel nostro appezzamento.

Non dimentichiamo inoltre il riordino delle attrezzature, il controllo della merce immagazzinata e di monitorare il frutteto in caso di forti nevicate.

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Nuovi impianti

In buona parte della penisola gennaio non è il mese adatto a questa pratica: le temperature sono troppo rigide e potrebbero danneggiare le giovani piantine. Non è raro inoltre che anche il terreno risulti gelato, anche in profondità, condizione che ne rende difficile la lavorazione, nuocendo in seguito all’apparato radicale.

Questa operazione può invece venir presa in considerazione nelle zone a clima molto mite. Per ottenere buoni risultati accertiamoci che il suolo sia solo leggermente umido; l’eccessiva umidità può causare la formazione di bolle d’aria, nocive per l’attecchimento. Lavoriamo in giornate tiepide, subito dopo mezzogiorno, e in posizioni ben soleggiate. Buoni risultati si ottengono solo con piante di discrete dimensioni e con tronco ben formato.


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    Raccolta e conservazione

    frutta invernale È in assoluto il periodo meno ricco: gli agrumi sono l’unica frutta fresca disponibile. Si raccolgono nelle zone a clima temperato ponendo la massima attenzione durante il posizionamento nelle ceste. Ricordiamoci di essere sempre molto delicati nel distacco e di non fare troppi strati. Inoltre evitiamo di appoggiare a terra i contenitori: è proprio in lì che si accumulano le spore causa del veloce decadimento.

    Nei locali di stoccaggio avremo ancora le ultime casse di prodotti dell’autunno. È importante fare regolarmente la selezione: consumiamo o eliminiamo subito i frutti che presentano danneggiamenti o comincino ad apparire troppo disidratati. Kiwi, cachi e pere, se ancora troppo duri o acerbi, possono essere portati a maturazione ponendoli in un sacchetto con delle mele, grazie alla produzione di etilene.


    Potature e innesti

    Quasi ovunque è sconsigliabile effettuare dei tagli: l’umidità persistente potrebbe favorire l’insinuarsi di patogeni all’interno dei tessuti.

    È possibile intervenire solo nelle regioni a clima molto mite e su specifiche piante: mandorlo, pomacee e ulivo. Per le pomacee, un po’ ovunque invece, è possibile prendere in considerazione di operare degli innesti a spacco, da eseguire in giornate il più possibile asciutte e coprendo l’area con materiale apposito.

    Le giornate fredde e asciutte sono anche ideali per la potatura dell’actinidia: lavoriamo nelle ore centrali e facciamo seguire a breve un trattamento con un rameico di pronta efficacia. Il culmine dell’inverno impedisce il diffondersi di pericolose batteriosi: ostacoliamole disinfettando anche gli utensili da taglio, al passaggio da un esemplare all’altro.


    Il frutteto a gennaio: Trattamenti

    albero da frutto inverno Se le temperature non sono troppo basse è possibile compiere un passaggio periodico con prodotti rameici, sulla chioma e sul tronco. Raccogliamo con attenzione tutte le foglie e i residui vegetali rimasti a terra (eventualmente effettuando un taglio dell’erba) e nebulizziamo anche il terreno: può essere molto utile per ridurre la quantità di spore presenti, spesso causa del ritorno di patologie con le piogge di inizio primavera.

    Monitoriamo anche la presenza sui rami di frutti dell’anno precedente: eliminiamoli e, possibilmente, bruciamoli. All’alzarsi delle temperature (almeno 8°C) possiamo (se non lo abbiamo fatto prima) procedere un trattamento a base di olio bianco su tutto il tronco. Ancora più utile è se lo attiviamo con un prodotto specifico per gli stadi svernanti dei fitofagi che ci hanno colpito di più l’anno precedente.