Corbezzolo - Arbutus

Corbezzolo

Albero o arbusto sempreverde originario dell'Irlanda e dei paesi che si affacciano sul mediterraneo, che può raggiungere i 9-10 metri di altezza, ma che più comunemente rimane di dimensioni intorno ai 4-5 metri. Ha corteccia grigio-marrone, che si sfoglia; le foglie sono oblunghe-lanceolate, dentate, verde scuro e lucide, simili a quelle dell'oleandro. A fine estate produce innumerevoli fiorellini bianchi, in alcune varietà soffusi di rosso o di verde, a forma di campana; nello stesso periodo maturano i frutti, che quindi impiegano quasi un anno intero per maturare, la particolarità del corbezzolo consiste nel fatto che sulla stessa pianta si possono trovare frutti maturi e fiori contemporaneamente. I frutti sono tondeggianti, giallo-rossi, dolci, con scorza leggermente rugosa, quando sono maturi tendono a cadere dall'albero.

Il nome botanico del corbezzolo e Arbutus unedo L. Si tratta di un piccolo albero sempreverde che raggiunge un’altezza massima di dieci metri. Alcune varietà sono anche più piccole. La pianta, appartenente alla famiglia delle Ericaceae, è originaria del bacino del Mediterraneo, dell’Irlanda, dell’Asia e delle Americhe. La corteccia dell’albero si presenta rossastra e tende a scurire con l’avanzare dell’età.

Corbezzolo

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Esposizione del Corbezzolo

arbutus unen Il corbezzolo ama le posizioni soleggiate, ma si adatta bene nei luoghi semi-ombreggiati, soprattutto se coltivato in zone molto calde; non teme il freddo, anche se le giovani piante vanno ricoverate in serra fredda, o riparate on tessuto-non-tessuto, almeno per i primi due anni di vita. I corbezzoli non gradiscono particolarmente i venti freddi e secchi, anche se si adattano ai venti umidi provenienti dal mare.

Questo albero, nelle giuste condizioni climatiche, è molto adattabile. Cresce bene sia in pieno sole sia in posizione ombreggiata (per esempio sotto ai pini marittimi). Se coltivato al Nord è ad ogni modo consigliabile porlo in un’area calda e ben esposta (per esempio verso Sud), ma facendo attenzione che in inverno risulti riparato dalle correnti fredde (che potrebbero causare disseccamenti rameali e danni a foglie e fiori, compromettendone la fruttificazione).

Il corbezzolo, dopo anni di oblio, sta tornando di gran moda e viene sempre più utilizzato sia come fruttifero sia come albero ornamentale. Questo rinnovato interesse è dovuto alla bellezza dei suoi frutti e delle sue foglie oltre all’innegabile virtù di rallegrare il giardino con la sua fioritura durante l’autunno, stagione in cui le altre piante sono poco attraenti e si preparano al riposo. Inoltre è molto resistente alla siccità e al fuoco, adatto quindi ai giardini mediterranei a bassa manutenzione.

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Arbutus unedo

E’ una pianta con un nome comune che a volte viene usato per esprimere stizza, sorpresa o fastidio. Stiamo parlando del corbezzolo, specie sempreverde e perenne originaria del Mediterraneo. Quante volte sentiamo, infatti, pronunciare l’esclamazione “corbezzoli…!”, che, a sua volta, costituisce un sinonimo di “perbacco!”. Il corbezzolo descritto in questa scheda di coltivazione ha però un preciso nome botanico che vedremo meglio ai prossimi paragrafi.

IL CORBEZZOLO IN BREVE
Famiglia, genere e specie Ericaceae, gen. Arbustus con circa 12 specie
Dimensioni In coltivazione fino a 5 metri; cultivar nane anche solo 2 metri
Nomi comuni Corbezzolo, albastro, ciliegia marina,
Origini Bacino del Mediterraneo, Messico e Sud degli U.S.A.
Tipo di pianta Albero di medie dimensioni, può essere coltivato come arbusto
Fiori A grappoli, bianchi o rosa
Foglie Lucide, verde scuro, persistenti
Rusticità Mediamente rustico (vi sono cultivar molto resistenti); teme i venti freddi;
Esposizione Sole; anche mezz’ombra e ombra (al Sud e sulle coste)
Terreno Di preferenza neutro o subacido, possibilmente siliceo o vulcanico. Ottimo drenaggio
Irrigazione Autonomo dopo il primo anno
Utilizzi Ornamentale da giardino, siepe, grande vaso


Annaffiature

Corbezzolo Non necessita di grandi quantità d'acqua, sicuramente preferisce la siccità agli eccessi di annaffiature; solitamente va annaffiato soltanto nelle annate particolarmente siccitose. E' opportuno interrare del buon concime organico ai piedi della pianta in primavera, per favorirne lo sviluppo ottimale.

È un albero dalle esigenze davvero limitate. Una volta attecchito sarà pressoché autonomo. Il nostro apporto può essere utile durante la prima annata impegnandoci, in mancanza di pioggia, in frequenti irrigazioni. Andranno mano a mano diradate perché l’apparato radicale raggiunga la profondità massima che lo caratterizza.

Al Nord, esclusivamente nei primi anni, può essere utile proteggere la chioma con del tessuto apposito.


Caratteristiche della pianta

Il corbezzolo è un albero di medie dimensioni: allo stato spontaneo può raggiungere anche i 15 metri di altezza mentre in coltivazione raramente supera i 5 metri. L’apparato radicale è particolarmente sviluppato: può infatti arrivare anche a 15 metri di profondità. Ciò lo rende resistente alle fiamme e alla siccità, ma anche difficilissimo da estirpare o da trapiantare altrove. Il suo portamento è espanso ed è caratterizzato dalla presenza di molteplici tronchi dall’aspetto estremamente ornamentale.

Il loro andamento è curvilineo e tortuoso e la corteccia è molto particolare: molto squamosa e fibrosa con sfumature che vanno dal grigio fino all’arancione. La chioma è molto densa e resa attraente dalla grande massa di foglie lucide, verde scuro e retro più chiaro. Il suo aspetto viene ulteriormente valorizzato dalla colorazione delle giovani branche secondarie: un rossastro che crea un attraente contrasto con foglie e tronchi principali.

I fiori, rosa o bianchi, vengono prodotti in autunno (di solito dalla metà di settembre in avanti): sono a campanella (simili a quelli dell’erica) e si raccolgono in bellissimi grappoli pendenti, profumati e particolarmente apprezzati dagli insetti impollinatori.

La particolarità di quest’albero è però legata al fatto che gli esemplari adulti, in autunno, riescono a fiorire e contemporaneamente portano a maturazione i frutti prodotti nell’annata. Sono simili in forma e dimensioni alle ciliegie, ma ricoperti da una buccia dura e dotata di numerose punte. Sono eduli e vengono impiegati soprattutto per la produzione di succhi e marmellate.

IL CALENDARIO DEL CORBEZZOLO
Impianto Ottobre-Novembre (Sud e coste); aprile (Nord)
Fioritura Ottobre-gennaio
Raccolta Ottobre-dicembre
Potatura Agosto-settembre


Terreno, temperatura ed esposizione

Il corbezzolo preferisce i terreni poveri, rocciosi, sicuramente molto ben drenati. In giardino è consigliabile favorire il drenaggio ponendo del materiale grossolano sul fondo della buca in cui vogliamo interrare la pianta, per questo scopo possiamo utilizzare perlite o pietra pomice, possibilmente non troppo fini.

Il suolo ideale per l’arbutus deve essere profondo, ben drenato e possibilmente siliceo, a reazione acida. In Italia le zone d’elezione sono quelle litoranee o quelle vulcaniche. Può tuttavia venire coltivato anche in suoli calcarei a patto che non risultino argillosi e compatti: il suo apparato radicale, difatti, teme particolarmente i ristagni idrici e, una volta affrancato, preferisce di gran lunga la siccità all’umidità eccessiva.

Per la coltivazione in grandi vasi scegliamo una composta per agrumi, cui potremo aggiungere, per alleggerire, un po’ di pozzolana o pietra pomice.

Per favorire il drenaggio conviene inserire nel terreno pietra pomice o perlite grossolana. La temperatura ideale per questa pianta è mite, calda e tipicamente mediterranea. Il corbezzolo giovane teme il freddo e i venti gelidi. L’arbutus unedo ama anche le esposizioni soleggiate ma può resistere anche a quelle semi ombreggiate purché non vi siano temperature basse o gelide e venti freddi e secchi.

La pianta giovane, in particolare, teme molto le temperature rigide e i venti freddi, per tale motivo, nei primi due anni di messa a dimora conviene coltivarla in serra. Nessun problema, invece, se la pianta viene esposta ai venti umidi provenienti dal mare.


Moltiplicazione

Alla fine dell'inverno possiamo seminare i semi di corbezzolo in un miscuglio di torba e sabbia in parti uguali, che va mantenuto umido, in luogo luminoso e protetto, fino a primavera, quando cominceranno a crescere le nuove piantine. I piccoli corbezzoli sono abbastanza delicati, quindi è consigliabile evitare di esporli in pieno sole o al forte vento. Prima di mettere a dimora le nuove piante è opportuno tenerle in serra per almeno due anni. La moltiplicazione può avvenire anche per talea, da praticarsi in inverno, anche in questo caso le talee radicate, solitamente circa il 30% di quelle interrate, vanno tenute in luogo protetto per 1-2 anni prima di essere poste a dimora.


Parassiti e malattie del corbezzolo

Questa pianta non teme parassiti o malattie, anche se talvolta gli afidi neri possono causare qualche danno.

Il corbezzolo tende ad ammalarsi in maniera più frequente nelle zone dove il clima non è proprio quello ideale, come per esempio le zone a clima continentale, come per esempio le città del Nord Italia. Più che il clima è comunque l'esposizione sbagliata che fa più danni alla pianta.

Quando il corbezzolo viene piantato in zone con poca luce soffre, essendo come già detto una pianta eliofila (che ama il sole) e dal clima mediterraneo.

Nei corbezzoli piantati in zone del giardino con poca luce sono più frequenti gli attacchi di afidi e le conseguenti fumaggini, funghi neri che ricoprono le foglie sulle quali cade la melata prodotta dagli afidi.

I corbezzoli piantati in posizioni sbagliate fanno anche più fatica a fruttificare rispetto agli altri corbezzoli ma soprattutto crescono di più in altezza perchè come reazione all'ombra, cercano di spingersi in alto verso la luce.


Foglie, fiori e frutti

Foglie, fiori e fruttiL’arbutus unedo, cioè il corbezzolo, presenta foglie ovali, con margini dentati e di colore verde intenso. I fiori sono formati da circa una ventina di gruppi di esemplari composti da una corolla chiusa nella cui parte apicale emergono solo le punte superiori dei petali. Questa infiorescenza, detta “urceolata”, è tipica di molte piante appartenenti alle ericaceae. Nel corbezzolo, la corolla fiorale mostra solo cinque punte dette “ denti”.

In questa pianta, i fiori hanno un colore che va dal bianco al rosa. Le infiorescenze sono ermafrodite, cioè al loro interno presentano sia gli organi maschili ( stami) che quelli femminili ( ovario). L’abustus unedo fiorisce da settembre a marzo. I frutti sono delle bacche tonde con superficie globosa e polpa scura contenente i semi. La colorazione di queste bacche è prima verde, poi gialla e infine rossastra o aranciata. I frutti, che si formano l’anno precedente, maturano da settembre a marzo e proprio durante lo sviluppo dei fiori. Nel corbezzolo, infatti, fiori e frutti compaiono nello stesso momento.


Concime e irrigazione

L’arbutus unedo va concimato con fertilizzanti complessi NPK, ovvero a base di azoto , fosforo e potassio o con concimi organici da interrare ai piedi della pianta. La concimazione prepara la pianta a resistere ai rigori dell’inverno. Per quanto riguarda le annaffiature, il corbezzolo non ha eccessivo bisogno di acqua. Nei periodi caldi bisogna intervenire ogni dieci o quindici giorni. Le irrigazioni vanno sospese in caso di stagione piovosa.


Rinvaso e potatura

L’arbutus unedo o corbezzolo va rinvasato in primavera nello stesso terriccio usato per la prima messa a dimora. Dopo tre o quattro anni la pianta va interrata a pieno campo. Questa nuova piantagione serve a rafforzarne l’apparato radicale. Il corbezzolo non necessita di potatura. Gli unici interventi riguardano l’eliminazione delle parti secche e danneggiate e dei rami fuori posto.

L’arbutus è estremamente tollerante nei confronti delle potature: può quindi essere lasciato crescere col suo portamento naturale, ma anche tagliato in maniera sistematica per creare delle belle siepi di confine.

Utile può essere eliminare i rami alla base per mettere in evidenza il bel colore della corteccia e la forma nodosa dei tronchi. Un’ottima alternativa è anche la crescita ad alberello, scegliendo, già in giovane età, un unico stelo centrale, il più diritto, da preservare, eliminando gli altri.


Propagazione e malattie

frutto corbezzolo Il corbezzolo si propaga per seme e per talea. I semi si interrano in primavera, in una miscela di sabbia e torba in parti uguali, mentre le talee semilegnose si prelevano in estate. Le talee legnose, invece, si possono propagare anche in inverno. Le piantine nate dai resti della pianta madre si devono tenere al chiuso o in serra per i primi due anni. In seguito, si possono mettere normalmente a dimora.

Il corbezzolo è una pianta molto resistente alle malattie. In qualche caso vi possono essere attacchi di afidi neri o altre avversità causate da terriccio inadatto ed eccessi di umidità. Un terriccio eccessivamente acido può causare la clorosi ferrica, mentre uno poco drenato e umido può dare origine a dei marciumi radicali.

La propagazione del corbezzolo può essere effettuata sia tramite seme (che necessita di stratificazione invernale per poter germinare), sia tramite margotta. Quest’ultima si effettua ad inizio estate su rami da circa 2 cm di diametro. Per l’emissione delle radici può essere necessario attendere anche due anni.


Proprietà e significato

Il corbezzolo possiede benefiche proprietà officinali. E infatti una pianta antisettica, astringente e diuretica. I frutti, inoltre, sono molto ricchi di zuccheri e vitamina C. Vanno dunque evitati in caso di diabete. Nel linguaggio delle piante e dei fiori il corbezzolo rappresenta la stima. Il suo nome botanico, arbutus unedo, venne attribuito da Plinio il Vecchio, il quale usò questo termine in riferimento alla mancanza di gusti dei frutti. Il nome significa infatti “ ne mangio uno solo”. Il poeta Virgilio, nell’Eneide, racconta che i parenti dei defunti usavano porre dei rami di corbezzolo sulle tombe.

NOMEDIMENSIONIFIORIFRUTTIALTRE CARATTERISTICHE
Arbutus Unedo Finoa 5 m di altezza e 4 di larghezza Bianchi, da settembre a gennaio Arancioni, poi rossi, da 2 cm di diametro Necessita di almeno 8 anni per fruttificare. Molto rustico, se riparato dai venti
Arbutus Unedo ‘Compacta’ Fino a 3 metri in altezza e ampiezza Bianchi, da settembre a gennaio Arancioni, poi rossi, da 2 cm di diametro Fiorisce e fruttifica già dai primi anni.
Arbutus Unedo ‘Rubra’ Fino a 2 metri in tutte le direzioni Rosa, da settembre a gennaio.   Molto rustico e resistente alla siccità
Arbutus Unedo ‘Atlantic’ Fino a 2 metri in tutte le direzioni Bianchi, da settembre a gennaio Rossi, fino a 4 cm di diametro Cresce bene anche in vaso
Arbutus Unedo ‘‘Elfin King’ Nanissimo, al massimo 1,5 metri Bianchi, da settembre a gennaio Rossi, di medie dimensioni Adatto a vaso e per siepi basse
Arbutus andrachne Fino a 12 m di altezza Bianchi a mazzetti, ad inizio primavera In autunno, rosso scuro, di circa 1,5 cm di diametro Belle foglie lucide dal margine liscio. Corteccia vecchia rossastra che si sfalda, corteccia nuova verde. Rusticissimo e molto resistente alla siccità
Arbutus x andrachnoides Fino a 9 metri di altezza Bianchi, a novembre   Corteccia rossastra, rusticissimo. Ibrido.
Arbutus menziesii In coltivazione fino a 10 metri Bianchi raccolti in grandi grappoli a metà primavera Frutti piccoli e lisci rosso vivo Foglie dentellate con retro molto chiaro. Corteccia arancione molto ornamentale. Resiste fino a -10°C, adatto a zone umide


Classificazione e origini

corbezzolo Il genere Arbutus è piuttosto ampio: ne fanno parte difatti circa 12 specie. Le più diffuse nel nostro paese (Arbutus unedo, Arbutus andrachne e Arbutus x andrachnoides) sono originarie del bacino del Mediterraneo, in particolare delle aree orientali quali la Grecia, le coste della Turchia e del Mar Nero. In Italia si sono ormai naturalizzate (erano già sicuramente presenti sul territorio all’epoca del Romani), ma sono ugualmente diffuse nelle zone litoranee di Spagna, Francia e Irlanda meridionale (anche grazie all’opera degli uccelli, ghiotti dei suoi frutti e che contribuiscono a distribuirne i semi)

Ha una spiccata predilezione per i suoli silicei e viene sempre più utilizzata per ripopolare le aree colpite dagli incendi, in abbinamento alla quercia da sughero e al leccio: è infatti estremamente resistente al calore e riesce a ricacciare velocemente dalle radici perché queste si sviluppano a grande profondità.

Le rimanenti specie sono invece una scoperta più recente e sono endemiche delle zone caldo-temperate del continente americano (specialmente settentrionale). Tra queste la più diffusa a livello orticolo è senz’altro l’ Arbutus menziesii.


Messa a dimora

L’impianto si effettua preferibilmente in autunno, nelle regioni a clima caldo; al Nord è invece consigliabile procedere alla fine della primavera per dare il tempo alla pianta di affrancarsi prima dell’arrivo delle basse temperature. Scegliamo sempre piante di piccole dimensioni per evitare che l’apparato radicale (dal veloce sviluppo) venga danneggiato irreparabilmente dall’operazione. Ricordiamoci inoltre di scavare una buca profonda, lavorare bene il terreno e rendere ben penetrabili le pareti scassandole più volte con un forcone.


Corbezzolo - Arbutus: Raccolta e impiego dei frutti

frutti e fiori corbezzolo I frutti vanno raccolti quando raggiungono una colorazione rossa molto intensa e al tatto cominciano ad essere cedevoli. Sorvegliamo con attenzione la nostra pianta e agiamo il prima possibile: sono infatti molto appetiti dagli uccelli e rischiamo di vederci rubare buona parte del nostro raccolto! Bisogna inoltre lavorare con attenzione per non rovinare i mazzetti di fiori che porteranno i frutti il prossimo anno!

Possono essere impiegati in molte maniere: senza cottura se ne può ricavare una purea da condire con zucchero e limone e mangiare al cucchiaio.

Diversamente si possono fare ottime e particolari marmellate: di solito è sufficiente metà del peso dei frutti (puliti e lavati) in zucchero e il succo di metà limone. Cuociamo fino a quando la consistenza non risulti ideale: invasettiamo la composta caldissima, dopo aver sterilizzato sia i vasetti sia i tappi. Capovolgiamo i barattoli in maniera che si formi il sottovuoto.