Pungitopo, Rusco - Ruscus aculeatus

Il pungitopo

La pianta comunemente conosciuta come “pungitopo” si chiama in realtà Ruscus e appartiene alla famiglia delle Ruscaceae. Questo genere comprende all’incirca 6 specie che crescono spontaneamente in Europa e nel Medio Oriente. Il più diffuso e conosciuto è il Ruscus aculeatus, molte volte confuso con un piccolo agrifoglio; nell’Europa meridionale, tuttavia, sono piuttosto comuni anche il Ruscus hypoglossum e il microglossum, entrambi di dimensioni più contenute.

Il Ruscus aculeatus , meglio conosciuto come rusco o pungitopo è una pianta originaria dell'Europa. Esso nasce spontaneamente nel nostro clima.

Il genere ruscus comprende tre specie di piante suffruticose sempreverdi, rustiche di media taglia (non più di sessanta, ottanta centimetri di altezza) a ramificazione fitta e disordinata.

Questo tipo di pianta è priva di foglie, quelle che noi pensiamo lo siano, in realtà sono fusti modificati ed appiattiti, che si chiamano cladodi.

Pungitopo

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Caratteristiche generali del pungitopo

Il Ruscus aculeatus è un arbusto di piccole dimensioni: l’altezza può variare da 30 a 100 cm. I suoi steli cilindrici si mantengono verdi in ogni stagione; da questi si dipartono formazioni dette cladodi, molto simili a foglie: in realtà si tratta di fusti trasformati. Hanno assunto una forma piatta, ovale e dalla punta acuminata. Sono di un bel verde scuro lucido e permangono sulla pianta anche durante la stagione fredda.

Si tratta di un vegetale dioico: alcuni portano solo fiori femminili (e poi frutti), altri solo maschili. Esistono però anche esemplari ermafroditi.

I fiori, in ogni caso, si formano sui cladodi: sono di color bianco-verdastro o malva, poco appariscenti. Appaiono tra aprile e maggio; negli individui femminili, durante l’inverno, si trasformano poi in frutti, cioè grosse bacche rotonde di color rosso acceso. In ognuna sono contenuti 2 o 3 semi.

Un tempo era molto diffuso allo stato spontaneo, ma sia l’uso intensivo che ne veniva fatto nelle campagne (per proteggere i raccolti dai topi con gli aculei o per la fabbricazione di scope) sia la raccolta a scopo medicinale, lo hanno reso sempre più raro. In alcune zone è classificato come flora protetta e non può assolutamente venire raccolto.

Cresce per lo più nei boschi di latifoglie (in particolare in querceti e lecceti) o nelle aree aride e sassose, su suoli calcarei, a quote piuttosto basse (generalmente al di sotto dei 600 metri s.l.m.).

Attualmente viene coltivato anche a scopo medicinali e ornamentale. I suoi rami, infatti, sono impiegati per la realizzazione di composizioni floreali o corone, specialmente nel periodo invernale.

IL PUNGITOPO IN BREVE
Famiglia, genere, specie Ruscus aculeatus
Tipo di pianta arbusto
Origine Europa e Medio Oriente
Fogliame persistente
Portamento Eretto o coprisuolo
Uso Giardino ombroso, naturale, siepe bassa, gruppi in macchia mediterranea
Altezza a maturità Fino a 1 metro
Velocità di crescita normale
Manutenzione bassa
Necessità idrica bassa
Rusticità Abbastanza rustica in ambiente asciutto
Esposizione Mezz’ombra-ombra
Terreno Calcareo, ben drenato; adattabile
pH suolo Da neutro a subalcalino
Umidità suolo asciutto
Umidità ambientale bassa
Propagazione Divisione, prelievo getti laterali, semina


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Fiori e bacche

fiore rusco Il ruscus aculeatus è una pianta dioica, questo significa che i fiori maschili e femminili sono prodotti su piante separate.

I fiori del pungitopo sono piccoli, bianchi e quelli femminili, in ottobre, si trasformano in bacche rosse, lucide che possono durare fino a marzo. Esse sono la caratteristica certamente più conosciuta delle piante di rusco.

Le bacche del pungitopo conferiscono alla pianta un aspetto molto decorativo, che viene sfruttato molto spesso nelle decorazioni natalizie.


Il rizoma

rusco Il rizoma del pungitopo viene utilizzato per le cure con rimedi naturali, in quanto presenta proprietà diuretiche. Per questo motivo il rusco viene utilizzato nella cura dell'ascite, degli edemi, dell'idropisia, delle disurie e dei calcoli alla vescica. La pianta di ruscus aculeatus presenta anche proprietà astringenti ed antiinfiammatorie.

IL CALENDARIO DEL PUNGITOPO
Impianto autunno-primavera
Fioritura aprile-maggio
Produzione bacche novembre-gennaio
Pulizia/potatura primavera
Semina autunno-primavera
Divisione primavera
Raccolta germogli maggio
Raccolta rami con bacche inverno


Esposizione

ruscus aculeatus Le piante di rusco sono piuttosto rustiche e ben si adattano all'esposizione sia in zone soleggiate che in quelle ombreggiate. E' una varietà che tollera bene il freddo e può essere interrato in vaso anche da novembre a marzo.

In quasi tutta Italia è consigliata una posizione protetta dal caldo e dalla luce, specialmente durante il periodo estivo. L’ideale è inserire il ruscus sotto dei latifoglie o a mezz’ombra. Sopporta egregiamente la luce del mattino, ma è sempre bene evitare di esporlo a quella pomeridiana. Solo in località al di sopra degli 800 metri s.l.m. è una buona idea scegliere un posizionamento più caldo.


Innaffiature

Per quanto riguarda le annaffiature delle piante di pungitopo è bene procedere frequentemente nella stagione estiva, soprattutto se si tratta di piante giovani o coltivate in vaso, mentre nella stagione invernale è bene diradare la fornitura d'acqua. E' importante controllare che non si formino ristagni d'acqua, che potrebbero compromettere la pianta.

Nel periodo primaverile è consigliabile fornire del concime liquido che dia le sostanze nutrienti necessarie al corretto sviluppo della pianta.

Il pungitopo è, come molte tipiche piante della flora mediterranea, molto resistente alla siccità. Richiede, anzi, un terreno molto asciutto: è quindi molto adatto a tutti i giardini sprovvisti di accesso a fonti d’acqua.

Il consiglio è di seguirlo durante la prima annata dalla messa a dimora irrigando inizialmente ogni due settimane, in mancanza di piogge. In seguito potremo intervenire anche solo mensilmente. Dal secondo anno il nostro apporto sarà assolutamente superfluo: un pungitopo ben affrancato non necessita di nessun intervento irriguo.


Terreno Pungitopo

pungitopo Il rusco è una pianta senza particolari pretese in fatto di terreno, infatti si adatta a tutti i terreni purchè ben drenati. Predilige comunque i terreni calcarei.

Il pungitopo vuole un substrato molto drenante, tendenzialmente calcareo. Se quello del nostro giardino risultasse troppo compatto possiamo estrarlo e mescolarvi una buona quantità di ghiaia (grossa e più fine) e un po’ di sabbia di fiume. Per la coltivazione in vaso ottimi miscugli sono quelli specifici per agrumi o per cactacee, cui possiamo aggiungere un po’ di pietrisco o argilla espansa e qualche manciata di ammendante.


Moltiplicazione del Pungitopo

La moltiplicazione del ruscus aculeatus avviene a settembre o in marzo per divisione dei cespi o trapiantando i giovani germogli che si staccano dalle piante madri. La riproduzione per seme si effettua a settembre ma dà risultati in tempi molto più lunghi.

Si piantano in gruppi di tre - cinque, utilizzando piante di entrambi i sessi.

La semina si può effettuare in autunno (interrando la bacca intera) o in primavera (mettendo nel terreno i singoli grani). Manteniamo sempre umido. Le probabilità di successo sono però molto variabili: molti semi, infatti, risultano sterili o poco vitali. È quindi importante utilizzarne una grande quantità.

Molto più semplice e veloce è invece la divisione: bisogna estrarre il cespuglio dal terreno impiegando un forcone. Infine si taglia il rizoma in più parti badando che ognuna abbia almeno una radice e un getto.

In alternativa si possono prelevare, con una vanga, i singoli “torrioni” prodotti in primavera, muniti di una sezione di radici.


Clima per Pungitopo

La coltivazione del pungitopo non è difficile, a patto di riprodurre il più possibile il suo habitat naturale.

Il pungitopo cresce allo stato spontaneo ad altitudini non troppo elevate: preferisce tendenzialmente i climi caldi e i suoli aridi. Gli individui più sensibili alle gelate e ai venti freddi sono quelli giovani: le piante adulte, invece, sono capaci di sopportare climi anche molto rigidi, a patto che l’ambiente non risulti eccessivamente umido.

Se viviamo al Nord o ad di sopra dei 600/800 metri sul livello del mare è consigliabile inserire il soggetto in una posizione ben illuminata durante il giorno e curare particolarmente il drenaggio.


Parassiti e Malattie

pungitopo Per quanto riguarda i parassiti e la malattie che possono colpire la pianta di pungitopo è corretto dire che difficilmente questa varietà è soggetta a problemi gravi ma occorre porre attenzione al marciume radicale che crea un improvviso collasso della pianta seguito da deperimento fogliare.

Un altro problema può essere l'oidio che provoca la comparsa di macchie bianche e polverulente sulle foglie e sui fusti e le foglie si seccano.

Sotto questo aspetto il pungitopo è affidabilissimo: è infatti praticamente immune a malattie e completamente ignorato dai parassiti. Si può incorrere in errori di coltivazione, ma anche sotto questo aspetto è veramente molto tollerante.


Messa a dimora Pungitopo

La messa a dimora si può effettuare in autunno o in primavera. La prima opzione è da preferire perché garantisce una migliore radicazione e una maggiore crescita vegetativa all’arrivo della bella stagione.

Procediamo invece in primavera se viviamo in montagna (in aree molto umide e fredde) e se il nostro terreno ha qualche difetto di drenaggio.

Bisogna scavare una buca larga e profonda il triplo del pane di terra. Sul fondo creiamo uno spesso strato drenante con della ghiaia. Inseriamo il pungitopo e riempiamo con il terriccio eventualmente modificato perché risulti ideale.


Varietà

ruscus hypoglossum R. Hypoglossum originaria dell'Europa, Italia e Asia minore, ha un'altezza di trenta - cinquanta centimetri, pianta suffruticosa con cladodi oblunghi lanceolati non appuntiti.

I fiori sono gialli e sbocciano in primavera, seguiti da piccole bacche rosse. Cresce nelle zone boscose in posizioni completamente ombreggiate; può essere coltivata con le felci.


Concimazione Pungitopo

Non richiede interventi specifici sotto questo punto di vista. Le piante giovani possono trarre giovamento dalla somministrazione primaverile di un blando concime granulare, equilibrato nei suoi elementi.


Potatura del Pungitopo

pungitopo Alla fine dell’inverno è utile eliminare i getti secchi e quelli più vecchi, per dare all’arbusto un bell’aspetto generale e stimolare l’emissione di nuovi rami. Lavoriamo sempre con guanti lunghi e molto spessi visto che la punta delle foglie risulta estremamente appuntita.


Pungitopo, Rusco - Ruscus aculeatus: Possibili Utilizzi del Pungitopo

pungitopo Il pungitopo trova impiego sia in ambito fitoterapico sia in ambito culinario. È conosciuto e apprezzato fin dall’antichità visto che viene citato già nei trattati di medicina scritti da Plinio il Vecchio e Galeno.

Come pianta medicinale

Le parte più apprezzata è senz’altro il rizoma. I medicamenti che se ne ricavano pare siano ottimi vasocostrittori, antiinfiammatori e diuretici. Si utilizzano pertanto per alleviare i problemi legati a cattiva circolazione quali gonfiori, flebiti, insufficienza venosa e gotta. Vengono inseriti anche in lozioni o creme per curare le imperfezioni della pelle, quali capillari deboli e couperose.

Influiscono inoltre sulla durata e regolarità delle mestruazioni femminili.

Bisogna raccogliere il rizoma in pieno autunno, lavarlo bene e lasciarlo essiccare lentamente. Infine andrà sminuzzato e polverizzato per poi essere impiegato all’interno di bevande calde (decotti, tisane) o mescolato ad alcolici.

Le radici di ruscus, di finocchio, di sedano, di asparago e di prezzemolo venivano impiegate per realizzare uno sciroppo medicinale molto apprezzato.

In cucina

Dal punto di vista gastronomico la parte più interessante sono i germogli, molto simili a quelli degli asparagi, che si raccolgono nel mese di maggio. Hanno un gusto molto particolare, amarognolo, ma piacevole. In alcune regioni vengono considerati delle autentiche delizie.

Vanno lessati e poi fatti saltare nei burro (aggiungendo un po’ di formaggio o olio e limone). Possono anche essere impiegati come ingrediente di ottime frittate.

L’ideale è raccoglierli ed utilizzarli il prima possibile; è tuttavia possibile conservarli in frigorifero per due o tre giorni, avvolti in un canovaccio umido.

In passato le bacche era utilizzate come succedaneo del caffè: erano raccolte, tostate e polverizzate per trarne una bevanda calda.

Per la decorazione della casa

I rami di pungitopo sono molto decorativi e vengono apprezzati particolarmente durante i mesi invernali per le loro belle bacche rose, adatte al periodo natalizio. Vengono spesso abbinate o usate in sostituzione di quelle di agrifoglio o di vischio. Se possediamo una pianta possiamo raccogliere i singoli rami a circa 3 cm dal terreno e porli poi in vaso, con acqua fresca: si conservano tranquillamente per diverse settimane.

Se vogliamo coltivare il ruscus specialmente per questo suo aspetto scegliamo un esemplare ermafrodita: avremo così la certezza di avere sempre le bacche. Un’ottima alternativa è anche la Danae racemosa, molto simile, ermafrodita e priva di aculei.

Altri usi

Un tempo i rami di pungitopo venivano usati per la realizzazione di scope rustiche e di attrezzi per la pulizia delle canne fumarie.

Nota sulla raccolta

In molte regioni italiane il pungitopo è una pianta protetta, in quanto fortemente minacciata. È quindi bene informarsi presso le autorità prima di raccogliere rami, germogli o frutti.


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