Impatiens
Al genere Impatiens appartengono circa cinquecento specie di piante annuali e perenni, originarie dell'Africa e dell'Asia; I. walleriana è una specie africana, perenne, ma coltivata come annuale a causa della forte sensibilità alle gelate. Produce piccoli arbusti molto ramificati, costituiti da fusti sottili, carnosi, quasi trasparenti, di colore verde chiaro, che portano numerose piccole foglie quasi cuoriformi, appuntite, con margine dentellato, di colore verde scuro o verde chiaro. Da marzo-aprile, fino ai primi freddi autunnali, producono numerosissimi fiori di colore vario, dal bianco al rosa, dal rosso al viola; esistono numerose varietà, ibride e non, con fiori striati, bicolori, ed anche doppi. Le piante di Impatiens walleriana raggiungono in genere i 30-40 cm di altezza; I. hawkererii "Nuova Guinea" è una varietà molto vigorosa, con grandi foglie allungate, di colore verde scuro, e fiori di dimensioni medie, nelle tonalità del bianco, del rosso e del rosa, in genere sopportano meglio il sole rispetto agli I. walleriana. Queste piante in natura nei luoghi d'origine sono perenni, e fioriscono praticamente tutto l'anno, producendo arbusti tondeggianti, sempreverdi. Nei giardini uropei vengono coltivate come annuali, nelle aiole del giardino, o anche in vaso.
Famiglia e genere | Balsaminaceae, dalle 400 alle 500 specie, ma se ne coltivano solo circa 15 |
Tipo di pianta e portamento | Erbacee annuali (nel nostro clima). |
Esposizione | Mezz’ombra-ombra |
Rusticità | no |
Terreno | Ricco e umido |
Colori | Rosa, rosso, bianco, lilla |
Fioritura | Dai 20 cm a 1,5 m |
Coltura | Facile |
Propagazione | Seme, talea |
Usi | Coprisuolo, aiuole fiorite. |
preferiscono posizioni semiombreggiate o anche all'ombra completa, poichè il sole diretto ne causa un rapido appassimento; la coltivazione in zone molto soleggiate da origine a piante poco sviluppate, che necessitnao in estate di annaffiature molto frequenti. Temono le temperature inferiori ai 5-10°C, quindi si coltivano come annuali, oppure si possono coltivare come piante da appartamento durante i misei freddi; in effetti in genere non si conservano da un anno all'altro, visto che la rapida produzione da seme le rende piante poco costose.
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annaffiare con regolarità, evitando di lasciare il terreno asciutto per periodi prolungati di tempo, temono la siccità. Per una fioritura abbondante e costante si consiglia di aggiungere ogni 7-10 giorni una piccola dose di concime per piante da fiore all'acqua delle annaffiature, oppure è possibile mescolare al terreno del concime granulare a lenta cessione; se si decide di coltivare gli Impatiens in casa annaffiare un po' meno durante le corte giornate invernali.
preferiscono terreni freschi e leggeri, ricchi di materia organica e soffici. Si pongono a dimora in giardino in marzo-aprile, quando ogni rischio di gelata è passato, mescolando al terreno del giardino del terriccio bilanciato, ricco di torba.
avviene per talea, in autunno o in priamvera, oppure per seme, in semenzaio, in autunno o a fine inverno, in modo da avere delle piccole painte già pronte all'arrivo della priamvera.
in genere non vengono colpite con facilità da parassiti e malattie, anche se può capitare che l'oidio si sviluppi sulle foglie delle piante coltivate in luogo poco ventilato; gli afidi poccono annidarsi sui nuovi germogli. Le piante coltivate in giardino possono venire mangiucchiate dalle lumache.
Le impatiens fanno di parte di una famiglia molto grande che annovera almeno 400 specie. La maggior parte di queste non ha applicazioni orticole e solo una quindicina è in coltivazione a scopo ornamentale. Quasi tutte le piante che troviamo in commercio sono originarie delle zone tropicali dell’Asia e dell’Africa e, in linea generale, il loro habitat sono le zone montane. L’unico rappresentante di questa grande famiglia che cresce in Europa è l’Impatiens noli-me-tangere che cresce spontaneamente dai 500 ai 1000 metri di altitudine in esposizioni ombrose. Da noi non è in coltivazione, ma viene molto utilizzata nel Nord Europa. Il nome impatiens fa riferimento all’impazienza di queste piante nello spargere i semi. Possiamo infatti vedere che, a stagione avanzata, è sufficiente toccare i fiori perché vengano scagliati lontano i semi con una certa violenza. Essendo le specie molte e con portamento, usi ed esigenze diverse le analizziamo e le descriviamo una per volta.
È, come abbiamo detto, l’unico esponente della famiglia che possiamo trovare spontaneo in Italia. Vive di solito nei boschi o sulle montagne in un ambiente tendenzialmente umido e ombroso. Porta su di un fusto centrale delle foglie verde chiaro lanceolate e dentate. I fiori, che nascono dall’ascella fogliare, sono giallo chiaro. Da noi non è molto apprezzata, ma può trovare una sua collocazione negli angoli meno illuminati del giardino e ci darà soddisfazioni (soprattutto se piantata in gruppo) dato che ha una fioritura piuttosto lunga che va da giugno a settembre. Si moltiplica per seme e comunque è molto facile che si autodissemini (e va monitorata attentamente se vogliamo mantenerla in un determinato confine).
Detta anche semplicemente balsamina o begliuomini è una pianta di origine orientale giunta in Europa nel XVI secolo. Le prime varietà avevano colori e forme poco entusiasmanti, ma col tempo vi furono svariati ibridatori che si dedicarono alla creazione di nuove varietà e cultivar. Si introdussero forme più ricche (come quella a camelia) e colori più vivaci (rosa intenso, screziature e puntinature). La pianta si sviluppa intorno ad uno stelo centrale spesso da cui si dipartono le foglie, alterne, lanceolate e dentate. Anche in questo caso i fiori si dipartono dalle ascelle fogliari. Le dimensioni sono varie: la ricerca ne ha sviluppate varietà nane e varietà più slanciate e fiorifere. Purtroppo le cultivar raramente mantengono le proprie caratteristiche generazione dopo generazione. È quindi consigliabile comprare sempre i semi per poter avere piante rispondenti alle nostre aspettative in dimensione e abbondanza delle fioriture.
Sono di coltura estremamente semplice. Si possono ottenere sia tramite semina sia acquistandole direttamente dai rivenditori di piante annuali. Essendo piante che germinano con grande facilità chiunque può dilettarsi nella loro coltura. Vanno seminate alla fine dell’inverno (a seconda delle regioni da febbraio ad aprile). Se si vuole essere sicuri di avere fioriture fino all’autunno inoltrato possiamo tornare a farlo a metà maggio. I semi vanno mescolati a sabbia fine visto che sono molto piccoli e rischiamo di far crescere troppo vicine le piantine. Vanno sparsi su un composto molto leggero di torba e mantenute umide ed esposte a Sud. Di solito le vedremo spuntare nel giro di 10 giorni: aspettiamo che abbiano emesso la seconda coppia di foglie e potremo spostarle direttamente a dimora. Il trapianto di solito è molto semplice e assolutamente non traumatico. Questo perché la balsamina sviluppa moltissime e fini radici che inglobano un buon pane di terra. Questo favorisce il trasferimento e permette alla pianta di riprendersi in tempi molto brevi se non nell’immediato. Per il resto è molto semplice farle rimanere belle: necessitano di annaffiature regolari e abbondanti e altrettanto importanti e regolari concimazioni con un prodotto adatto a piante fiorite, quindi con un alto tenore di potassio e fosforo. L’esposizione ideale è mezz’ombra-ombra. Possono sopportare anche il sole mattutino, l’importante è che il substrato risulti sempre ben umido. Le piante possono essere cresciute in varie maniere: stimolando o meno i getti laterali. Nel secondo caso otterremo un solo grande stelo centrale e fiori molto più grandi. Si può anche intervenire togliendo i primi boccioli e permettendo così alla pianta di concentrarsi maggiormente sulla crescita vegetativa e dare in seguito migliori risultati.
Sono specie simili e nel tempo non hanno fatto che avvicinarsi sempre più nelle caratteristiche.
Viene anche chiamata pianta di vetro ed è originaria dell’Africa centrale. È molto apprezzata in ambito orticolo per la sua capacità di essere in fiore dalla primavera al tardo autunno e anche in inverno (se coltivata come pianta d’appartamento). A seconda della cultivar può andare dai 30 ai 60 cm di altezza ed è formata da un fusto centrale molto vigoroso e, nel tempo, di altri laterali. Le foglie sono alterne e lanceolate, verde medio con nervature rossastre. I fiori nella specie sono rosso intenso, ma sono disponibili in coltivazione dal bianco al cremisi. Vanno seminate alla fine dell’inverno mescolando i semi a sabbia fine ed utilizzando un substrato molto leggero composto da sabbia e torba, possibilmente in lettorino, senza coprirli. Bisogna sempre tenere il substrato umido utilizzando un vaporizzatore, ma senza esagerare perché le piantine sono facilmente vittima di marciumi. Appena spuntate vanno esposte alla luce (non diretta) e dopo poco tempo trasferite a dimora. Possono anche essere moltiplicate tramite talea erbacea da effettuarsi in perlite mantenuta costantemente umida o in acqua. Le piante adulte necessitano di un’esposizione ombreggiata e soprattutto di evitare assolutamente la luce diretta. Il substrato deve essere ricco per l’aggiunta di stallatico maturo e magari un concime granulare a lenta cessione per piante fiorite.
Le annaffiare dovranno essere costanti e il suolo deve essere sempre mantenuto umido.
Sono le piante che si trovano più comunemente in commercio presso i vivaisti. Di solito vengono vendute in vasetti da circa 8 cm di diametro in svariati colori. Vengono utilizzati comunemente per la realizzazione di bordure e aiuole fiorite perché sbocciano dalla primavera all’autunno con continuità e necessitano (a parte l’irrigazione che, oggi, è spesso automatizzata) di pochissime cure. Questi ibridi sono di origine olandese e derivano dall’incrocio tra l’impatiens sultanii e l’i. hostii. Già dalla loro comparsa sul mercato si è visto che avevano caratteristiche eccezionali che le avrebbero portate a soppiantare altre piante di uso comune quali il geranio e le surfinie.
Sono di estrema semplicità colturale e hanno una maggiore tolleranza del sole rispetto agli altri esponenti della famiglia. Questo le ha rese piante amate da tutti e utilizzatissime in svariate situazioni. Di solito hanno un portamento compatto che va dai 15 ad al massimo 40 cm di altezza. Le foglie, alterne e dentate, ovali, hanno colori molto vari che possono andare dal verde molto chiaro al bruno rossiccio ed essere anche variegate. I fiori hanno un’enorme variabilità di colore: dal bianco al rosso, all’arancione al salmone al lilla.
Bisogna procedere alla fine dell’inverno in serra riscaldata almeno a 20°C in un composto molto leggero di torba e sabbia. I semi, essendo piccolissimi, vanno mescolati a sabbia fine e poi sparsi sul terreno. Non devono essere coperti e vanno mantenuti alla luce, ma non diretta. Bisogna inoltre umidificare costantemente il substrato. Di solito le vedremo germinare nel giro di dieci giorni. Possono poi essere mantenute ad una temperatura dai 15 ai 20 gradi fino a crescita completata (ci vogliono circa 2 mesi). È molto importante in questo frangente dare loro un suolo sempre più ricco e che possa facilmente essere mantenuto umido. È quindi consigliabile aggiungere argilla e stallatico maturo, oltre a dei granuli di fertilizzante per piante fiorite. Al termine dei due mesi possono essere messe a dimora. L’operazione è semplice e raramente comporta problemi perché creano un ammasso molto compatto di radici. L’esposizione ideale è la mezz’ombra, anche se molte cultivar sopportano bene anche il pieno sole a patto che il substrato sia sempre umido. Si possono avere problemi solo se le esponiamo a violenti sbalzi di temperatura o di umidità. Quindi se le teniamo in serra (o ve le abbiamo acquistate), teniamole in casa per vari giorni per farle acclimatare prima di porle definitivamente a dimora in giardino.
Se ci piace particolarmente una pianta per il suo colore possiamo provare a talearla alla fine dell’estate e mantenerla poi in serra fredda o in casa durante l’inverno (temperatura minima 10° C).
È sufficiente prelevarne uno stelo spesso almeno 3 mm e porlo a radicare in un composto molto leggero di sabbia e perlite mantenuto costantemente umido o in acqua, in una bottiglia di vetro scuro. Nel giro di due settimane dovrebbe essersi formato un quantitativo di radici sufficiente a permettere l’impianto in un terriccio più ricco.
Come abbiamo detto si tratta di piante poliedriche. Possiamo usarle nelle aiuole (specie in quelle più basse), come coprisuolo o, le varietà più alte, anche nelle bordure miste. Si possono abbinare ottimamente a tutte le piante da ombra: begonie, alla base delle ortensie, alle hosta, all’alchemilla, all’astilbe, agli anemoni autunnali. Belle anche come base schermante per rampicanti come le clematis.
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