Eremoro - Eremurus
L'Eremurus o eremoro è una varietà di bulbosa originaria dell'Asia centrale appartenente alla famiglia delle Liliacee. Il suo bulbo si caratterizza per essere una radice tuberosa che presenta 2 o 3 gemme. Il genere eremoro conta al suo interno circa 30 specie diverse, accomunate da una certa rusticità che le rende facilmente coltivabili.
Questo genere di pianta viene comunemente chiamata con il nome candela del deserto, denominazione derivante dalla sua particolare forma. E' infatti una varietà caratterizzata da infiorescenze piuttosto vistose, composte da numerosi fiori di piccole dimensioni che si riuniscono insieme in un'infiorescenza a forma di spiga appuntita. I fiori possono assumere diversi colori come giallo, rosso, rosa o arancio. Le foglie sono di color verde salvia. La pianta di eremoro può crescere fino ai 2 metri e i suoi fiori raggiungono anche i 60 cm di lunghezza. La fioritura di questo genere di bulbosa è estiva.
I fiori di eremurus sono piccolissimi, riuniti in infiorescenze a pannocchia appuntita. I colori possono essere diversi: rosa, rosso mattone, arancione, giallo e vaniglia. I fiori dell'Eremurus possono essere lunghi dai 30 ai 60 cm. Non hanno alcuna profumazione. Il periodo della fioritura è l'estate. Sono infiorescenze molto particolari che possono essere indicate per realizzare delle particolari macchie di colore all'interno di qualsiasi giardino.
- pianta perenne rizomatosa, originaria dell'Asia; forma ampi cespi di lunghe foglie lanceolate, di colore verde scuro o verde bluastro, a seconda della specie. I densi cespugli possono raggiungere con ...
- Fiore che era molto presente nelle nostre zone anche allo stato selvatico, il ranuncolo è molto ricercato per l'epoca di fioritura, che è una delle prime. Fiorisce in tardo inverno o agli inizi della ...
- L'Agapanthus o Agapanto è una pianta con radici rizomatose, originaria dell’Africa meridionale; in primavera produce lunghe foglie nastriformi, larghe 4-6 cm e lunghe fino 50-80 cm, che danno origine...
- Nome: AconitumNome Comune: AconitoFamiglia: RanunculaceaeTipo bulbo: radice tuberosaDimensione bulbo: da 10/12cm fino a 20 cmSi tratta di una perenne, che cresce in Asia, in Europa e nel No...
Le piante di eremoro, pur essendo appartenenti ad un genere piuttosto rustico e resistente, per crescere al meglio, dovrebbero essere piantate in un terreno che presenti un buon drenaggio, così che non si possano formare ristagni idrici che risultano dannosi per lo sviluppo di questa bulbosa. Il substrato ideale deve anche essere ricco di sostanze organiche. Per mettere a dimora degli esemplari di questo genere è consigliabile preparare un composto formato da terriccio, torba, stallatico e erba o foglie triturate.
Le piante vanno sistemate a dimora nella stagione autunnale. Per quel che riguarda la profondità di piantumazione, è bene che uno strato di terra di almeno 5 cm ricopra il bulbo. Si consiglia, inoltre, di lasciare uno spazio di circa 30 cm tra un bulbo e l'altro.
Le piante di questa varietà vanno posizionate in zone in cui possano ricevere almeno alcune ore di luce solare diretta nel corso della giornata, altrimenti, se poste in ombra, presenteranno una crescita stentata.
Per quanto concerne la fornitura d'acqua, è necessario intervenire con moderazione, avendo cura di controllare che il terreno risulti piuttosto asciutto prima di procedere con un'ulteriore annaffiatura e controllando che il terreno consenta lo smaltimento dell'acqua, senza che si formino ristagni che potrebbero portare a marciumi radicali pericolosi.
Nella stagione primaverile, all'acqua delle annaffiature è possibile aggiungere del concime liquido per fornire a queste bulbose tutto il nutrimento necessario.
Questa pianta può essere colpita da malattie fungine nella stagione primaverile; per questo motivo, è bene intervenire prima dello sviluppo delle gemme con appositi prodotti. Durante l'inverno poi, è consigliabile utilizzare dei trattamenti insetticidi ad ampio spettro che proteggano gli esemplari di questo genere dal possibile attacco di afidi e cocciniglie.
COMMENTI SULL' ARTICOLO