Come coltivare le orchidee

vedi anche: Orchidee

Come coltivare le orchidee: la scelta

Lo sapevate? Il nome orchidea deriva dal greco "orchis" che significa testicolo, in riferimento alla forma dei tuberi sotterranei di alcune orchidee terrestri delle regioni temperate. I dati scientifici ottenuti dal polline di un’orchidea estinta ritrovata in un’ambra, dimostrano che questa specie esiste da circa 86 milioni di anni.

Pianta tropicale per eccellenza, oggi è diffusa anche nei nostri appartamenti. Se vi state domandando come coltivare le orchidee, sappiate che prendersene cura non è difficile, soprattutto per quanto riguarda la "Phalaenopsis", l'orchidea più diffusa sul mercato. Quando acquistate un’orchidea, sceglietene una che non abbia già tutti i fiori sbocciati e che sia invece ricca di boccioli ancora da schiudersi.

Le foglie devono essere rigide e le radici di un bel verde. Importante: non prendete mai un’orchidea che abbia un gambo al centro della pianta, perché le impedirà di crescere e la perderete a poco a poco.

Piante di orchidee

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Come coltivare le orchidee: dove collocarle

orchidea Phalaenopsis Le orchidee necessitano di molta luce. In estate devono essere poste in un luogo luminoso ma al riparo dai raggi di sole, che potrebbero bruciar loro le foglie. Se mettete l’orchidea dietro ad un vetro, abbiate l’accortezza che sia schermato da una tenda.

L’orchidea Phalaenopsis, nella bella stagione può essere messa anche in terrazzo, in un punto riparato dalle correnti d’aria e privo di sole diretto. Durante l’inverno, invece, il davanzale di una finestra è il luogo ideale perché il sole è meno intenso.

Come tutte le piante tropicali, le orchidee hanno bisogno di umidità e solitamente la cucina e la sala da bagno sono le stanze che ne hanno di più, quindi, se sono ben illuminate, potrebbero essere il luogo ideale in cui porre un’orchidea. La temperatura è molto importante: dev’essere fra i 18° e i 22°. In casa l’aria è secca, perciò le foglie andranno nebulizzate una o due volte al giorno; le annaffiature devono essere regolari ma non troppo abbondanti: in primavera ed estate una volta a settimana, durante l’inverno una o due volte al mese. Per annaffiarla immergete per qualche minuto il vaso in una bacinella (meglio se di acqua piovana).

Orchidee in breve
Famiglia Orchidaceae
Tipo di pianta  Pianta da fiori e da reciso
Origine Zone tropicali e zone temperate
Portamento  Rampicante, ricadente, a cespuglio
Uso Da fiori o da reciso
Altezza a maturità  Da 15 cm a 10 m
Velocità di crescita  Lenta
Malattie e parassiti Cocciniglia, lumache


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Orchidee: come farle rifiorire

fiori di orchidea Le orchidee sono delle bellissime piante d'appartamento finché hanno i fiori, i problemi iniziano quando questi cominciano a sfiorire uno ad uno. Allora che fare? Prima di tutto occorre togliere tutti i fiori ormai sfioriti e lasciare riposare la pianta per qualche giorno. Le orchidee possono rifiorire, ma occorrono alcuni accorgimenti, come tagliare il gambo dove i fiori sono appassiti al di sopra del secondo occhio.

Se era già una seconda fioritura, il gambo deve essere tagliato molto più corto. Questa operazione va ripetuta ogni volta dopo la sfioritura dei fiori. Durante la primavera e l’estate concimatele con concimi speciali per orchidee, facilmente reperibili in commercio; quelli liquidi in spray sono i migliori: vi basterà spruzzarne un po’ sulle radici due o tre volte al mese. Se seguite attentamente questi consigli, le vostre orchidee rifioriranno ogni due o tre mesi e lo faranno ancora per almeno 3 o anche 5 anni.


Orchidee: malattie e cure

orchidee con foglie disidratate Se le foglie dell’orchidea cominciano a diventare molli e/o ingialliscono, significa che la pianta è disidratata. Può dipendere da un’annaffiatura non sufficiente, nel qual caso basterà aumentarla. Potrebbe però derivare anche dal caso contrario, ossia da un’annaffiatura troppo abbondante, che fa marcire le radici creando problemi a tutta la pianta.

A volte, le foglie patiscono anche se le annaffiature sono corrette: la causa potrebbe essere un terreno poco adatto perché assorbe troppa acqua, rovinando radici e fogliame. Occorre sostituirlo con un terriccio "speciale orchidee". Un’altra malattia frequente nelle orchidee è l'infestazione da cocciniglia farinosa.

Questi parassiti si insinuano nelle ascelle fogliari o sulle foglie e fanno morire la pianta. Eliminateli applicando direttamente sulle cocciniglie un coton-fioc imbevuto d’alcool etilico denaturato, così salverete l’orchidea e anche le piante intorno.


Orchidee informazioni generali

Le orchidee colpiscono per la loro bellezza e stupiscono per le forme bizzarre e la grandissima varietà di colori. Perciò è difficile resistere alla tentazione di volerle avere in casa per godere del loro indiscutibile fascino esotico e impreziosire qualunque ambiente domestico.

Le orchidee appartengono alla famiglia delle Orchidaceae, che comprende circa 800 generi e 20.000-30.000 specie, oltre a una serie innumerevole di ibridi.

Sono presenti in quasi tutte le aree del globo, con specie terricole che vivono in regioni dal clima temperato, e specie soprattutto epifite (crescono ancorandosi con le radici a rami e alberi, oppure a rocce coperte da muschi), ma anche terricole, nella fascia tropicale e subtropicale. Oltre a un habitat molto diverso, le orchidee hanno forme ed esigenze colturali differenti.

In base alla struttura della pianta è possibile distinguerle in due gruppi: monopodiali e simpodiali. Le prime sono costituite da un singolo fusto con crescita verticale e radici aeree. Al secondo appartengono le orchidee provviste di un rizoma a sviluppo orizzontale da cui prendono origine gli pseudobulbi.


Quanto è difficile coltivare orchidee?

coltivare orchidee La coltivazione, anche non essendo particolarmente difficoltosa per alcune specie, si rivela problematica per i problemi connessi alla ricreazione delle condizioni ambientali tipiche dei luoghi di origine. Le orchidee dell'area tropicale e subtropicale, caratterizzata da estati piovose e inverni secchi, hanno bisogno di condizioni climatiche diverse dalle nostre, di una notevole all'escursione termica notte-giorno e di un'elevata umidità ambientale.

Tra le specie più facili da coltivare per le limitate esigenze e per l'adattabilità alle condizioni ambientali e climatiche, vi sono la phalaenopsis, il dendrobium, il cymbidium e l'oncidium.

Le regole fondamentali per la coltivazione sono una corretta illuminazione, un tasso di umidità sufficiente, un corretto apporto idrico e una fertilizzazione adeguata.


Scegliere il luogo adatto

Il posto migliore (se non disponete di una serra) è al riparo dalle correnti d'aria, ma aerato e con luce sufficiente. Ponetela al riparo dalla luce diretta del sole e lontano da fonti di calore. Ma il posto deve essere scelto anche considerando le particolari temperature estive e invernali di cui ha bisogno la pianta, e le temperature del luogo in cui si abita.


Quale temperatura per le orchidee

vasi orchidee Il posto migliore (se non disponete di una serra) è al riparo dalle correnti d'aria, ma aerato e con luce sufficiente. Ponetela al riparo dalla luce diretta del sole e lontano da fonti di calore. Ma il posto deve essere scelto anche considerando le particolari temperature estive e invernali di cui ha bisogno la pianta, e le temperature del luogo in cui si abita.

Serra freddaEstateInverno
 Giorno Da 14° a 20° Da 12° a 15°
 Notte Da 10° a 12° Da 8° a 11°
Serra temperata  
 Giorno Da 17° a 25° Da 15° a 20°
 Notte Da 15° a 18° Da 12° a 16°
Serra calda  
 Giorno Da 20° a 30° Da 18° a 24°
 Notte Da 18° a 20° Da 17° a 20°

Come è evidente, in base al clima italiano i maggiori problemi si creano per le orchidee che hanno bisogno della serra fredda in quanto in estate è difficile avere durante il giorno una temperatura di 200 gradi e di notte 100 o 120 gradi. Ma non è molto facile neppure coltivare quelle da serra calda, poiché in estate le temperature superano i 300 durante il giorno e i 180 -200. di notte, e l'escursione termica non è tanto marcata. Perciò, occorre scegliere le specie o gli ibridi che sono maggiormente adatti al clima, che sopportano temperature estive molto elevate e invernali molto basse.


Umidità dell'aria

Le orchidee epifite delle aree tropicali e subtropicali necessitano di un tasso di umidità dell'aria piuttosto elevato, e in appartamento è difficile raggiungere un'umidità ambientale pari al 50%. Se avete molte orchidee si consiglia di utilizzare un umidificatore, altrimenti potete rimediare ponendo il vaso su un sottovaso con delle palline di argilla espansa e acqua. L'evaporazione dell'acqua a causa delle temperature medie di un'abitazione assicureranno all'orchidea la quantità sufficiente di umidità. Nelle giornate calde, per aumentare il livello di umidità, nebulizzate con regolarità dell'acqua sulla pianta.


Esposizione delle orchidee

Le orchidee hanno bisogno di molta luce, ma non della luce diretta poiché, vivendo nelle foreste tropicali, catturano la luce del sole attraverso le foglie degli alberi. L'intensità e la quantità di luce diurna cambiano in relazione alla stagione, perciò fate attenzione a scegliere la posizione migliore in base alla luminosità.

In estate, se la tenete in appartamento, preferite una posizione al riparo dai raggi diretti del sole, che brucerebbero le foglie. Ma scegliete comunque una posizione ben illuminata. Meglio se la luce viene schermata da tende. Non lasciate l'orchidea all'ombra poiché la mancanza di luce adeguata pregiudicherebbe la fioritura.

In inverno collocarla in un luogo luminoso, ad esempio vicino a una finestra o a una sorgente di luce. Soprattutto nei periodi in cui le giornate sono grigie, fate in modo che alla pianta sia assicurata durante il giorno la maggiore luminosità possibile. Nelle giornate più luminose, è possibile lasciarla al sole, purché sia al riparo delle correnti e dai cambiamenti di temperatura.

La carenza di luce è evidente nella tendenza della pianta a sviluppare delle foglie più lunghe, dovute al tentativo di catturare la luce.


Periodo di riposo delle orchidee

La fase di riposo delle orchidee varia in relazione alle zone originarie. In Europa il riposo avviene in genere nel periodo invernale, durante il quale le orchidee sono tenute a temperature più basse e quelle provviste di pseudobulbi non vengono innaffiate per favorire la fioritura. Per le specie senza pseudobulbi, il periodo di riposo è ridotto o assente.

La coltivazione delle orchidee
Manutenzione  Difficoltà media
Esposizione Sole, mezz'ombra
Uso Interno, serra, veranda
Temperatura Varia a seconda della specie
Terreno Drenato
Innaffiatura Abbondanti nel periodo della crescita
Necessità idrica  Media
Tasso di umidità Almeno 50%
Concimazione Soprattutto durante il periodo della crescita
Moltiplicazione Divisione, talea


Vaso o zattera

Le orchidee sono in genere coltivate in recipienti di plastica o di terracotta con terreno specifico. Il recipiente deve essere adatto alla pianta e non troppo grande, anzi sceglietene uno grande quanto la pianta poiché sarà il migliore per l'orchidea.

Per le orchidee di piccole dimensioni sono adatte anche le zattere di sughero o legno, simili ai supporti naturali ai quali si abbarbicano in natura le orchidee. Se coltivate in questo modo, le orchidee hanno bisogno di un maggior numero di nebulizzazioni, e per garantire il sufficiente apporto idrico, la zattera può essere immersa direttamente nell'acqua.


Rinvaso orchidee

rinvaso orchidee Effettuate il rinvaso in media ogni due o tre anni scegliendo un vaso che sia leggermente più grande di quello utilizzato in precedenza. La stagione più adatta a questa operazione è la primavera. Se lo stelo è particolarmente pesante, fornitela di un supporto.


Terreno

Procuratevi del terriccio specifico per orchidee. In genere il terriccio è costituito da corteccia di pino, ai quali vengono aggiunti pezzetti di polistirolo e sughero, carbone da legna e palline di argilla espansa. Per le orchidee epifite di piccole dimensioni è possibile utilizzare una zattera di legno o di sughero e dello sfagno.

Concimazione

La concimazione deve essere effettuata ogni due settimane durante il periodo della crescita. Usate un concime liquido sciolto nell'acqua per le innaffiature.


Innaffiature

Le orchidee utilizzano normalmente l'acqua presente nell'aria, perciò occorre evitare ad esempio di innaffiare e bagnare le foglie. In media, nel periodo della crescita, è sufficiente un'innaffiatura o due a settimana, e dopo la fioritura un'innaffiatura ogni venti giorni, diminuendo progressivamente la quantità di acqua all'avvicinarsi del periodo autunno-inverno, quando nelle regioni originarie inizia la stagione secca.

Controllate sempre il terreno prima di innaffiare nuovamente. Utilizzate dell'acqua non calcarea e, se possibile, acqua piovana. L'acqua molto dura è dannosa, perciò utilizzate dei filtri per eliminare il calcio.

Dopo l'innaffiatura, rimuovete l'acqua dal sottovaso se non volete veder marcire le radici, e non eccedete con le quantità. Fate attenzione che la temperatura dell'acqua sia quasi uguale a quella ambientale ossia intorno ai 200 gradi. Se l'orchidea viene tenuta su zattera è necessario provvedere a nebulizzazioni frequenti o a immergere la zattera nell'acqua.


Riprodurre le orchidee

Riprodurre le orchidee La moltiplicazione viene effettuata attraverso la divisione in primavera, al momento del rinvaso. Se nella pianta si sono formati più pseudobulbi è possibile dividerli a mano e rinvasare separatamente ognuno di essi. Mentre nelle orchidee bambù, ad esempio i dendrobium, si possono tagliare gli steli e dividerli in più parti. Si immerge la base di ognuna di esse nell'ormone radicante, e si pianta sotto vetro finché non si formano le radici e i germogli. La moltiplicazione può avvenire anche attraverso i keiki, delle piccole piante che si sviluppano dalla pianta principale, che possono essere staccati e piantati quando spuntano le radici.


Come coltivare le orchidee: Parassiti e malattie

malattie orchidee Vi accorgerete delle cattive condizioni della pianta dall'aspetto delle foglie o dalla mancata fioritura. Attenzione soprattutto alle innaffiature e alla corretta quantità di luce.

Le orchidee possono essere attaccate dalle cocciniglie. Provate a eliminarle con un batuffolo di cotone imbevuto nell'alcool. Altri parassiti che possono causare danni alla pianta sono gli acari e il ragno rosso.


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