Fiordaliso - Centaurea cyanus

Fiordaliso

Tempo fa era usuale ammirare in un campo di grano tutte le tinte del blu, condensate in solo fiore: il fiordaliso. I suoi petali di un azzurro particolare, vivo, delicato lo facevano apparire di uno splendore unico. Anche la sua corolla bianca o tendente al rosa, mostrava una tavolozza variegata, dal blu brillante all'azzurro indaco, inframmezzato da venature argentee. E' un fiore composto o infiorescenza: i petali dal contorno frastagliato contengono nel loro interno altri fiorellini di color porpora. La natura, con la sua tavolozza di colori, ha voluto comporre un insieme variegato di tinte ugualmente distribuite. Purtroppo oggi nelle nostre messi sembra irrimediabilmente scomparso. Oggi diserbanti selettivi hanno destinato all'estinzione questo " fiore delle messi".

A seconda della regione ha assunto vari nomi: bluet, fior campese, occhi di cielo, ambretta, biavettina, muneghetta.

Il suo nome scientifico è centaurea. Il suo nome ha origini etimologiche dalla mito che racconta della guarigione di Chitone, centauro della mitologia, guarito da un impacco di fiordaliso.

Esistono varie specie: la più usuale è la Centaurea cyanus (fiordaliso comune),

la Centaurea montana (tipica delle Alpi, cresce oltre i 1900 metri di altitudine),

la Centaurea macrocephala ( detta anche "fiordaliso dalla grossa testa"),

la Centaurea moschata (chiamata volgarmente "ambretta").

Nelle lingue straniere è chiamato esattamente:

- in francese fleur de lis o bluet

- in spagnolo azulejo, aciano, aldina

- in tedesco Kornblume

- in inglese cornflower.

Molti aneddoti sono raccontati attorno a questo delicato fiore. Si narra che al tempo di Napoleone, Guglielmo I , re di Germania, fu costretto a fuggire: si ritrovò in un campo di grano. Nell'attesa di ritornare al suo paese, vide sua madre intrecciare mazzetti di fiordaliso, per tranquillizzare i bambini che erano con lei. Ritornato sul trono mise il fiordaliso nel fregio araldico.

Linguaggio del fiore: per la delicatezza dei suo colori è stato assunto come simbolo di dolcezza.

fiore del fiordaliso

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I semi di fiordaliso

In commercio difficilmente si trovano piantine già pronte. Generalmente si procede con la semina all’inizio della primavera o, nelle aree più temperate, già autunno.

Presso i rivenditori specializzati si trovano i semi della classica Centaurea Cyanus blu, ma non è difficile trovare delle bustine miste da cui potremo ricavare anche capolini rosa chiaro, fucsia o bianchi. Nei vivai, inoltre, si trovano sempre più spesso misture per prati “naturali”: sono di solito composte da sementi di papavero, fiordaliso e margherite di campo. Molto pratiche sono anche le strisce di carta preseminate: vanno poste a dimora e coperte da un sottile strato di terriccio. In pochi giorni avverrà la germinazione: il risultato sarà un angolo estremamente variopinto.


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Terreno ed esposizione del fiordaliso

fiordaliso Terreno

Il fiordaliso è molto adattabile: cresce in praticamente tutti i terreni, anche se predilige quelli alcalini, abbastanza poveri, ben drenati e con una buona percentuale di calcio. Si sviluppa molto bene anche tra la ghiaia, per esempio in un giardino roccioso.

Esposizione

Scegliamo una posizione in pieno sole o al massimo ombreggiata solamente qualche ora, nel tardo pomeriggio: avremo così crescita e fioritura più abbondanti. Eviteremo inoltre l’insorgere di una delle poche avversità che affliggono il fiordaliso: l’oidio.


Come seminare il fiordaliso

La centaurea può essere seminata in autunno o in primavera. La prima opzione è ampiamente preferibile in tutta la nostra penisola (ad esclusione delle aree al di sopra degli 800 metri di altitudine o su terreni poco drenanti).

Le piantine che arrivano già sviluppate alla primavera avranno una fioritura anticipata e più abbondante.

Si consiglia di procedere a metà settembre: in piena terra si creano delle file distanti 40 cm (o 20 per le varietà nane) e si pongono i semi a circa 1,5 cm di profondità, a spaglio. Si copre con terriccio leggero e si mantiene sempre umido. La germinazione avverrà nell’arco di due settimane. A quel punto si procede con il diradamento lasciando circa 20 cm tra una pianta e l’altra (15 per le nane).

La semina in vaso o in vassoi alveolari è sconsigliata in quanto il fiordaliso non sopporta il trapianto. Se vogliamo spostare una piantina è bene procedere subito dopo la germinazione per poi lasciarla il più possibile indisturbata.


Come coltivare il fiordaliso in vaso

coltivare il firodaliso La coltivazione in vaso del fiordaliso non è diversa da quella in piena terra. Si consigliano generalmente dei contenitori profondi almeno 30-40 cm ed un substrato drenante: l'ideale è il terriccio,realizzato con un apposito mix fra terra di campo calcarea e sabbia in parti uguali.


Cure colturali del fiordaliso

Una volta avvenuta la germinazione le piantine saranno pressoché autonome. In piena terra le irrigazioni sono superflue, se non al Sud. Anche le concimazioni non sono necessarie e, anzi, possono limitare le fioriture.

Molto utile è intervenire spesso con la pulizia dai capolini appassiti, senza mai lasciare che vadano a seme: in questa maniera ne prolungheremo la produzione.

Per le varietà più alte è molto utile predisporre dei sostegni, specialmente se crescono in una zona aperta e ventosa. A questo scopo vengono utilizzate tradizionalmente le fronde ramificate dei noccioli: uniscono bellezza e praticità.


Varietà di fiordaliso

fiori di fiordaliso Nei cataloghi inglesi on line sono disponibili vari miscugli. Sono interessanti per l’ampia gamma di colori e per le differenti dimensioni che rendono adatte queste piante anche alle prime linee nelle bordure miste.

Serie Baby nel rosa, bianco e azzurro. Alti fino a 30 cm

Serie Florence rosso, rosa e bianco, compatti e allargati.

Gruppo Standard Tall azzurro, rosa, malva, rossiccio. Alte più di un metro, perfetti come fiori da taglio.

Polka Dot nani e colori misti, alta 15 cm.


Fiordaliso - Centaurea cyanus: Fitoterapia con il fiordaliso

Il fiordaliso è una pianta molto utilizzata in fitoterapia grazie all’abbondanza di principi attivi, presenti soprattutto nei suoi capolini. Segnaliamo in particolare i flavonoidi, gli antociani, composti acetilenici e fenolici.

I vari tipi di estratti sono utili come espettoranti, lassativi, sedativi, antiossidanti e antireumatici.

Ecco come ottenere alcuni di questi preparati.

Decotto

Viene utilizzato comunemente per decongestionare gli occhi da irritazioni o congiuntiviti. Si consiglia di scaldarlo leggermente e inumidire dei dischetti di cotone da lasciare poi per almeno 15 minuti sulle palpebre chiuse.

Si ottiene facendo sobbollire 40 grammi di capolini freschi per circa 5 minuti.

Molto utile anche per le irritazioni della pelle e delle mucose in generale. Diluito diventa un ottimo tonico e aiuta a combattere la couperose.

Infuso

Prezioso per le persone che soffrono di ritenzione idrica, oltre ad essere un ottimo digestivo, in abbinamento anche ad altre erbe. Viene consigliato anche per le affezioni dell’apparato respiratorio.

Si ottiene lasciando in infusione un cucchiaio di petali essiccati (o due freschi) per circa 5 minuti: beviamo l’infuso ben caldo.

Uso di altre parti

Gli acheni in erboristeria vengono essiccati e ridotti in polvere. Vengono poi utilizzati per curare leggere stitichezze. Chiediamo però prima consiglio ad un professionista.


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