L'irrigazione ha lo scopo di mantenere nel substrato dov'è radicata la pianta le condizioni di umidità e di concentrazione salina favorevoli al suo sviluppo. Tenete presente che le tecniche per l'irrigazione in campo non sono trasferibili alle piante coltivate in vaso, a causa delle differenti caratteristiche idrogeologiche del substrato e della maggiore sensibilità di queste ultime.
In ogni caso comunque bisogna conoscere bene il fabbisogno idrico della pianta e le caratteristiche del terreno, ad esempio la sua porosità, e di conseguenza adottare metodi irrigui che tengano conto di questi fattori. Se vogliamo fare un esempio con il prato andremo ad distribuire, a seconda della stagione, diverse quantità di acqua: a maggio per esempio andranno distribuiti 5ml/mq a settimana, mentre in luglio la stessa quantità andrà distribuita ogni giorno, per poi tornare a settembre a distribuire i consueti 5l a settimana. L'annaffiatoio è il mezzo più semplice per l'irrigazione, di solito completato da una rosa o “cipolla” da installare sul beccuccio, che evita che il getto d'acqua improvviso faccia del male alla piante più giovani e tenere. Altri sistemi sono costituiti per esempio da tubi flessibili, che evitano al giardiniere continui viaggi per la riempitura dell'annaffiatoio, oppure l'utilizzo di tubi perforati che, accoppiati ad un rubinetto, garantiscono una distribuzione più uniforme dell'acqua. L'irrigazione “a goccia” è una variante del tubo perforato: in questo caso vengono impiegati tubi forniti di un ugello particolare, che serve a tenere l'acqua lontana dal fogliame e a favorirne la penetrazione nel terreno. Citiamo infine gli irrigatori, cioè meccanismi semi automatici collegati ad un tubo che distribuiscono l'acqua “a pioggia”.
COMMENTI SULL' ARTICOLO