fiori pesco

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Dal punto di vista della classificazione biologico-scientifica il Fior di Pesco fa parte della famiglia delle Rosaceae, tribù Amigdaleae, Sezione Prunoidee, genere Persica, specie vulgaris.
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Informazioni di carattere generale sulla pianta del Fior di pesco

fiori pescoVerosimilmente la pianta del Pesco ha origini cinesi o forse persiane.

Secondo le informazioni in nostro possesso la sua diffusione in Europa si deve ad Alessandro Magno, successivamente alle campagne militari da lui condotte proprio contro il popolo persiano. C'è però anche chi ipotizza che potrebbe avere natali egiziani.

Tra i Paesi del mondo che attualmente risultano tra i maggiori produttori di pesco, forte di un clima ideale, c'è anche l'Italia (particolarmente le regioni Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Campania, Veneto) in compagnia degli Stati Uniti, della Spagna, della Francia e dell'Argentina.

I primi pescheti organizzati in modo razionale nel nostro Paese risalgono addirittura all'800, precisamente nel ravennate. Le dimensioni del Pesco comune sono medie. Può infatti raggiungere gli 8 metri di altezza. La sua corteccia è di colore bruno-cenerino. Ha rami radi, divaricati. Le sue foglie sono seghettate e lanceolate. Si può definire un piccolo arbusto deciduo. Tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera genera fiori di colore rosso-arancione i quali sbocciano per circa 60 giorni.

Produce anche piccole mele gialle che vengono utilizzate per la preparazione di gustose marmellate.

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La morfologia dei fiori di Pesco

fiori di pescoI fiori di pesco si dicono ermafroditi e hanno una tipica colorazione rosata. Nascono prima delle foglie. Il calice ha 5 sepali. Gli stami sono molti, fino a 30.

Questa pianta produce due ovuli, ma solo uno di essi giunge alla fecondazione. E' per questo motivo che il nocciolo del pesco presenta un solo seme: la caratteristica mandorla piena di solchi che contiene il glucoside amigdalina.

Da sottolineare che si sviluppa naturalmente sia al sole che in aree ombreggiate.

I frutti, noti a tutti come pesche, assai presenti sulle nostre tavole, sono tondeggianti e hanno un solco longitudinale. La loro buccia può essere glabra (nel caso delle pesche-noci) o anche tormentosa (pesca semplice).

La particolare consistenza succosa e zuccherina è determinata dalla notevole concentrazione di acqua, come pure alla pectina contenuta in questi frutti. La maturazione dei frutto di pesco avviene intorno alla seconda decade di maggio.


Consigli per realizzare una coltivazione equilibrata e al tempo stesso produttiva senza stress per la pianta

fiori pescoPer l'allestimento di un pescheto è necessario munirsi di piante innestate secondo la tecnica cosiddetta della gemma dormiente, ma si può anche usare piante in vaso innestate.

Oggi le tecniche colturali conosciute possono dar vita a forme diverse a seconda del tipo di potatura praticata. La cosiddetta potatura di produzione ha l'obiettivo di produrre dei frutti di migliore qualità, i quali possano quindi essere commercializzati a prezzi più interessanti per il produttore. Già al secondo anno di coltivazione il Pesco dà numerosi frutti. A partire dal quinto anno produce a pieno regime, cioè al massimo delle sue possibilità. Ma è proprio al raggiungimento di questa fase che il coltivatore deve saper dimostrare la sua professionalità, riuscendo a mantenere un certo equilibrio indispensabile nell'organismo delle piante di pesco.

Per ciò che riguarda il terreno dove realizzare la coltivazione, è bene avere cura di porvi del materiale grossolano (es. pietra pomice) che ha la funzione di favorire l'indispensabile drenaggio. Anche l'argilla espansa può andare bene.


Le annaffiature. I nemici del Fior di Pesco: i parassiti

Per quanto riguarda la questione dell'annaffiatura, uno dei notevoli vantaggi offerti dall'arbusto oggetto della nostra trattazione è che il Pesco tende a nutrirsi della sola acqua piovana.

Il periodo del suo massimo sviluppo è infatti concentrato nei mesi di febbraio-marzo e aprile, quando le condizioni atmosferiche prevedono naturalmente pioggia, salvo eccezioni di annate caratterizzate da una notevole siccità.

Quando è coltivata in terreni che presentano un Ph troppo alto, questa pianta può ammalarsi di clorosi ferrica, cioè mostrare chiari sintomi di lacune nella produzione di clorofilla (più o meno come accade nel caso dell'anemia per l'essere umano) da parte della pianta, che in questo modo è destinata a morire lentamente. In questo caso le foglie del Fior di Pesco ingialliscono.

I suoi principali nemici restano però cocciniglie e afidi. Le cocciniglie sono insetti fitofagi di dimensioni piccolissime che hanno sviluppato una particolare capacità di insediamento nelle piante. Le cocciniglie causano gravi danni perché deteriorano i tessuti del vegetale, arrivando perfino a succhiare la sua linfa vitale: possono quindi paragonarsi alle sanguisughe.

Gli afidi sono invece conosciuti anche col più semplice nome di pidocchi delle piante.

Si tratta di insetti fitomizi, cioè organismi capaci di succhiare la linfa prelevandola direttamente dai vasi cribrosi, cioè dai tessuti di trasporto della linfa del Fior di Pesco.