Melocactus - Melocactus communis

Caratteristiche generali

I Melocactus sono cactacee originarie dell’America centrale e meridionale; al genere appartengono circa una trentina di specie, con fusto globoso, caratterizzato da areole con grosse spine arcuate ed una particolare formazione posta sull’apice delle piante, detta cefalio, simile ad un turbante di sottili peli grigiastri, rosati o rossastri; il nome melocactus deriva proprio dal cefalio, che sembra una mela posta sulle piante. Il cefalio non caratterizza le piante giovani, in quanto impiega alcuni anni a formarsi; i melocactus hanno sviluppo molto lento, e capita spesso di trovare esemplari innestati su cactacee a sviluppo più rapido, come i trichocereus. Producono fiori colorati, che sbocciano dal cefali, seguiti da piccoli frutti rossi.

I Melocactus sono piante di difficile coltivazione, adatte ad esperti di coltivazione di cactacee, e sconsigliati ai principianti. Non producono polloni basali, quindi tutti gli esemplari che troviamo in vivaio sono prodotti da seme, ed hanno alcuni anni di vita; per questo motivo, oltre ad essere difficile da coltivare, il melocactus è anche costoso, motivo in più per lasciare queste piante in mano a coltivatori esperti.

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Coltivare i melocactus

melocactusI Melocactus, come dicevamo, sono di coltivazione abbastanza difficile, in quanto necessitano di alte temperature per tutto l’arco dell’anno, bassa umidità e alta luminosità. In estate non amano il sole pieno, soprattutto se poste all’aperto, quindi troveremo un luogo a mezz’ombra, molto luminoso ma caratterizzato da poche ore al girono di luce solare diretta, e possibilmente si tratterà delle ore più fresche della giornata. In inverno necessitano di temperature superiori ai 10-12°C, quindi si coltivano in serra temperata o in casa, ma sempre in luogo molto luminoso, anche in pieno sole, che essendo basso sull’orizzonte non rischierà di scottare l’epidermide dei fusti.

Le annaffiature devono essere parche, da fornire solo quando il terreno è ben asciutto; durante i mesi invernali annaffieremo solo sporadicamente, con piccole quantità d’acqua, mentre nella bella stagione possiamo annaffiare circa una vola a settimana, evitando di fornire acqua se ha piovuto, o se il terreno risulta ancora umido. Evitiamo sempre e comunque di bagnare il cefalio, che altrimenti viene colpito da muffe e funghi.

I melocactus hanno un apparato radicale abbastanza ampio e profondo (paragonato a quello di altre cactacee), per questo motivo in genere non vengono coltivati nei comuni vasi per cactacee, decisamente molto piccoli; si pongono a dimora invece in ampie ciotole, in modo che le radici possano trovare tutto lo spazio di cui necessitano. Il substrato dovrà essere molto poroso, costituito da terriccio universale, mescolato con pietra pomice, lapillo o pozzolana, o con un qualsiasi materiale utile a simulare un terreno roccioso e molto permeabile; se coltivati in terriccio non idoneo, i melocactus tendono ad ammalarsi con facilità, nell’arco di breve tempo. Le concimazioni si forniscono solo nel periodo vegetativo, da aprile a settembre, circa una volta al mese; utilizziamo sempre un concime per piante succulente, evitando altri tipi di concimi, che contengono eccessive quantità di azoto, dannose per le cactacee.


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    Melocactus: Propagare i melocactus

    melocactusQueste piante, al contrario di altre cactacee, non accestiscono e non producono i cosiddetti “figli” alla base, neppure dopo svariati anni di coltivazione; i frutti però contengono sempre un certo numero di piccoli semi fertili. Prima di utilizzarli, liberiamoli della polpa e lasciamoli asciugare al sole per qualche giorno, quindi spolveriamoli con del fungicida, in modo che non producano muffe o funghi una volta posti nel vaso di semina.

    Prepariamo un buon terriccio di semina, costituito da sabbia di fiume lavata e torba in parti uguali; disponiamolo in un vassoio di semina e annaffiamolo bene. Risulta importante bagnare in anticipo questo tipo di terriccio, perché tende ad impiegarci del tempo prima di reidratarsi, soprattutto se utilizziamo della torba asciutta; inoltre bagnandolo prima, non rischieremo di spostare i semi, una volta posti a dimora.

    Quando il terriccio è ben umido, posizioniamolo in un sotto vaso, e spargiamo i semi, facendo attenzione di distanziarli bene; copriamo con un sottile strato di vermiculite: si tratta di un materiale inerte, leggero e chiaro, che ci permette di mantenere in sede i semi e di trattenere sempre un poco di umidità sulla superficie del terreno, senza levare ai semi la luce solare, che favorisce la germinazione. Posizioniamo il vassoio in un sacchetto di plastica, che chiuderemo ermeticamente, in modo che funzioni come una serra, mantenendo il calore e l’umidità vicino ai semi. Il vassoio di semina andrà posizionato in un luogo caldo e luminoso, ma senza raggi solari diretti. Nell’arco dei giorni successivi vigiliamo, facendo attenzione che il terreno risulti sempre umido: se ci sembra secco, apriamo il sacchetto e mettiamo un poco di acqua nel sottovaso.

    una volta geminare le piantine, leviamo il sacchetto di plastica, facendo attenzione però di tenere il vassoio in una zona poco soggetta a venti forti. Le giovani piantine dovranno venire annaffiate solo quando il terreno è asciutto, e prediligono posizioni moto luminose e calde, proprio come gli esemplari adulti.



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