Papiro - Cyperus papyrus

Generalità

Viene chiamata comunemente papiro una pianta erbacea appartenente al genere delle cyperacee, il cui nome botanico è cyperus papirus; in effetti a questo genere appartengono centinaia di specie, diffuse in buona parte del globo, adattatesi a vivere nei luoghi umidi, sui bordi di corsi d’acqua lenti, o nei pressi di stagni o paludi. In Italia si coltiva spesso come pianta da appartamento, scegliendo specie di origine Africana, che on potrebbero sopportare i rigori invernali; esistono specie che vivono anche nella nostra penisola allo stato selvatico, nelle zone umide del paese. Sono piante erbacee, che producono uno spesso apparato radicale, costituito da rizomi striscianti, ricoperti in genere da brattee scure, simili a scaglie; dai rizomi si sviluppano alcuni sottili fusti eretti, che possono raggiungere i 3-5 metri di altezza, a seconda della specie e del clima in cui vengono coltivate le piante; i fusti sono rigidi, cilindrici o triangolari, di colore verde, e all’apice portano un ciuffo di foglie (o brattee) di colore verde brillante, piatte e nastriformi o anche filiformi o triangolari. In estate, all’apice del ciuffo di foglie, sbocciano piccole infiorescenze, costituite da fiori verdastri, poco appariscenti, a cui fanno seguito i piccoli semi scuri.
Papiro

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Cyperus papyrus

Specie originaria dell’Africa settentrionale, è quella più conosciuta, il cui nome viene attribuito anche alla gran parte delle altre specie di cipero; presenta fusti sottili, alti fino a un paio di metri, e un ciuffo di brattee sottili, filiformi, disordinate, dall’aspetto leggero e piumoso. Esistono varietà nane, che non superano i 25-35 cm in altezza, molto apprezzate soprattutto per la coltivazione in vaso. Questo cipero può sopportare temperature abbastanza basse, ma teme il gelo, soprattutto se intenso e prolungato, e soprattutto se l’acqua attorno ai rizomi ha la possibilità di gelare completamente. Questo papiro si è ampiamente naturalizzato in gran parte delle zone tropicali e subtropicali della terra, divenendo in alcuni luoghi specie fortemente invasiva. In Italia possiamo vedere esemplari di cyperus papyrus allo stato selvatico in buna parte delle regioni meridionali. La fioritura avviene in estate, e i piccoli fiori sono di colore verde-marrone.

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Cyperus Alternifolius (o involucratus)

Papiro Specie di dimensioni contenute, che produce sottili fusti cilindrici, che in genere non superano i 150-180 cm di altezza; le brattee apicali sono in ciuffi non troppo densi, ed hanno forma a nastro, con la punta acuminata, di colore verde brillante; in estate produce piccoli fiori, tra le brattee apicali, di colore verde o marrone chiaro, a cui seguono le piccole capsule con i semi. Questa specie di papiro è originaria delle zone umide del Madagascar, e in genere è quella che più facilmente possiamo reperire in vivai, da coltivare come pianta da appartamento. Infatti, nonostante il papiro possa adattarsi anche in condizioni assai sfavorevoli al suo sviluppo, questa specie tende a rovinarsi completamente se esposta al gelo invernale, e viene quindi coltivata spesso in vaso, in modo da poter spostare i contenitori inca sa all’arrivo dell’inverno. Pianta di facile coltivazione, è difficile vederla in giardino, anche se in gran parte della penisola potrebbe venire coltivata in piena terra senza problemi.


Cyperus gracilis

Specie originaria della zona orientale dell’Australia, decisamente particolare: questo papiro forma densi cespi appiattiti di brattee sottili, simili a spesse foglie d’erba, alte al massimo 35-45 cm; in estate, tra le brattee, si elevano sottili fusti, che portano piccoli ciuffi di brattee minuscoli fiori poco appariscenti. Specie molto decorativa, si trova difficilmente in Italia, anche se le sue caratteristiche peculiari la rendono molto interessante. In natura, questi papiri si sviluppano anche in zone non umide, e possono sopportare periodi di siccità estrema, contrariamente alla maggior parte delle altre specie. In alcune zone questo papiro viene coltivato per preparare tappeti erbosi che resistano anche in condizioni di forte umidità nel terreno, dove la gran parte delle graminacee morirebbero rapidamente.


Cyperus niger

Cyperus niger Papiro diffuso in natura nell’America centrale e nella parte meridionale degli Stati Uniti; nelle zone paludose queste piante si sviluppano in ampie colonie, costituite da sottili fusti allungati, eretti o arcuati, che formano densi ciuffi, simili a erba spessa e rigida; in estate si sviluppano sottili fusti che portano i minuscoli fiori: ogni fiore è sotteso da una piccola brattea marrone o scura; è il colore di queste brattee che da il nome alla specie. Non facili da trovare in vivaio in Italia, questi papiri sopportano abbastanza bene il freddo invernale.


Cyperus laevigatus

Specie originaria del continente americano, diffusa però in gran parte del globo, nelle zone umide; questi ciperi sembrano potersi sviluppare ovunque, anche in condizioni di acqua salmastra, o particolarmente ricca di Sali minerali. Produce ampi cespi di fusti sottili, alti al massimo una sessantina di centimetri, molto simili a quelli di cyperus niger. I fiori appaiono in estate, lungo i fusti, riuniti in una sorta di spighette cilindriche, di colore verde o marrone.


Cyperus haspan

Cyperus haspan Specie molto elegante, e dall’aspetto delicato, originaria del Messico; questo papiro viene spesso coltivato anche in Europa, ma solitamente come pianta da appartamento, in quanto teme il freddo e non può sopravvivere in un clima che presenti temperature inferiori ai 7-10°C. Produce sottili fusti eretti, alti circa 45-65 cm, che portano all’estremità sottili brattee nastriformi, corte, che formano un ciuffo denso e compatto; in estate produce piccoli fiori insignificanti. Questo papiro viene spesso coltivato anche in Italia, ed è possibile trovarlo tra le piante da appartamento; più apprezzato rispetto al comune papiro, in quanto coltivato in vaso produce un cespo fitto di fusti, ma poco sviluppato in altezza, dando un effetto decisamente più gradevole rispetto a molte altre specie di papiro.


Coltivare il papiro

Pur trattandosi di una pianta presente nel nostro paese in natura, allo stato selvatico, tipicamente il papiro viene coltivato come pianta da appartamento, piuttosto che come pianta acquatica lungo le sponde dei laghetti; questo avviene perché la gran parte delle specie di papiro più decorative temono il freddo. Questo non significa che il freddo ed il gelo uccidono necessariamente le piante; anzi, gran parte dei papiri sopportano bene il gelo, anche fino a -10°C, che però causa il disseccamento di tutta la parte aerea, mentre i rizomi entrano in un periodo di dormienza. I papiri resistenti al freddo, una volta giunta la primavera, ricominciano a germogliare, e si sviluppano abbastanza rapidamente. Per evitare che il nostro papiro entri in dormienza, è sufficiente coltivarlo in vaso, e spostarlo in casa durante i mesi freddi. Del resto, queste piante sono molto resistenti, e il cambiamento di clima, dal giardino, all’appartamento, in genere non li disturba troppo. Infatti, anche se in natura queste piante vivono in pieno sole, in appartamento dimostrano di riuscire a sopravvivere anche in condizioni di scarsa luminosità, ombreggiatura costante. L’unica cosa che si nota in questi casi è una leggera diminuzione della brillantezza del colore delle foglie. Non sono piante molto esigenti, in quanto non necessitano di terreno particolarmente ricco o fertile, e neppure di terreno profondo o sabbioso; un qualsiasi terriccio può andare bene, che viene in genere mescolato alla sabbia, per costituire un composto più pesante, che non si disciolga completamente nell’acqua. Se possibile, è sempre bene spostare le piante di papiro all’aperto in estate; se in casa teniamo la nostra pianta in luogo luminoso, all’aperto possiamo posizionarla anche al sole; se invece in casa il nostro papiro vive all’ombra, teniamolo con poco sole anche quando lo spostiamo all’aperto.


Annaffiare il papiro

Le principali esigenze colturali del papiro sono costituite dalle annaffiature: si tratta infatti di una pianta acquatica, che non può sopravvivere a lungo se lasciata in un terreno e in un clima siccitosi. Per questo motivo è necessario annaffiare il papiro frequentemente e regolarmente, lasciando il terreno sempre bagnato, ben inzuppato di acqua, senza preoccuparsi di eventuali ristagni idrici. I rizomi carnosi del papiro infatti possono sopravvivere senza problemi anche in condizioni di perenne e costante immersione nell’acqua. Se abbiamo la fortuna di vivere in zone con clima invernale mite, possiamo porre a dimora il nostro papiro lungo le sponde di un laghetto, in giardino. Se invece dove viviamo l’inverno presenta temperature speso inferiori ai 5-10°C, allora sarà meglio coltivare il nostro papiro in vaso. Per garantire alla pianta un giusto quantitativo di acqua, di solito le annaffiature non sono sufficienti, soprattutto in estate, o anche in inverno, quando in casa è attivo l’impianto di riscaldamento. Per questo motivo, di solito, il vaso del papiro viene inserito in un portavaso ampio e profondo, che viene mantenuto sempre pieno di acqua; in questo modo i rizomi si troveranno sempre sommersi da almeno 10-15 cm di acqua; oltre a questo, il continuo evaporare dell’acqua dal sottovaso, garantirà anche una buona umidità ambientale attorno alla pianta. Ricordiamoci però di rabboccare frequentemente il sottovaso, mantenendo il livello dell’acqua in esso cotennuto abbastanza regolare.


Propagare il papiro

Papiro I fiori di papiro producono innumerevoli minuscoli semi fertili; le piante ottenute da seme però impiegano svariati anni nel dare origine ad un rizoma di dimensioni adeguate a produrre una pianta ben sviluppata; per questo motivo spesso si propagano i papiri semplicemente dividendo i cespi di rizomi. Si procede in autunno semplicemente estirpando le piante da terreno, e porzionando i rizomi, mantenendo per ogni porzione un poco di rizoma e un poco di radici ben sviluppate; le piante così ottenute vengono subito rinvasate singolarmente.

Risulta anche assai semplice produrre nuove piante di papiro per talea; in primavera o in estate, si preleva un fusto ben sano e sviluppato, lo si accorcia a circa un terzo, mantenendo l’apice; il ciuffo di foglie viene spuntato, lasciandone solo 2-3 cm di lunghezza. La talea così preparata viene posta in acqua, ma a testa in giù, ovvero immergendo non la parte bassa del fusto, ma l’apice, con il ciuffo di foglie. Nell’arco di alcune settimane, dall’apice così preparato verrà prodotta una nuova piccola pianta, che potremo piantare in un vaso adatto.


Il papiro, un materiale prezioso

papiro fogli Con il termine papiro, oltre alla pianta, si indicano gli antichi fogli utilizzati dagli egizi per la scrittura. In effetti, ancora oggi, in gran parte delle lingue occidentali, la carta viene nominata con termini derivati dall’antico papiro; questo perché, gli antichi egizi utilizzavano proprio i fusti di cyperus papyrus per preparare i fogli su cui scrivevano. La società egizia basava la sua fiorente economia su un fiume, il Nilo, lungo le cui sponde crescevano in abbondanza enormi esemplari di cyperus; per questo motivo, tale pianta, rappresentava un materiale a basso costo, di facile reperimento ed utilizzo. I fogli di papiro venivano preparati utilizzando i fusti di papiro, direttamente; tali fusti venivano tagliati in strisce, e fatti macerare per ore nell’acqua; in seguito, resi morbidi da tale procedimento, venivano affiancati e pressati, fino a formare dei grandi foglie robusti, resti dei quali furono trovati nelle tombe dei faraoni, e quindi ancora oggi resistono al passare del tempo.


Papiro: Malattie del Papiro

Il Papiro è una pianta originaria di climi temperati ed umidi e necessita di almeno 25°C per vegetare nel migliore dei modi ed inizia a soffrire quando le temperature scendono al di sotto dei 15°C. Detto questo è facile capire che il papiro alle nostre temperature non si trova particolarmente bene in alcuni periodi dell'anno e quindi si deve ricorrere ad una coltivazione indoor che ovviamente non è l'ideale per la pianta.

Coltivando la pianta in appartamento si deve stare molto attenti alle annaffiature ed alle malattie più frequenti in queste piante, ed ora procediamo col passare in rassegna tutte le principali malattie.

Innanzitutto è bene differenziare fra malattie e disfunzioni perchè non sempre un deperimento della pianta è causato effettivamente da una malattia.

Una delle principali cause di deperimento del Papiro infatti è la cattiva irrigazione ovvero un eccesso nell'irrigazione della pianta che porta ad avere in breve tempo marciume fogliare. Un terreno costantemente umido infatti non permette alle radici di respirare, di conseguenza queste marciscono e il marciume si riflette alle foglie che iniziano ad imbrunire alla base presentando delle macchie brunastre.

Uno dei rimedi quando si iniziano a vedere le foglie marce alla base è sicuramente sospendere le annaffiature e tagliare le parti marce sia delle foglie che delle radici.

Un altro deperimento che si può notare in queste piante è la perdita di screziature da parte delle foglie che a causa di una mancanza di luce possono diventare completamente verdi. Un sintomo opposto invece, ovvero la perdita di colore da parte delle foglie, è dovuto ad un eccesso di luce diretta che può portare le foglie a sbiadire.

Sempre restando sulle foglie, un altro fenomeno sintomo di deperimento è il rinsecchimento delle punte delle foglie di papiro, un fenomeno causato da un eccesso di secchezza del terreno e da una scarsezza di umidità dell'ambiente di coltivazione della pianta.

Per quanto riguarda invece gli insetti che colpiscono più frequentemente il papiro, gli afidi e la cocciniglia sono sicuramente gli insetti che attaccano più frequentemente questa pianta. Questi insetti sono molto frequenti nelle piante d'appartamento e si diffondono spesso nelle serre e negli ambienti caldo umidi dovi si trovano piante differenti.

La cocciniglia che attacca il papiro è solitamente di due tipologie: la cocciniglia farinosa e la cocciniglia brunastra. La prima è riconoscibile per il classico aspetto lanoso dal colore bianco. Si rimuove facilmente in maniera meccanica e se l'infestazione è contenuta si può scegliere per una pulizia meccanica delle foglie.