Bagolaro

Il Bagolaro

Il Bagolaro, o Celtis australis, in Italia è diffuso come albero spontaneo, anche nei boschi di latifoglie. Si tratta di un albero con foglie caduche, che vive varie decine di anni e forma naturalmente una chioma tondeggiante, molto apprezzata. Si tratta di una pianta originaria dell'Asia, che in Italia ha trovato nei secoli un habitat perfetto per il suo sviluppo. Gli esemplari adulti, a dimora da alcuni anni, non necessitano di alcuna cura. I giovani alberi invece possono avere bisogno di qualche irrigazione, soprattutto in primavera. Può infatti capitare che la bella stagione, solitamente piovosa, sia caratterizzata da un'insolita siccità. In questi casi è importante annaffiare i giovani Bagolari, per evitare che il terreno attorno alle loro radici dissecchi completamente. Le annaffiature si forniscono solo nei primi anni di vita delle piante e in occasione di particolare carenza di piogge. Negli altri casi il Bagolaro si accontenta dell'acqua fornita dalle precipitazioni.
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Coltivare il bagolaro

Bagolaro albero Il Bagolaro si può considerare come un albero autoctono di tutta l'Europa meridionale, dove è diffuso ampiamente come pianta allo stato selvatico. La coltivazione è quindi molto facile, visto che ne sopravvivono diversi esemplari anche in natura. Il Bagolaro è molto apprezzato per la sua facilità di attecchimento, anche in condizioni critiche; si sviluppa infatti anche lungo i dirupi, o in zone con sassi, anche di ampie dimensioni. Molti esemplari sono utilizzati come alberature stradali, perché i Bagolari non hanno uno sviluppo eccessivamente elevato, non superano i genere i 10-15 metri; inoltre non necessitano di potature, in quanto sviluppano una chioma equilibrata e tondeggiante, molto piacevole alla vista. Sono quindi alberi a manutenzione minima, che permettono di godere di una fitta ombra durante la primavera e l'estate, mentre in autunno perdono completamente le foglie. Gli uccelli sono ghiotti dei piccoli frutti, che consumano in ampie quantità. Questo porta a disseminare per i giardini numerosi semi di Bagolaro, con conseguente sviluppo di giovani esemplari, che vanno estirpati regolarmente.

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Concimare il bagolaro

Foglie bagolaro Le piante di Bagolaro non sono per nulla esigenti in quanto a terreno e sostanze nutritive. Si sviluppano senza problemi anche con un terreno molto povero e non necessitano di concimazioni regolari. Se coltivate in giardino spesso sono poste vicino ad altre piante ornamentali, questo le porta ad approfittare delle concimazioni fornite ad arbusti o piante da fiore. Per avere un esemplare di Bagolaro ben sviluppato e vigoroso non serve altro. Fertilizzazioni fornite appositamente per lo sviluppo della pianta non sono controproducenti, ma in ogni caso abbastanza inutili. Il Bagolaro ha diversi nomi comuni in Italiano, a seconda della regione in cui lo si trova: Romilia, Lodogno, Caccamo. In alcune zone d'Italia sono presenti esemplari di Bagolaro ultra centenari; sull'Etna è presente una specie di Bagolaro endemica.


Parassiti e malattie

Bagolaro parassiti Il Bagolaro è un albero di coltivazione molto semplice, adatto anche a chi non riesce a curare altri tipi di alberi. Generalmente tende a svilupparsi ovunque nel giardino, pur prediligendo le zone che possono ricevere almeno qualche ora di luce solare diretta ogni giorno. Le posizioni eccessivamente ombreggiate possono causare lo sviluppo di piante stentate, che tendono a soffrire di marciumi nel corso dell'anno. Non sono piante che temono gli insetti, perché difficilmente vengono colpite dai parassiti più comunemente diffusi sulle altre specie presenti nel giardino. Esiste però un piccolo lepidottero le cui larve si nutrono esclusivamente di foglie di Bagolaro. Il nome di questa piccola falena è Libitea del Bagolaro e un singolo esemplare può produrre diverse uova, poste vicino al tronco o sulla pagina inferiore delle foglie. Trattandosi di alberi, difficilmente questi insetti riescono a causare danni gravi, anche se occasionalmente è possibile notare delle raschiature tondeggianti sulle foglie del Bagolaro, causate appunto dalle larve di Libitea.




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