Piante latifoglie
Le piante e gli alberi latifoglie si possono distinguere per la caratteristica di avere il seme avvolto da un frutto, in questo modo risulta protetto e ne viene facilitata la disseminazione. Il fiore delle angiosperme è composto da diverse parti, alcune sterili, sepali e petali, altre fertili, stami. Negli stami si differenziano i pollini che serviranno poi per far nascere nuove piante. L'impollinazione delle piante latifoglie non avviene solamente tramite il vento come per le gimnosperme, ma soprattutto grazie all'azione di insetti o a volte uccelli. Le angiosperme possono essere monocotiledoni o dicotiledoni. I cotiledoni sono foglie embrionali che servono come nutrimento dell'embrione. Le latifoglie possono essere piante erbacee, legnose, arbustive od arboree, a foglie persistenti o caduche.
Le foglie hanno forma molto variabile e i fiori maschili e femminili sono uniti o separati, quindi entrambi sulla medesima pianta o su piante differenti. Le latifoglie hanno la caratteristica, in alcune specie, di far ricrescere i germogli dai ceppi quando la parte aerea, rami e foglie, vengano tagliati o danneggiati dal fuoco. Un'altra caratteristica delle latifoglie arboree è che hanno un legno secondario costituito da cellule di diverso tipo: vasi conduttori, fibre di sostegno e cellule parenchimatiche. Molte latifoglie hanno degli organi di riserva che consentono loro di ricostituire l'apparato vegetativo e la fioritura quando le condizioni ambientali sono favorevoli. Questi organi possono essere il fusto, i tuberi o le foglie succulente come nei bulbi di cipolla o in radici come nelle carote e nel ravanello.
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Le piante della divisione delle angiosperme, quindi delle piante e degli alberi latifoglie appartengono a tipologie di piante diverse, sia ad arbusto, sia arboree, sia erbacee, quindi una diversità piuttosto evidente e che raggruppa numerose caratteristiche diverse. Il Noce, il Castagno, il Pioppo bianco, la Roverella, il Pioppo tremolo, il Sorbo degli uccellatori, il Salice, il Ciliegio selvatico, l'Ontano nero, il Maggiociondolo, l'Ontano bianco, la Robinia, la Betulla, l'Acero montano, il Carpino nero, il Tiglio, il Nocciolo, il Mirtillo, il Faggio, il Frassino, l'Euforbia, il Ricino, l'Olmo, il Moro, il Fico, la Canapa, il Papavero, il Cappero, la Mimosa, il Pisello, la Malva, il Cotone, la Vite, gli Agrumi in generale, il Baobab, il Papiro, il Giglio, il Frumento, l'Orchidea, la Palma, l'Asparago, l'Aglio.
Le conifere sono piante vascolari con semi che sono contenuti all'interno di un cono, sono piante legnose e per lo più appartengono al genere arboreo con pochi e rari arbusti. Le conifere hanno una conformazione tipica con tronco singolo e con rami laterali. Le foglie di moltissime conifere sono aghiformi, con alcune eccezioni con foglie piatte a scaglie triangolari. Il colore delle foglie può variare a seconda della specie, anche se quasi tutte sono sempreverdi e le foglie possono rimanere molti anni sulla pianta. Solo tre generi perdono le foglie in autunno: il Larix, il Taxodium e la Metasequoia. Molte specie di conifere producono una particolare resina che le aiuta a difendersi da funghi e insetti. Gli aghi servono come difesa dalla disidratazione o dalle condizioni ambientali estreme.
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Il nome latifoglie è usato nel linguaggio comune, ma non in quello scientifico. In botanica infatti si parla di angiospe
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Gli alberi Latifoglie appartengono alle Angiosperme, o come si preferisce dire recentemente in ambito scientifico, alla
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