Papavero da oppio
Il papavero da oppio, il cui nome scientifico è papaver somniferum, appartiene alla famiglia botanica delle papaveracee, la cui zona di origine è principalmente quella turca. E' una pianta erbacea capace di adattarsi a climi generalmente temperati, avente radice di carattere legnoso chiamato anche fittone. Il fusto al massimo del suo sviluppo non supera il metro e mezzo d'altezza e le sue foglie sono semplici e prive di appendici alla base. I fiori, come in tutte le papaveracee, sono sprovvisti di nettare e quindi l'impollinazione può avvenire solo per mezzo d'insetti pollinofagi che vengono attirati dai colori sgargianti dei petali. La grandezza del fiore non supera i 10 centimetri di diametro ed è formato da 4 grandi petali che cambiano colore a seconda della specie coltivata. I frutti del papavero da oppio sono delle piccole capsule che contengono i semi usati per la riproduzione della specie, mentre il lattice contenuto nelle pareti del baccello è ricco di alcaloidi dai quali si ottiene l'oppio.
I semi del papavero da oppio sono utilizzati per la riproduzione in quanto privi di alcaloidi. Una volta terminata la fruttificazione, i baccelli vengono aperti per iniziarne la raccolta, e vengono impiantati in terra all'inizio dell'autunno. Completata la loro germinazione in primavera, grazie al clima temperato, la pianta inizia la fioritura e di nuovo la produzione del frutto. I baccelli che contengono i semi non son però privi di utilizzo. Attraverso un'incisione delle sue pareti, si ottiene la fuoriuscita di una sostanza biancastra lattiginosa ricca di alcaloidi. La sostanza diventa bruna con il disseccamento, e indurendosi forma dei pani, dalla cui lavorazione derivano le varie droghe. I prodotti ottenuti possono essere di due tipi: gli alcaloidi sintetizzati, che sono le droghe più comunemente conosciute come morfina ed eroina, e gli oppiacei, utilizzati in campo farmacologico in quanto alleviano il dolore, come il metadone e la petidina. La coltivazione del papavero da oppio è assolutamente illegale se non per scopi terapeutici, che interessano principalmente i trattamenti antitumorali e cancerogeni, o gravi forme di emicrania.
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Il papavero da oppio viene coltivato per produrre essenzialmente l'oppio. Questa droga genera un senso di euforia e benessere, distacco dalla realtà e riduce dolore, ansia e stress. Agisce in sostanza sul sistema nervoso come le endorfine prodotte dall'organismo. Le sue crisi d'astinenza, dovute alla forte dipendenza che il suo utilizzo provoca, sono però devastanti. Queste causano insonnia, tremori e forti dolori che sfociano a lungo andare nell'apatia. La morfina invece, derivato dell'oppio, viene impiegata principalmente per combattere il dolore fisico. La sua proprietà è quella d'inibire i centri situati nel cervello che controllano lo smaltimento dell'anidride carbonica. Ecco perché i sintomi dell'astinenza riguardano difficoltà respiratorie e un rallentamento dei battiti cardiaci. L'eroina, derivato della reazione della morfina all'anidride acetica, ha effetti simili all'oppio e alla morfina soltanto molto amplificati. La sensazione di benessere è enorme e rappresenta un potente sedativo che però non viene utilizzato sotto forma di farmaco, in quanto poche gocce causano una forte dipendenza e crisi d'astinenza insostenibili.
Già i Sumeri utilizzavano circa 5000 anni fa il papavero da oppio, chiamandola la pianta della felicità. Gli antichi Egizi ne sfruttavano le sue proprietà sedative mentre i medici greci lo utilizzavano come rimedio per varie malattie. Gli egiziani però, come anche i greci, ne intuivano i gravi effetti collaterali e ben presto ne accantonarono l'impiego. Solo quando l'impero romano nel 146 A.C. conquistò la Grecia, cominciò la sua diffusione in Italia e in Europa. Fu poi Andromaco, medico personale di Nerone, che ne perfezionò la ricetta, arrivando alla creazione dell'oppio vero e proprio. Dopo la caduta dell'impero romano, fu il medico arabo Avicenna, che introdusse l'uso di questa droga nel suo paese d'origine. In Asia, ma soprattutto in Cina, l'utilizzo dell'oppio iniziò nel 1100 A.C. ed il consumo riguardava essenzialmente l'aspetto culinario. Quando nel 1600 l'imperatore Yung Chian vietò l'uso del tabacco, la popolazione di rivolse all'oppio come sostitutivo. La piaga si diffuse talmente tanto, che lo stesso imperatore fu costretto a vietarne non solo l'uso ma anche lo spaccio.
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