Quercia

Generalità

Il genere quercus conta decine di specie, diffuse in tutto l’emisfero settentrionale, in Europa, Asia e nord America; sono tutte alberi, di grandezza media o grande, sempreverdi o a foglie caduche; molte specie hanno foglie lobate, ma alcune hanno foglie ovali o lanceolate; la corteccia e spessa e rugosa, particolarmente spessa nella specie quercus suber, ovvero la quercia da sughero. Sono alberi monoici, ovvero sullo stesso albero esistono fiori femminili e fiori maschili, i primi di colore verdastro, i secondi sono amenti gialli, non particolarmente appariscenti. Ai fiori seguono i frutti, delle noci, chiamate ghiande, che si sviluppano con la base racchiusa in una cupola semi legnosa, più o meno ampia a seconda della specie. Le specie di quercia sono così tante che vengono spesso riunite in differenti sezioni, caratterizzate dal diverso fogliame, o dalle caratteristiche delle ghiande. Un tempo le ghiande venivano utilizzate come foraggio nell’allevamento dei maiali; le foglie delle querce e le ghiande contengono grandi quantità di tannini, che le rendono tossiche per gli altri animali da allevamento, che possono soffrire di coliche anche severe dopo aver assunto grandi quantità di ghiande.
Ghiande di cerro

Gleditsia triacanthos (Spino di Giuda) [H. 50-100 cm.]

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Quercus robur

Detta anche Farnia in italiano, si tratta di una delle querce più diffuse in Europa, e nella zona del Caucaso; albero a foglie caduche, lobate, di colore scuro, coriacee, la chioma è ampia e poco ordinata, densa, portata da un fusto eretto, molto ben sviluppato. Questi alberi sono molto longevi, e quindi, pur avendo uno sviluppo abbastanza lento, ne esistono di dimensioni decisamente cospicue, che possono contare vari secoli di età. Le ghiande sono piccole e allungate. La Farnia spesso si ibrida naturalmente con il rovere (quercus petrea), dando origine ad un ibrido, chiamato quercus x rosacea. Le ghiande maturano in circa sei mesi e vengono sfruttate dalla piccola fauna del bosco come cibo.

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Pianta di Cercis siliquastrum, Albero di Giuda, Fiore rosa - lilla in vaso ø24

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Quercus suber

Quercus suber La quercia da sughero, diffusa i natura nella zona mediterranea; albero di media grandezza, che non supera i 15-20 m di altezza, producendo un fusto singolo, o fusti multipli, caratterizzati dalla corteccia spessa, da cui si ricava il sughero. Questo materiale è assai pregiato, dato che la corteccia impiega circa una decina di anni per essere sufficientemente spessa da poter essere utilizzata come sughero. Foglie sempreverdi, ovali, coriacee, di colore verde scuro sulla pagina superiore, grigio bianche sulla pagina inferiore. Le ghiande sono piccole e allungate, con cupola legnosa. La chioma ha forma disordinata, e l’aspetto generale della pianta è abbastanza ben riconoscibile, in quanto tende a produrre ramificazioni sparse.


Quercus trojana

Il nome comune di questa quercia è fragno; i fragni vivono sulle coste del Mar Adriatico, nella zona caucasica e in Turchia, in Italia sono diffusi solo in Puglia e Basilicata, in consociazione con altre specie di quercia. Albero piccolo o di grandezza media, che non supera i 15-20 m di altezza; ha foglie semi sempreverdi, ovali e allungate, coriacee, con margine dentellato; le foglie in autunno disseccano, ma rimangono sulla pianta fino a primavera, quando vengono sostituite dai nuovi germogli. Il portamento è abbastanza disordinato e il fragno difficilmente diviene un albero maestoso e ampio. Le ghiande sono tondeggianti o ovali, con cupola ricoperta da scaglie allungate.


Quercus ilex

Quercus ilex Quercia sempreverde, diffusa in Europa meridionale e in tutta l’area mediterranea; sono alberelli di dimensioni piccole, che in genere non superano i 6-8 m di altezza, e in Italia vengono detti lecci. Il fogliame è coriaceo, simile a quello degli ulivi, di colore verde scuro, grigio sulla pagina inferiore, e di forma ovale allungata. Le ghiande sono piccole, allungate ed appuntite. I lecci formano un fusto unico, non eccessivamente ampio, su cui si allarga una chioma densa e di forma tondeggiante. Questi alberi vengono molto coltivati in Italia, visto che tra le querce sono quelle che meglio si adattano a giardini di dimensioni medie; oltre a questo i lecci sono molto resistenti e vengono utilizzati anche per le alberature stradali.


Quercus cerris

Quercia diffusa in Europa meridionale e in Turchia; le foglie sono decidue, ampie, lobate, coriacee, di colore verde scuro; le ghiande sono tondeggianti e presentano una tipica cupola ricoperta da scaglie simili a una peluria spessa. Sono piante per lo più mediterranee, anche se alcune cerrete persistono in rare zone delle Prealpi; sono grandi alberi, che possono negli anni raggiungere i 25-35 m di altezza, con chioma disordinata, generalmente a fiamma, poco ampia ma allungata verso l’alto.


Quercus petrea

Quercus petrea Albero a foglie caduche, originario del continente Europeo, diffuso anche in Italia e molto simile al quercus robur; in Italia viene comunemente chiamato rovere, e si distingue dalla farnia per le ghiande, che sono prive di picciolo. Si tratta di un grande albero, che può raggiungere dimensioni ragguardevoli, abbastanza longevo. Le foglie sono coriacee, di colore verde scuro, con forma lobata, sono le foglie che più tipicamente ci indicano le querce. Questi alberi vengono molto apprezzati anche per il loro legno compatto e pesante.


Quercus pubescens

Quercia di origine europea, diffusa anche nella zona caucasica; albero a foglie caduche, le foglie secche cadono però la primavera successiva, quando stanno per spuntare le nuove foglie. La quercia più diffusa in Italia; è caratterizzata da foglie lobate, i germogli presentano una sottile peluria che ci aiuta a riconoscere la specie. Questi alberi raggiungono i 18-20 m di altezza, producendo un fusto singolo, eretto, che porta una chioma allargata, densa ma abbastanza disordinata. Le ghiande sono piccole, allungate.


Coltivare le querce

quercia Esistono molte specie di quercia, molte delle quali presentano esigenze colturali diverse, a seconda dalla zona di origine; in effetti però in Italia non sono tante le specie che possiamo trovare in vivaio, e la gran parte possono venire coltivate in giardino in gran parte d’Italia, in quanto possiamo trovarle nei boschi. A parte la quercia da sughero e il cerro, che necessitano di minime invernali non eccessivamente basse, trattandosi di piante di origine mediterranea (possiamo coltivarle ovunque in si possa coltivare anche un ulivo), le altre specie sono rustiche e possono sopportare temperature minime anche vicine ai -15°C per lunghi periodi di tempo. Le altre querce in genere trovano posto in parchi o grandi giardini, anche se alcune specie non danno origine ad alberi maestosi, ma a semplici alberelli eleganti, come avviene per il leccio. Se decidiamo di porre a dimora una quercia in giardino quindi, è opportuno informarci sule esigenze climatiche (tipicamente, se nel vivaio vicino casa hanno un albero di una data specie, è assai probabile che tale albero possa tranquillamente vivere nel nostro giardino), e soprattutto delle dimensioni che raggiungerà con il passare dei decenni, per non essere costretti a costanti potature di contenimento. Molte specie di querce vivono nei boschi italiani, questo ci indica che sono rustiche e non hanno grandi esigenze colturali, ma si accontentano tranquillamente delle piogge e di un suolo non particolarmente ricco. Nel momento in cui decidiamo però di posizionare un piccolo e giovane alberello di quercia in giardino, ricordiamoci che prima di divenire autosufficiente, la nostra quercia dovrà attecchire e produrre un poco di radici. Quindi, sarebbe opportuno porre a dimora una quercia a inizio autunno, lavorando bene il terreno in modo da renderlo ben drenato e privo di pericolosi ristagni idrici; quindi, posizioniamo la pianta, alla stessa profondità a cui era posta nel vaso o nella zolla di terra in cui l’abbiamo comprata; con i piedi compattiamo un poco il terreno attorno al fusto, annaffiamo e, se l’alberello è piccolo, assicuriamolo ad un tutore spesso e rigido, in modo che sia ben eretta anche in caso di forti venti. Le querce prediligono posizioni soleggiate, o anche semiombreggiate, e terreni freschi, profondi e molto ben drenati. Un albero adulto necessita di annaffiature solo in caso di prolungata siccità, un giovane esemplare invece necessiterà di annaffiature sporadiche, durante la stagione vegetativa, soprattutto in estate, in modo da stimolare lo sviluppo delle radici. Si consiglia di annaffiare a lungo e abbondantemente circa una volta a settimana, o anche ogni 10-12 giorni, da aprile a settembre; evitiamo invece le annaffiature quotidiane con piccole quantità di acqua, che favoriscono lo sviluppo di radici superficiali più soggette a stress idrico e a danni causati dal caldo e dal freddo.


Parassiti e malattie

I grandi alberi di quercia tendono a non soffrire in modo particolare per parassiti o malattie; non perché non ne vengano colpiti, ma semplicemente perché un albero maestoso non viene disturbato da qualche migliaio di afidi sui germogli. Diverso è il comportamento dei giovani esemplari; il parassita che più spesso disturba le giovani querce è l’odio, che colpisce spessissimo il fogliame in primavera, ed è quindi consigliabile praticare trattamenti preventivi, con prodotti a base di zolfo, per evitare che le foglie vengano colpite. L’oidio si sviluppa soprattutto quando la chioma rimane umida nelle ore notturne, quindi evitiamo di annaffiare il fogliame, e anche le annaffiature serali, prediligendo annaffiature nelle prime ore del mattino. In alcune zone d’Europa si sta manifestando una malattia, che sembra di origine fungina o batterica, che uccide le querce repentinamente, purtroppo tale malattia non è ancora stata sufficientemente studiata per poterne conoscere cure o interventi di prevenzione.


Quercia: Propagare le querce

Le querce si propagano generalmente seminando le ghiande; le ghiande prodotte da una quercia sono sempre fertili, ma lo rimangono per brevi periodi di tempo, e sono difficili da conservare, soprattutto anche dopo brevi periodi di tempo perdono la loro germinabilità. Oltre a questo, non tutte le ghiande maturano nell’anno in cui vengono prodotte dalla pianta, alcune impiegano due o quattro anni per essere pronte da seminare; per questo motivo, non è opportuno raccogliere una ghianda da seme dall’albero, ma è necessario attendere che la ghianda sia matura, ovvero che cada dall’albero. Una volta raccolte le ghiande vanno poste in un vaso contenente terriccio universale e sabbia, che andranno annaffiati con regolarità; il vaso va tenuto in luogo semiombreggiato, a simulare la luminosità che la giovanissima quercia troverebbe ai piedi della pianta che ha prodotto la ghianda. Non appena la ghianda germina e produce le prime piccole radici, è consigliabile spostarla in un contenitore capiente, perché le prime radici vengono prodotte abbastanza rapidamente, ed è bene che trovino tutto lo spazio di cui necessitano.


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