Lingua di suocera - Epiphyllum
Gli epifilli crescono allo stato spontaneo nelle foreste tropicali dell'America Centrale. Si tratta di piante dall'aspetto esotico, con fusti piatti, di solito stretti, a margini dentellati. Queste piante sono quasi tutte specie epifite che vivono cioè su altre piante e che hanno bisogno del loro sostegno per sopravvivere. Le specie coltivate di Epiphyllum sono 5 e si tratta di Epiphyllum anguliger, Epiphyllum chrtsocardium, Epiphyllum oxypetalum, Epiphyllum crenatum, Epiphyllum ruesti. I fusti dell'Epiphyllum sono articolati e sottili con dei fiori grandi che si aprono di giorno ed hanno per lo più colori molto vivaci, come del resto molte piante tropicali hanno.
Gli
epiphyllum sono piante succulente originarie delle foreste tropicali e subtropicali dell’America Latina. A differenza di altri cactus vivono in un ambiente tendenzialmente molto umido, abbarbicandosi ad altri alberi, come fanno anche le orchidee epifite. Sono diventati molto popolari come piante d’appartamento per la facilità di coltivazione, il loro particolare portamento decombente e per la magnifica e colorata fioritura.
All'estremità dei tronchi sbocciano grandi fiori molto belli, che durano di solito un giorno e una notte.
GLI EPIPHYLLUM IN BREVE |
Famiglia, genere | Cactaceae, Epiphyllum |
Altezza a maturità | 80 cm |
Coltura | semplice |
Velocità di crescita | media |
Manutenzione | bassa |
Rusticità | Non rustica, temperatura minima 10°C |
Necessità idriche | Medie |
Umidità ambientale | Medio-alta, specie in estate |
esposizione | Mezz’ombra | utilizzo | Vaso in casa o all’esterno | terreno | Leggero e ben drenato | pH | acido |
Il genere Epiphyllum, appartenente alla famiglia delle Cactaceae, è composto da una ventina di specie originarie delle foreste pluviali del Brasile e del Paraguay. Nel loro ambiente naturale crescono sugli alberi (dove germina già il seme, portato dal vento) nutrendosi di materiale in decomposizione e idratandosi grazie alla pioggia e all’umidità presente nell’aria.
Gli steli, che in alcuni casi raggiungono anche la lunghezza di un metro, si ramificano abbondantemente e sono composti da sezioni piatte rettangolari o a triangolo con bordi ondulati o dentellati, privi di spine.
Inizialmente sono di un bel verde chiaro per poi virare verso il grigio.
La pianta è priva di foglie, ma la fotosintesi clorofilliana è svolta dalle singole sezioni presenti sul fusto. Le specie sono caratterizzate da fiori bianchi profumatissimi che si aprono solamente durante le ore notturne, dalla primavera all’estate. L’impollinazione avviene ad opera di pipistrelli o di falene notturne, dotate di una lunghissima spirotromba capace di raggiungere il nettare presente sul fondo della corolla. In seguito vi è lo sviluppo di un frutto, edule, lungo fino a 4 cm. La polpa è bianca e gelatinosa, cosparsa da piccoli semi rotondi e neri.
Il nome
epiphyllum deriva dal greco e significa “fiore sulla foglia”.
Ogni 10 giorni circa durante il periodo delle fioriture, si diluiscono poche gocce difertilizzante liquido nell'acqua delle innaffiature.
Per ottenere fioriture abbondanti e colorate è bene da aprile a settembre distribuire una volta al mese un concime per piante fiorite, con un basso tenore in azoto e alto in potassio. Per stimolare una pianta che fatica a fiorire si può cominciare a concimare già da febbraio, aumentando l’esposizione alla luce.
Verso la fine di luglio-inizio di agosto, terminata lo fioriture, si prelevano dal fusto le talee lunghe 10-15cm, che si lasciano asciugare per un paio di giorni. Si piantano quindi in un buon composto a base di terra fertile che va tenuta umida e si collocano all'ombra, a 21°C di temperatura circa. Le talee hanno bisogno di aria fresca, per cui non vanno coperte. Dopo la radicazione, che avviene in 2 - 3 settimane, si coltivano nel modo indicato per le piante adulte.
abbondanti nel periodo vegetativo in modo che il composto sia completamente umido; da ottobre a marzo si tiene il terriccio appena umido, senza mai lasciar asciugare completamente le radici. Quando cominciano a formarsi le gemme, si aumenta la quantità di acqua fornita e si inìzia a fertilizzare la pianta per favorire lo sviluppo delle gemme da fiore.
Le annaffiature eccessive, soprattutto in inverno con il freddo, fanno avvizzire i fusti e marcire le radici. Quando la pianta è a riposo il composto deve essere umido ma non bagnato e bisogna innaffiare quanto basta a evitare che le radici secchino.
Questo tipo di cactacea richiede che le radici siano sempre in un ambiente leggermente umido, specialmente durante il periodo vegetativo (durante la primavera e l’autunno). Un buon metodo consiste nell’attendere che lo strato più superficiale di terreno risulti asciutto per poi irrigare abbondantemente utilizzando un sottovaso. Dopo circa un’ora questo andrà tolto eliminando l’acqua defluita attraverso i fori di scolo.
Generalmente è necessario intervenire settimanalmente durante l’estate e ogni circa 15-20 giorni nelle altre stagioni. In inverno si può anche quasi sospendere per indurre la pianta ad entrare in riposo vegetativo.
Quando le temperature sono alte è utile vaporizzare frequentemente con acqua demineralizzata. L’epiphyllum gradisce anche gli scrosci naturali di pioggia.
L'epifillo preferisce una buona luce diffusa e non ama l'esposizione in pieno sole. Anche in inverno la pianta necessita di buona luce, ma deve essere protetta dall'insolazione diretta.
Un'esposizione troppo prolungata al sole provoca bruciature alle foglie; occorre assicurare alla pianta una posizione luminosa ma riparata.
Questa pianta necessita di una luce piuttosto soffusa. L’ideale è posizionarla nei pressi di una finestra schermata da una tenda di colore chiaro. Bisogna evitare assolutamente, soprattutto da maggio a settembre, di esporla direttamente ai raggi solari che potrebbero causare gravi scottature agli steli.
All’inizio della primavera, però, può essere utile esporla maggiormente per stimolare la crescita e l’emissione di boccioli fiorali.
Si consiglia un buon composto da vaso a base di torba. Prima di scegliere il contenitore è bene tenere presente che nel giro di qualche anno la pianta diventerà sicuramente molto grande, con steli lunghi e pesanti. È quindi indispensabile scegliere un vaso di grandi dimensioni e possibilmente molto stabile. L’ideale è che sia più largo che alto, anche perché le radici non hanno bisogno di andare molto in profondità.
Procuriamoci un terriccio molto drenante e con un pH piuttosto acido. Per ottenere una composta ideale possiamo per esempio mescolare 2/3 di terriccio per piante acidofile con 1/3 di materiale drenante, quale sabbia di fiume, perlite, polistirolo o anche piccoli pezzetti di corteccia. Il risultato non deve essere troppo omogeneo.
Dopo aver composto il vaso, lasciando le radici piuttosto superficiali, è bene attendere almeno due giorni prima di irrigare perchè le parti eventualmente danneggiate possano cicatrizzarsi al meglio e non si instaurino invece marciumi.
La temperatura minima minima invernale non deve scendere sotto i 10°C. L’epiphyllum raramente soffre se esposto ad alte temperature, specialmente quando l’umidità ambientale si mantiene alta.
È bene, per evitare danni, scongiurare che si scenda sotto i 10°C, perché è davvero poco rustica.
Siccome ama il ricircolo d’aria è consigliabile tenere all’interno la pianta da novembre a maggio e spostarla all’esterno appena possibile, nella bella stagione, rispettando le sue esigenze di luce.
Chiazze bianche e cotonose sono sintomo di attacco da parte della cocciniglia. I parassiti più comuni per gli epiphyllum sono le cocciniglie cotonose e quelle a scudetto. Piuttosto frequenti sono anche le “pulci di terra”.
In entrambi i casi sono molto efficaci gli insetticidi sistemici somministrati tramite irrigazione.
Se l’infestazione di cocciniglia è di piccole dimensioni si può però intervenire semplicemente rimuovendo i soggetti e disinfettando l’area con del cotone e alcool.
Gli steli possono però diventare preda anche di crittogame: causano generalmente delle macchie scure lungo gli steli. Se sono di piccole dimensioni si può intervenire con prodotti specifici, curativi ed eradicanti.
Nel caso l’affezione sia ormai troppo estesa è invece consigliato rimuovere la parte compromessa.
Epiphyllus crenatum produce fiori che si aprono solo durante il giorno. E' una pianta eretta e ramificata, alta fino a 90 cm circa.
I fusti, di sezione cilindrica nel tratto basale, sono piatti per la quasi totalità della lunghezza e hanno l'aspetto di foglie grigio verdi e carnose, con margini dentellati. I fiori bianco crema a forma di tromba, sono lunghi 20-25 cm e larghi 15 cm. La maggioranza degli ibridi di Epiphyllus diffusi nei vivai deriva dall'incrocio di questa specie con altre.
Le varietà ibride sono solitamente più semplici da coltivare e fioriscono più facilmente delle specie tipiche. Le varietà "Cooperi" e "Kimnachi" hanno entrambe graziosi fiori bianchi, profumati, che si aprono a mezzogiorno e durano solo 24 ore. Altre varietà hanno fiori più durevoli (4 - 5 giorni) come ad esempio "Dreamland".
Il genere Epiphyllum, con fioritura notturna, è stato impiegato dai ricercatori varietali per creare ibridi con altre piante simili per ottenere corolle più grandi, durature, dai colori più sgargianti e con apertura diurna.
I generi impiegati per le ibridazioni sono stati l’ Heliocereus e il Disocactus phyllanthoides.
Varietà a fiori notturni sono state ottenute invece grazie all’impiego del genere Selenicereus.
Attualmente le “lingue di suocera” sono disponibili con petali che vanno dal bianco al giallo, al rosso, al rosa fino al salmone.
Nome | Steli | Fiori e frutti | Colori | Altre caratteristiche |
Epiphyllum ibrido, lingua di suocera | Piatti o a tre facce, larghi da 1 a 10 cm, lunghi fino a 80 Cm | I fiori nascono sul bordo dello stelo. Diametro da 10 a 15 cm.profumati | Bianco, giallo, rosa, rosso, salmone | Coltivazione semplice |
Epiphyllum oxypetalum | Fino a 1,50 m di lunghezza, cilindrici. Si ramificano in steli piatti | Fino a 20 cm di diametro, profumati, in un’unica notte dell’anno | Bianco | Dall’America Latina |
Epiphyllum crenatum | Cilindrici ed eretti, poi piatti. Fino a 60 cm di lunghezza | Lunghi fino a 20 cm, all’inizio dell’estate | Giallo, verde, aranciato o rosso, con petali esterni spesso a contrasto | Dall’America centrale |
Sebbene le Epiphyllus siano cactacce, non sono piante tipiche dei deserti. Sono originarie, infatti, delle foreste dell'America tropicale e non necessitano, perciò, di molto sole. Crescono bene, comunque, in posizioni ben illuminate. Si coltivano in vasi di 15-25 cm, riempiti con una composta ricca di terriccio di foglie e farina di ossa o a base di torba. Non si devono mai lasciar seccare le radici delle piante, nemmeno durante l'inverno.
Quando si cominciano a formare i boccioli, ogni 15 giorni si somministra un fertilizzante ad alto contenuto di potassio. Durante l'estate è necessario proteggere le piante dal sole troppo forte. Si rinvasano annualmente, dopo la fioritura. Se i fusti avvizziscono, si recidono le parti apicali della pianta, si fanno asciugare per alcuni giorni e si piantano in contenitori riempiti con composta.
La pianta era già conosciuta nel XVII secolo in Estremo Oriente e tenuta in grande considerazione per la sua qualità di fiorire durante le notti estive di luna piena. In Vietnam si è sviluppata una leggenda che racconta come il fiore sia la reincarnazione di una principessa allontanata dal padre, che non condivideva il suo amore per un giovane di origini plebee. Veniva impiegato anche a fini rituali e medicinali, visto che gli erano riconosciute virtù toniche e afrodisiache.
La gloria botanica in Occidente cominciò però solamente alla metà del 1800, quando gli Inglesi gli dedicarono espressamente delle esposizioni. In particolare venne immediatamente lodato l’ Epiphyllum crenatum e si tentò da subito di ottenere degli ibridi con colori più vivi e fioritura diurna.
L’epiphyllum nelle giuste condizioni cresce piuttosto velocemente e può quindi rendersi necessario un rinvaso ogni anno. L’ideale è procedere dopo la fine della fioritura evitando poi di irrigare per almeno una settimana.
IL CALENDARIO DELL’EPIPHYLLUM |
Rinvaso | Maggio-inizio luglio |
Concimazione | Da febbraio a ottobre |
Esposizione alla luce prefioritura | febbraio |
Pulizia | Luglio-agosto |
Talea | Maggio-agosto |
Fioritura | Primavera, ma può avvenire anche in altri periodi |
È una pianta piuttosto autonoma, ma per mantenerla sempre bella e vitale è bene intervenire eliminando gli steli esausti (grigi) o danneggiati. Si consiglia di effettuare questa operazione in piena estate.
Il metodo più comune da noi è senza dubbio la talea perché è semplice e veloce.
La semina non è particolarmente difficile, ma è necessario che il fiore sia impollinato manualmente con il polline di un individuo totalmente diverso perché i grani risultino poi fecondi. Inoltre è un processo piuttosto lungo: i primi fiori si vedranno solamente 6-8 anni dopo la germinazione. È quindi una pratica riservata solo a vivaisti o ad appassionati.
TaleaSi procede in primavera o all’inizio dell’estate.
Si preleva una sezione terminale di stelo, di circa 20 cm di lunghezza. Bisogna lasciarla asciugare per 2 giorni prima di inserirla nel vaso. La composta ideale per l’attecchimento è prodotto mescolando metà terriccio e metà perlite. Umidifichiamo bene e poniamo ad una temperatura tra i 20 e i 24°C, con una buona luce, ma non diretta.
La radicazione avviene piuttosto velocemente, ma per favorire la crescita vegetativa è bene impedire l’emissione di boccioli durante la prima annata.