Coltivazione carciofi

Coltivazione carciofi

Il carciofo è una pianta perenne che appartiene alla famiglia delle Compositae. E’ originaria del bacino del Mediterraneo, coltivata in Italia a scopo commestibile come ortaggio sin dal Medioevo ed è utilizzata sia nell’alimentazione sia in erboristeria per le sue virtù benefiche contro il mal di fegato. Il carciofo è una pianta cespitosa provvista di radice rizomatosa, con fusto eretto di colore verde; le foglie alterne, sono verdi nella pagina superiore e bianche in quella inferiore. Conosciuto ed apprezzato come ortaggio fin dal tempo degli antichi romani viene prodotto in due varietà; spinose e non spinose. La specie di carciofo selvatica invece,cresce spontanea nelle isole Italiane e nelle regioni meridionali. In piena crescita, la pianta si estende e copre una superficie di circa sei metri di diametro e raggiunge un'altezza di tre o quattro metri. Il "verde" che mangiamo è in realtà il bocciolo del fiore della pianta. Il carciofo in effetti non conosce soste ai fini della produzione per cui, è disponibili dodici mesi l'anno con la maggiore produzione in primavera ed in autunno. Ci sono più di 140 varietà di carciofo ma meno di 40 sono coltivate commercialmente. Oggi nella maggior parte del mondo si consumano carciofi coltivati in Francia, Italia e Spagna, mentre la California fornisce quasi il 100% del raccolto agli Stati Uniti.
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Coltivazione

coltivare carciofi Il carciofo si coltiva in terreni di medio impasto, lavorati in profondità e ben concimati; dà un buon prodotto e può essere coltivato sia in terreni argillosi-calcarei, sia in terreni torbosi ed acidi. Carducci è il nome dato ai germogli nati al piede della pianta adulta; raccolti dalle piante più sane e meglio formate si liberano dalle gemme che essi stessi presentano alla base, si cimano poi all’apice delle foglie e si piantano in primavera per avere una produzione autunnale-invernale (se sono varietà rifiorenti) oppure si piantano in autunno (se si tratta di varietà non rifiorenti) per avere una riproduzione primaverile. Dopo aver piantato i carducci è consigliabile effettuare frequenti irrigazioni e qualche concimazione con fertilizzanti preferibilmente a base di azoto. I carciofi romani ed i carciofi chioggiotti danno una produzione tardiva (marzo-aprile); infatti, in estate si sarchia il terreno e si tolgono i polloni giovani dalla pianta adulta lasciandone uno solo, che si rimette in vegetazione. Infine si dovrà procedere a vangare tutt’attorno alla pianta e concimare abbondantemente quindi si rincalza, completando così le operazioni autunnali.


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Manutenzioni

coltivazione dei carciofi Dal momento che le piante adulte possono raggiungere 4-5 metri di altezza e prosperano in pieno sole a mezz’ombra, hanno quindi bisogno di luce. Per preparare il terreno bisogna lavorarlo con circa dodici centimetri di terriccio composto, scavando ad una profondità e ad una larghezza di circa otto centimetri. Due sono i motivi per cui le piante di carciofo non danno risultati: il primo è la siccità estiva mentre il secondo è il gelo invernale molto più rischioso in quanto, l’eccesivo quantitativo di acqua piovana o di ghiaccio sciolto rendono il terreno eccessivamente umido ed in entrambi i casi i carciofi tendono a marcire. L'aggiunta di materiale drenante come può essere la terra d’erica o la torba a scaglie migliora la capacità del suolo di trattenere l'acqua sia in estate che in inverno rendendo il suolo più permeabile. Quando la pianta raggiunge il suo punto migliore ai fini dello sviluppo è opportuno all’incirca ogni due settimane incoraggiare le gemme alla fioritura con fertilizzanti a base di potassio, eliminare le erbacce ed aggiungere una miscela di letame e foglie decomposte. Questa operazione di prevenzione è fondamentale in quanto il carciofo è costantemente a rischio di essere attaccato da un parassita molto pericoloso chiamato “agromyza andalusiaca” detta mosca dei carciofi.


Gli usi

carciofi Come è noto il carciofo è un ottimo rimedio contro i disturbi causati dal cattivo funzionamento del fegato. Se ne fanno decotti facendo bollire delle foglie essiccate in acqua e bevendoli almeno tre volte al giorno. Molto efficace è anche il vino medicinale, che si ottiene mescolando ad un normale vino bianco delle foglie lasciate in infusione per una settimana. Trascorso tale periodo vengono filtrate con un colino, strizzate ed il liquido ricavato conservato in una bottiglia. E’ sufficiente consumarne un bicchierino ad ogni pasto principale. Tra le varie specie di carciofo se ne coltiva uno in particolare chiamato “cynara cardunculus altilis che appartiene alla stessa famiglia del carciofo, ma in realtà è un cardo ed è molto apprezzato come ortaggio e fa parte della categoria delle spinose e non spinose. Anche questa coltivazione avviene in Italia e la semina si fa in piccoli vasi o in terrine per sviluppare delle piantine da interrare poi nell’orto. Anche in questo caso si utilizzano fertilizzanti a base di azoto, regolari sarchiature di terreno ed innaffiature abbondanti. La parte commestibile di tutti i carciofi è in realtà quella che produce più fiori anche se la parte terminale dello stelo, anch’essa commestibile ha per la pianta la funzione di aspirare il liquido del terreno. Infine se il carciofo non vien raccolto per essere manipolato in usi medicali o alimentari, potremo notare che all’apice di ogni singolo ortaggio appariranno delle infiorescenze a cespuglio colorato violaceo che diventano nonostante tutto simili ad un fiore alquanto particolare.



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