Albicocco tardivo

L'Albicocco tardivo

Le albicocche sono uno dei frutti estivi più amati: grazie alla dolcezza e alla facilità di consumo sono amate davvero da tutti. Trovano impiego da fresche, da sciroppate o per la produzione di succhi e composte. Chiunque possieda anche solo un piccolo appezzamento vorrebbe coltivarne almeno un albero. La coltura non è delle più semplici, specialmente per chi vive al Nord o nelle zone pedemontane. Per ottenere buoni raccolti con una certa continuità è importante scegliere attentamente la varietà e preparare il terreno scrupolosamente (evitando i ristagni idrici) per evitare di incorrere nelle molte patologie tipiche.
Albicocco tardivo

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Indicazioni generali

L’albicocco è coltivato da millenni nei luoghi di origine, in particolare in Asia centrale: arrivò in Europa circa 2000 anni fa grazie ai Romani e divenne in breve tempo comune in tutta l’area mediterranea, dove trovava le condizioni ideali per la crescita e la fruttificazione: inverni brevi e non troppo rigidi alternati ad estati calde e abbastanza secche.

Ancora oggi i migliori risultati si raggiungono nelle regioni più miti, ma altrove è possibile ottenere belle soddisfazioni grazie alla selezione varietale. Se viviamo nelle regioni settentrionali possiamo puntare su cultivar a fioritura e fruttificazione tardive (luglio-agosto): eviteremo così i danni derivanti da gelate e forti piogge primaverili, una vera piaga per l’albicocco.

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Messa a dimora e cure

albicocco Inseriamo la pianta in una zona ben soleggiata, curando particolarmente il drenaggio nella buca. Oltre alle potature (ogni varietà può avere diverse esigenze), è bene somministrare annualmente abbondante stallatico oltre ad una dose adeguata di concime per fruttiferi. Quasi ovunque in Italia, le irrigazioni sono superflue, specie su piante ben affrancate.


Varietà tardive

albicocco tardivo Un’attenta pianificazione al momento della messa a dimora ci consentirà di ottenere il massimo dal nostro appezzamento. In generale si consiglia di informarsi prima di tutto presso i vivai specializzati in fruttiferi della nostra zona. Otterremo buoni consigli e, solitamente, le varietà proposte saranno quelle che hanno dato migliori risultati in quella area, adattandosi egregiamente a clima e terreno.

Ecco alcune delle varietà a maturazione tardiva (dalla prima decade di luglio in avanti) più popolari nel Nord Italia:

• Polonais È un albicocco a rapida crescita e produttività medio-alta. I frutti sono ovali, grandi, arancione medio con tocchi rossi. La polpa è soda, dal sapore equilibrato e dal nocciolo ben staccato.

• Hargrand Cultivar di origine canadese che ha ottenuto ottimi risultati nel Nord Italia. Ha medio vigore e fioritura intermedia, oltre ad essere autofertile. Il frutto è medio-grande, giallo-arancione, molto consistente e resistente alla manipolazione e al trasporto. Il sapore è mediamente dolce, anche se non mancano note acidule.

• Pisana Albero a crescita mediamente veloce, ma con produzione abbastanza elevata e omogenea nelle annate. Pianta autocompatibile e a fioritura tardiva. Il frutto è grande e liscio, giallo e rosso con polpa arancione di buon gusto. Molto resistente alla manipolazione.

• Bergeron Varietà di origine francese, proveniente dalla regione della Drôme. In Italia dà buoni risultati in alcune zone del settentrione (alta collina, con inverni rigidi). È caratterizzata da fioritura tardiva e autocompatibile, oltre ad una elevata vigoria che la porta velocemente in produzione. I frutti sono di medie dimensioni, arancioni e verdi. La polpa è molto consistente e di buon sapore.

• San Castrese Originaria della Campania, è molto vigorosa e garantisce raccolti abbondanti e costanti. I frutti sono abbastanza grandi, rotondi, gialli e arancioni. La polpa è molto consistente, ma dal sapore non eccezionale.

• Tonda di Costigliole Varietà originaria del Piemonte (in particolare del Cuneese). L’albero è molto vigoroso e garantisce una media produttività. I frutti sono di dimensioni medie, giallo intenso sfumato nel rosso. La polpa è abbastanza consistente e di ottimo sapore.


Albicocco reale di Imola

albicocco d'imola Si tratta di una varietà tradizionale dell’Emilia Romagna. In passato infatti, nei pressi di Imola e Bologna, non era difficile imbattersi in grandi coltivazioni in cui questa varietà era quella largamente prevalente. Oggi si ritiene un po’ superata, ma per alcuni aspetti può essere ancora interessante, soprattutto da introdurre nel frutteto familiare. Dalla sua può vantare il sapore intenso, dolce con alcuni tocchi aciduli. Data la scarsa resistenza alla manipolazione è quasi sempre destinata al consumo da fresco diretto o al massimo alla vendita nei mercati locali. Può però essere impiegata ottimamente anche per la realizzazione di succhi e composte. Una sua peculiarità è il nocciolo: contiene una mandorla (armellina) eccezionalmente dolce che può essere impiegata in pasticceria, sia intera sia essiccata e ridotta a farina.

Si tratta di una varietà estremamente facile da reperire nei vivai, nei fai da te e anche ne supermercati.




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