Il pomodoro chilo

Il pomodoro chilo

La coltivazione di un piccolo orto per il soddisfacimento delle necessità famigliari apre la strada alla valorizzazione di varietà tradizionali, meno produttive di quelle moderne, ma più soddisfacenti dal punto di vista organolettico.

Seguendo questo trend le aziende sementiere e i vivai hanno cominciato a proporre un gran numero di ortaggi “antichi”, sviluppati nei secoli in aree specifiche della nostra penisola. Rispetto alle moderne varietà hanno anche il vantaggio di essere state selezionate per specifiche condizioni pedoclimatiche.

Tra queste cultivar tornate in auge possiamo segnalare senz’altro il pomodoro Chilo, originario dell’Italia centrale, in particolare di un’area montagnosa al confine tra il Nord della Toscana e l’Emilia: la Garfagnana.

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Le caratteristiche del pomodoro Chilo

Innanzitutto spiccano le sue dimensioni, mai inferiori ai 500 grammi. In terreni ricchi non è raro che le bacche prodotte per prime raggiungano (e superino) il chilogrammo: da ciò deriva la sua denominazione tradizionale. Non si tratta però di un frutto acquoso: anzi, la sua particolarità risiede nella grande compattezza della polpa che consente di ottenere fette orizzontali anche abbastanza sottili. I semi sono pochissimi. La buccia è compatta e, a piena maturazione, assume una colorazione tra il rosa e il rosso.

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Perché scegliere il pomodoro chilo?

pomodoro chilo La scelta varietale è importantissima per ottenere dal nostro orto un raccolto soddisfacente.

La maggior parte gli ibridi recenti garantisce la produzione di più pomodori, ma il Chilo mole frecce nella faretra. È stato selezionato attraverso i secoli per adattarsi a climi e terreni inclementi, come quelli di montagna. Tollera bene substrati poveri o estremamente compatti senza sviluppare patologie gravi quali il marciume apicale e la peronospora.

Per di più non necessita di irrigazioni frequenti: ciò non farà che esaltare la tipica compattezza dei frutti che godranno, tra l’altro, di una buona conservabilità. D’altra parte non patirà nemmeno durante le giornate più assolate e afose: le scottature sono eventi davvero rarissimi. Ancora più rare sono le spaccature causate da irregolarità nelle irrigazioni, frequenti sulle alture (dove si alternano momenti di bel tempo ad improvvisi e abbondanti temporali).

Se viviamo nel Nord della nostra penisola o in aree pedemontane sarà senz’altro un’ottima scelta: è un pomodoro né precoce, né tardivo. Il raccolto più abbondante si avrà tra luglio e agosto. Eviteremo così di veder bruciare i fiori o i frutticini per delle gelate o perdere parte dei pomodori perché ancora immaturi a settembre.


Difetti

pomodoro chilo Nonostante possa essere ideale in alcune aree del nostro paese, il Chilo non è privo di difetti, specialmente se paragonato ad alcune nuove selezioni. Senz’altro avremo una produzione quantitativamente inferiore (anche della metà) e le bacche avranno calibri quasi sempre poco uniformi.

Un altro aspetto da tenere presente è la limitata reperibilità delle piantine e delle sementi: al di fuori delle aree di diffusione tradizionali la ricerca può rivelarsi ardua. D’altra parte anche conservare anno per anno i semi non è per nulla semplice: nella polpa ne sono presenti pochissimi. Per ottenere un buon numero di piante sarà necessario prelevarli da buona parte del raccolto e conservarli al meglio.


Come ottenere il meglio dalle nostre piante

pomodoro chilo Il pomodoro Chilo è estremamente tollerante e fruttificherà anche in condizioni precarie. Ciò non significa che vada necessariamente trascurato: con una buona lavorazione del terreno e l’aggiunta di ammendanti ci garantiremo un raccolto più abbondante e saporito.

Si consiglia di lavorare l’area già in autunno inglobando una grande quantità di letame stagionato. La dose ideale per il prodotto sfuso equivale a 5 kg al metro quadrato, mentre sono sufficienti 250 grammi di quello compresso. All’arrivo della primavera, prima dell’impianto, è bene aggiungere prodotti dove abbondino in fosforo e potassio. Possiamo far uso di concimi semplici, quali il perfosfato minerale e il solfato di potassio o optare per un prodotto complesso che includa tutti i macro e microelementi.

Importante è predisporre dei supporti stabili, contestualmente all’inserimento delle piantine. Non trascuriamo poi l’importanza della pacciamatura (a base di sfasci o con materiale plastico). Ridurrà gli interventi di diserbo e manterrà il terreno sempre fresco.


Il pomodoro Chilo in cucina

Il pomodoro Chilo trova la sua massima espressione nell’uso a crudo: in insalate miste, in abbinamento a formaggi freschi o per comporre una fresca panzanella. Possiamo usarlo inoltre nei pinzimoni e nelle bruschette estive.

Se eliminiamo la buccia, scottandola velocemente, potremo ridurre la polpa in cubetti e usarla per realizzare un sugo leggero e saporito, adatto a primi piatti veloci e leggeri.

Data la sua compattezza non ha difficoltà a mantenere la forma anche dopo essere stato svuotato: si rivela così il pomodoro ideale da farcire.