Peperoncino Carolina Reaper
Il peperoncino Carolina Reaper è diventato recentemente uno dei più ambiti dai collezionisti perché nel 2013 è entrato a far parte del Guinness dei primati per la sua piccantezza: quindi i suoi semi e anche piantine pronte per il trapianto si trovano abbastanza facilmente in commercio. Oltre all’estrema concentrazione di capsaicina può vantare una buona vigoria, un’abbondante produzione e un aspetto veramente allettante. Possiamo decidere di coltivarlo non solo per provare (con molta cautela!) i suoi frutticini, ma anche per dare un tocco di allegria ai nostri spazi.
Questo innovativo peperoncino proviene dal Sud degli Stati Uniti. La sua creazione è abbastanza recente, ma è frutto di un lungo lavoro di selezione, iniziato secondo alcune fonti già nel 1981. Il suo creatore è il cuoco ed ibridatore Ed Currie che lavora in Carolina nella sua Puckerbutt Pepper Company® (azienda che produce e commercializza semi, piante e salse piccanti); ha effettuato un lungo lavoro di incroci a partire da due peperoncini della specie Chinense, probabilmente un Habanero Red e un ancora più misterioso superpiccante di origine pakistana (alcuni ipotizzano si tratti del Naga Viper, anche se non è sicuro che fosse già disponibile nel 1981). Dopo molti anni di lavoro ottenne una cultivar stabile, riproducibile fedelmente da seme.
Prima che venisse battezzata col nome attuale (una denominzione “commerciale”) era indicata solo con un acronimo, che indicava quale fosse, nella nursery, il suo vaso e la collocazione della piantina al suo interno: HP22B. In pratica si trattava dell’esemplare “B” nel cassone n.22, nella sezione dei peperoncini superpiccanti (Higher Power). La sua attuale denominazione commerciale completa è "Smokin Ed's Carolina Reaper".
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La fama di questo peperoncino è estremamente cresciuta da quando, nell’estate del 2013, ha fatto segnare il record di piccantezza secondo la giuria del Guinness del Primati: i suoi frutti hanno infatti toccato punte di 2.200.000 Unità Scoville battendo il precedente detentore, il Trinidad Moruga Scorpion, , che si era fermato a “sole” 2.000.231 SHU. Secondo varie analisi si è determinato che la piccantezza media (quella che si riesce ad ottenere con una coltivazione mediamente curata) si attesta sulle 1.569.300 Unità Scoville.
IL PEPERONCINO CAROLINA REAPER IN BREVE |
Famiglia, genere, specie | Solanaceae, Capsicum Chinense, Carolina Reaper |
Altezza e larghezza | 80-100 cm per 65-85 cm |
Frutti | A lanterna con”codina”, buccia rugosa, rosso scuro a maturità |
Fiori | bianchi |
Piccantezza | 1.569.300-2.200.000 SHU |
Rusticità | Bassa (mai meno di 12°C) |
Esposizione | Pieno sole |
Germinazione dei semi | A 25°-28°C, in circa 8 giorni |
Necessità idrica | alta |
Terreno | Ricco in materia organica, fresco |
Concimazione | Prodotti ad alto tenore di potassio |
Uso | Orto, vaso |
La pianta è ben proporzionata e di dimensioni medie: può essere coltivata agevolmente sia da chi possieda un orto, sia su di un balcone, inserendola in un vaso piuttosto ampio e profondo.
Le plantule sono caratterizzate da fusto violaceo e con una leggera peluria: gli esemplari adulti possono raggiungere il metro di altezza (ma è generalmente consigliata la cimatura quando raggiunge gli 80) e sono contraddistinti da un unico fusto che si dirama abbondantemente nella parte alta (è sicuramente consigliato l’utilizzo di un tutore). In larghezza occupa di solito dai 65 agli 85 cm.
I fusti sono di un bel verde medio e producono abbondanti e fitte foglie nella stessa tonalità; ad ogni internodo produce abbondanti fiori, di circa 1,5 cm di diametro, rivolti verso l’esterno. I sei petali sono di color bianco crema con sfumature verdastre al centro.
I frutti rappresentano una grande attrattiva visto che, a maturazione, sono estremamente decorativi. Pendono da un piccolo ben strutturato e solido. La forma è la tipica rotonda a lanterna dei Chinense, anche se meno regolare rispetto a quella degli Habanero. Da questi si distingue in maniera netta per il suo fondo uncinato, simile ad una coda che sembra alludere proprio alla sua piccantezza luciferina. A crescita completata raggiungono in media i 6 cm di lunghezza e i 4 di larghezza. Da immaturo è verde chiaro, ma poi diventa gradatamente giallo, arancione e infine rosso scuro. Altra sua caratteristica peculiare è rappresentata dall’esocarpo (buccia): risulta ruvida e piena di piccole escrescenze.
Tagliando in maniera trasversale un frutto si vede che ha forma molto irregolare (ripiegato) e all’interno non vi è molto spazio libero. I semi non sono numerosi e si concentrano all’apice, vicino al picciolo. La polpa è sottile, ma compatta. Risulta invece abbondantissima la placenta, la parte in cui è maggiormente concentrata la capsaicina: questa è talmente abbondante che è quasi visibile ad occhio nudo, concentrata in piccole gocce.
IL CALENDARIO DEL CAROLINA REAPER |
Semina a coperto al Sud | Febbraio-marzo |
Semina al coperto al Nord | Marzo-aprile |
Trapianto a dimora al Sud | Aprile-maggio |
Trapianto a dimora al Nord | Maggio-giugno |
Raccolto | Settembre-novembre (anche fino a dicembre Sud e Coste |
Come abbiamo detto è un peperoncino estremamente popolare ed è semplice in primavera, presso i vivai specializzati in orticole, trovare degli esemplari ben accestiti, pronti per il trapianto in piena terra o in un vaso di maggiori dimensioni. Questa opzione è senz’altro preferibile per chi non vuole dedicarsi alla semina e/o necessita di un solo esemplare.
La semina non è difficile; bisogna però tenere presente che, specialmente al Nord, è necessario ottenere una germinazione precoce seminando, su letto riscaldato, almeno entro fine di marzo-inizio aprile: diversamente si rischia di non riuscire a completare il ciclo vegetativo.
Si può scegliere di porre i singoli semi su dei fogli di carta assorbente o direttamente nei vasetti (per esempio in piccoli vassoi alveolari). Per ottenere una veloce germinazione è indispensabile mantenere alte la temperatura e l’umidità. In particolare non dovremo mai scendere sotto i 20°C: l’ideale è quindi porre il tutto su di un termosifone o su di un apparecchio elettrico (frigorifero, freezer, computer), che lo tenga costantemente riscaldato. I cotiledoni si vedranno emergere in media dopo 7-8 giorni. Per il trasferimento a dimora definitivo sarà in ogni caso necessario attendere almeno 45-60 giorni (anche a seconda della nostra collocazione geografica e di conseguenza del clima).
Il clima ideale per il trapianto vi è da fine maggio a metà giugno. Se coltiviamo un orto ricordiamoci di lavorare il substrato in profondità già nel novembre precedente inglobando abbondante materia organica.
Estraiamo la piantina con la massima delicatezza (le radici sono superficiali e a raggiera, quindi il pane di terra tende a rompersi) e poniamola nella buca, dopo averci inserito un po’ di concime granulare per orticole (ideale è quello per pomodori). Poniamo da subito un tutore di circa 1 m vicino allo stelo principale.
Il peperoncino Carolina Reaper cresce molto bene in vaso a patto che il substrato sia capace d mantenersi fresco a lungo e sia ricco di nutrienti e sostanza organica. Scegliamo un ottimo prodotto per piante fiorite, non troppo torboso. Per migliorarlo possiamo aggiungervi un po’ di terra di campo e di stallatico sfarinato ben maturo. Curiamo anche i fori di scolo e lo strato drenante a base di argilla che porremo sul fondo.
I capsicum non richiedono vasi grandissimi per crescere e prosperare: in genere un contenitore da circa 25 litri, largo quanto alto, è sufficiente.
La crescita va supportata con un concime ad alto tenore di potassio (ideali quelli per pomodori). Scegliamo liberamente un prodotto granulare a lenta cessione (da distribuire ogni tre mesi) o uno liquido (da aggiungere all’acqua dell’irrigazione ogni due settimane).
Teniamo presente che in media, dalla semina alla raccolta passano circa 5 mesi: ciò vuol dire che seminando ad aprile potremo gustare i primi peperoncini a settembre. La completa maturazione dei frutticini richiede come minimo 45 giorni: in definitiva il grosso del raccolto si avrà dalla metà di settembre alla metà di ottobre. Nelle regioni meridionali o sulla costa è però possibile effettuare una raccolta scalare molto prolungata, anche fino alla metà di dicembre.
Il Carolina Reaper è una cultivar mediamente produttiva: a seconda della collocazione può produrre dai 50 agli 80 frutti per pianta: naturalmente il raccolto ottenuto da esemplari in piena terra sarà migliore sia dal punto di vista qualitativo sia quantitativo.
Non è necessario dire che è un peperoncino estremamente piccante. Va usato nelle pietanze con estrema cautela, sia da fresco, sia da secco. La sensazione di calore è praticamente immediata, ma allo stesso tempo è di lunghissima durata, andando ad interessare naso, gola e prime vie dell’apparato digestivo e respiratorio. Se non si è assaggiatori esperti è difficile sentire le altre note presenti: ad ogni modo viene definito come aromatico e leggermente amaro.
Per l’utilizzo in cucina vi sono varietà molto più gustose e piacevoli: il Carolina Reaper rimane per lo più una curiosità per l’eccezionale concentrazione di capsaicina.
Può essere consumato da fresco o essiccato: data la sua consistenza richiede però l’utilizzo dell’apposito apparecchio a ventola (da far funzionare in un locale non abitato, per non irritare le mucose).
Negli Stati Uniti è una varietà registrata: pare che i semi “autoprodotti” possano essere usati per ottenere proprie piante, ma non possano essere rivenduti a scopo di lucro. Ad ogni modo teniamo presente che, specialmente se coltiviamo più di una varietà di peperoncino, per essere sicuri di mantenerne le caratteristiche peculiari è necessario effettuare l’impollinazione manuale.