Parco Pollino
ll Parco Nazionale del Pollino è una delle più grandi aree protette italiane. Uno dei tratti più salienti di questo ambiente è il rapido passaggio, nel raggio di pochi chilometri, dai paesaggi costieri a quelli montani. Ne consegue una varietà ambientale ricchissima, dove si possono ammirare rocce dolomitiche, bastioni calcarei, depositi morenici, pareti di faglia di origine tettonica e massi erratici, eredità delle ultime glaciazioni. Il paesaggio si arricchisce inoltre di numerose sorgenti naturali, fiumi sotterranei, piccoli torrenti e cascate. Tra i luoghi più suggestivi si annoverano le gole del Raganello, un profondo canyon originato da movimenti tettonici ed erosioni fluviali. La parte lucana del Parco Pollino, nel settore meridionale della regione, comprende il bacino del Sinni ed è formata da estese foreste, pascoli ed aree coltivabili. Il versante calabro è solcato dal torrente Raganello, con le sue suggestive gole. Come per la parte lucana, è presente una vegetazione molto varia, è non è infrequente osservare specie mediterranee frammiste ad alberi d'alta montagna.
La complessità morfologica che caratterizza il parco del Pollino ha determinato la presenza di circa 1700 specie vegetali, tra cui sono state catalogate 366 piante officinali. Tra la vegetazione del parco, che comprende roverelle, carpini, aceri, foreste di leccio, querceti, ginepri, abeti bianchi e faggete, spicca il pino loricato, divenuto il simbolo del parco. Si tratta di una conifera maestosa originaria del Balcani, molto longeva, e deve il suo nome al particolare tipo di corteccia a scaglie che la riveste, che rimanda alla "lorica", il nome latino con cui veniva designata la corazza dei guerrieri romani. Quasi un fossile vivente, il pino loricato predilige i terreni impervi delle alte quote del parco, non adatte a faggi e querce, presenti nelle zone più basse. Un'altra ricchezza è costituita dalla presenza di numerose erbe aromatiche, tra cui il cisto, il timo e il camedrio arboreo. Queste crescono sui fondi sabbiosi, adatti alla crescita di una vegetazione bassa e rada, detta "gariga", pasto prelibato delle numerose greggi al pascolo. Nei pianori di origine carsica, infine, fioriscono molte specie di orchidee, ranuncoli, narcisi e genziane.
Anche la fauna presente nel Parco del Pollino è molto varia e spesso rara, dal momento che il territorio conserva molte specie minacciate di estinzione. Tra i volatili non è raro poter osservare l'aquila reale, il falco pellegrino, il nibbio reale e il gufo reale, così come è frequente incontrare cinghiali e caprioli, tra cui la specie autoctona Orsomarso. Vi dimorano inoltre la salamandra dagli occhiali, la lontra e il lupo appenninico. L'assoluta naturalità dell'ambiente è indicata dalla presenza di rari coleotteri, come la Rosalia alpina, la Osmoderma italica e il Buprestis splendens, tra i più rari in Europa. Tra le numerosissime farfalle, spicca la bellissima e rara Melanargia arge, dalle ali bianche segnate da nervature nere. Nel Parco vivono due specie di testuggini, entrambe protette: la testuggine comune e la testuggine palustre, di cui in Italia ne sono rimaste poche popolazioni. In ambiente marino, tra i crostacei, troviamo una specie endemica del Pollino, il Chirocephalus ruffoi.
Il Parco del Pollino, oltre alle ricchezze naturali, serba sorprese anche dal punto di vista storico-archeologico, di cui conserva importantissime tracce. Tra le numerose grotte presenti nel parco ve ne sono alcune che recano i segni del passaggio di uomini preistorici, a testimonianza della presenza di stanziamenti sul territorio del Pollino già in Età Paleolitica. Uno straordinario reperto che si può ammirare è il celebre bassorilievo del riparo del Romito, raffigurante due bovidi (bos primigenius). La stratificazione storica del territorio prosegue con la presenza di necropoli preromane, tracce elleniche e romane, ruderi di laure dei monaci basiliani e monasteri benedettini, castelli, suggestivi insediamenti albanesi e antichi borghi. Tra i borghi più interessanti in cui sostare vi sono San Paolo Albanese, Rotonda, Latronico, Castelluccio, Castelsaraceno, Viggianello e San Severino Lucano.