Cycas revoluta

Le cycas, o palme nane

Le cycas sono arbusti sempreverdi, di dimensione media, appartenenti alla famiglia delle cicadacee; il genere conta circa novanta specie, anche se in giardino in Italia si coltiva principalmente una sola di esse, cycas revoluta. Comunemente vengono dette palme nane, nei paesi anglofoni sago palm, anche se in realtà non si tratta di palme; le cicadacee sono tra le piante più antiche presenti sulla terra, sono delle gimnosperme, più vicine come parentela alle conifere che alle palme. Il nome cycas deriva dal greco Koikas, che significa: simile alle palme. La cycas revoluta è un arbusto sempreverde, molto longevo ed a crescita molto lenta, che produce in primavera una rosetta piumosa, di colore grigiastro, che si sviluppa in un gruppo di lunghe foglie, che ricordano le fronde delle palme: sono sempreverdi, rigide e coriacee, lucide, pennate, costituite da lunghe foglioline che si sviluppano lungo la venatura centrale della foglie, molto marcata. Alla base delle foglie verdi, disposte a spirale, si trovano delle altre foglie marroni, corte e leggermente carnose, che fungono da protezione; il fusto è tozzo, di colore marrone, alla sua base spesso si producono piccoli poloni, che possono svilupparsi in nuovi esemplari. Un cycas adulta può raggiungere i 5-6 metri di altezza, ma la crescita molto lenta porta le piante a raggiungere queste dimensioni soltanto nell’arco di decenni; generalmente nei giardini ammiriamo cycas che non superano i due metri di altezza, e difficilmente vediamo cycas con il tronco ramificato.

Queste piante sviluppano anche una particolarissima fioritura; prima di tutto sono dioiche, e quindi i fiori femminili ed i fiori maschili si trovano su piante differenti; il fiore maschile è una specie di pannocchia a allungata, lunga svariate decine di centimetri, di colore bianco o crema; il fiore femminile ha invece forma tondeggiante, ed è costituito da strutture simili a piccole foglie pelosette, alla cui base è ben visibili l’ovario. Quando i fiori femminili vengono impollinati, l’ovario si sviluppa divenendo carnoso, e il fiore ricorda un cesto di piccoli frutti arancioni, simili a prugne di dimensioni minute. I frutti di cycas non sono commestibili, al contrario sono estremamente tossici e velenosi.

Fiore maschile

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Come coltivare la cycas revoluta

fiore femminile Le cycas sono piante diffuse in natura in Africa, Asia, Australia e nelle isole dell’Oceano Pacifico; cycas revoluta è una specie originaria del Giappone meridionale; nonostante l’aspetto di piante estremamente esotica, si tratta di un arbusto decisamente rustico, che può vivere senza problemi nei giardini italiani; sopporta senza problemi temperature minime vicine ai -10°C, anche se può capitare che temperature inferiori che si prolungano nel tempo vadano a rovinare le foglie, lasciando la pianta spoglia: in genere, all’arrivo delle temperature miti primaverili, le cycas rovinate dal gelo producono nuove foglie.

Temono invece le estati fresche, in quanto per lo sviluppo rigoglioso della pianta è necessario che trascorra almeno un paio di mesi all’anno con temperature superiori ai 30°C, quindi non sono adatte a vivere nelle zone montuose, caratterizzate da estati piacevolmente fresche.

Se viviamo in zone con inverni decisamente molto rigidi, è consigliabile coprire le piante con agritessuto. Si posizionano in luoghi semi-ombreggiati, con qualche ora di sole diretto al giorno, possibilmente non nelle ore più calde del giorno. Amano un terreno molto ben drenato, costituito da terra di giardino, mescolata a terriccio universale e sabbia o pietra pomice, per migliorare la permeabilità del terreno; spesso queste piante vengono coltivate in vaso, per poterle spostare agevolmente in caso di clima sfavorevole; infatti in molte zone la cycas in inverno viene coltivata in serra fredda. Non amano particolarmente i rinvasi frequenti, soprattutto se durante il rinvaso si va a toccare o rovinare l’apparato radicale; quindi si rinvasano ogni 2-3 anni, evitando di toccare il pane di terra attorno alle radici, ed evitando di posizionarle in vasi eccessivamente capienti. Gli esemplari a dimora da tempo si accontentano dell’acqua delle normali precipitazioni atmosferiche, in quanto le cycas sopportano assai bene la siccità, mentre temono i ristagni idrici; gli esemplari giovani o in caso di siccità prolungata, è consigliabile annaffiare le piante, ricordando di lavare anche la chioma, per scongiurare la comparsa di cocciniglie. Durante i mesi freddi non necessitano di alcuna annaffiatura.

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Propagare le cycas

frutti di cycas Queste piante si propagano per seme, che le piante femminili producono in abbondanza, o per polloni basali; in entrambi i casi è consigliabile preparare molte piante, perché non sempre attecchiscono, e munirsi di grande pazienza, perché possono servire una decina di anni per ottenere una cycas alta poco meno di un metro, a partire da un seme.

I semi di cycas sono ricoperti da uno strato impermeabile, che permette al seme di sopravvivere all’aperto tutto l’inverno, prima di germinare in primavera, per questo motivo prima di seminare i grossi semi bianchi è opportuno tenerli a bagno in acqua pulita, possibilmente tiepida, per alcuni giorni, in modo da ammorbidire il tegumento esterno; dopo questa operazione si fanno asciugare i semi per alcune ore, mentre si prepara una composta costituita da torba e sabbia in parti uguali, che va sistemata in un vassoio da semina ed annaffiata. I semi si appoggiano semplicemente al di sopra del substrato e si tiene il terreno umido per i successivi mesi; i semi di cycas impiegano alcuni medi per germogliare, durante i quali il vassoio di semina va tenuto in luogo riparato e semi-ombreggiato, annaffiandolo regolarmente.

I polloni basali si staccano dalla pianta in primavera o in autunno; possibilmente si staccano con le mani, ma se si dovesse rischiare con tale operazione di rovinare il fusto della pianta madre, è consigliabile utilizzare un coltello da innesto per rimuoverli. A questo punto della loro vita i polloni sono privi di radici, quindi si lasciano asciugare per un giorno, si spolverano di ormone radicante, e si pongono in terra, immergendoli per almeno un paio di centimetri; si utilizza un terriccio fresco molto ben drenato, e vasi dal diametro di uno o due centimetri più ampio rispetto a quello del pollone; i vasi vanno tenuti in serra in inverno, e sempre in luogo riparato e semi-ombreggiato, e annaffiati quando il terreno è asciutto. Non aspettiamoci uno sviluppo rapido, anche le giovani cycas impiegano anni per diventare cycas alte qualche decimetro, da poter posizionare a dimora in giardino.


Cycas revoluta: Una pianta molto velenosa

piante cycas Le foglie, i semi, i frutti, le radici delle cycas sono altamente velenosi per tutti gli animali, e anche per l’uomo; fortunatamente non hanno odore o sapore particolarmente gradevole per l’uomo, sembra invece che riscuotano qualche successo presso conigli e caprette; se quindi abbiamo alcuni animali in casa, ricordiamo di tenerli lontani dalla pianta, e di educarli a non avvicinarsi ad essa, in quanto l’ingestione anche solo di una piccola porzione di foglia può portare alla morte dell’animale, in quanto le sostanze in essa contenute funzionano come un potente veleno, che rapidamente rovina le cellule epatiche, e causa emorragie interne.

Nonostante la pianta sia così velenosa, viene comunque coltivata per scopi alimentari: in molte zone delle isole del Pacifico le cycas vengono chiamate sago palm, ovvero palme da sago; il sago è una sorta di amido, contenuto nel tronco delle cycas e di alcune palme. Per poterlo utilizzare, le piante vengono abbattute e il fusto viene tagliato, si estrae la polpa biancastra che costituisce il midollo di tali alberi e lo si lava a lungo, per dividere l’amido dalle fibre che costituiscono il fusto. La pasta così ottenuta viene fatta poi essiccare, e se ne produce una farina, utilizzata come la farina di grano, per produrre pane e dolci.

Il processo di produzione del sago elimina completamente i principi attivi tossici contenuti nella pianta.


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  • cycas pianta La cycas è uno di quei pochissimi fili rossi che uniscono direttamente le nostre radici più remote a ciò che ora siamo .
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