Campigna

I dintorni di Campigna

La frazione di Campigna è attorniata da diverse alte cime che arrivano oltre i 1650 metri tra cui Monte Falco, Monte Falterona e Monte Gabrendo. Il territorio circostante è situato proprio nel centro del Parco delle Foreste del Casentino e quella di Campigna è stata eletta la migliore foresta in Europa negli ultimi cinque anni. A Campigna si respira a pieni polmoni e si è letteralmente immersi nella natura. Il territorio offre un'infinità di percorsi facili dedicati ai principianti della montagna ed è amata anche dagli escursionisti esperti che possono fare suggestive escursioni sulle cime più alte della zona, anche accompagnati dalle guide del luogo. Durante tutti i tipi di escursioni la costante che accompagna i visitatori sono i magnifici panorami che si possono ammirare. Esistono attività da svolgere sia in estate come un'escursione in mountain bile che in inverno con le ciaspole o con gli sci da escursionismo. Facendo solo pochi chilometri si può scendere verso la Romagna o verso la Toscana e si possono scoprire paesini e borghi ricchi di storia e di resti di antiche civiltà.
Il Parco di Campigna

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Il territorio del Parco di Campigna

Una veduta del Parco di Campigna Il paesaggio del Parco delle Foreste Casentinesi di cui fa parte Campigna è caratterizzato dalle rocce sedimentarie, principalmente da arenarie alternate a marne, che nel territorio romagnolo si mostrano spesso con tipiche scarpate stratificate oppure con dei crinali spogli. Invece la conformazione della zona di sud-est del Parco, in cui spicca il Monte della Verna, è differente e si distingue un paesaggio con pendici ampie e tondeggianti alternate a erosioni da calanchi, che rivelano l'esistenza di rocce argillose. Per quanto riguarda l’aspetto naturalistico, quella del Casentino, a cui appartiene Campigna, è una delle foreste più pregiate in Europa e nel suo cuore si trova una Riserva Naturale Integrale, quella di Sasso Fratino, che è istituita fin dal 1959. Il territorio è ricco di piccoli centri con la loro storia e le testimonianze sia artistiche che architettoniche. I visitatori possono ammirare la cultura del luogo all’interno di una cornice naturale, piena anche di flora e di rara fauna. Spicca una delle rare popolazioni del lupo Appenninico, oltre alla presenza eccezionale di ungulati come il cinghiale, il capriolo, il daino, il cervo e il muflone.

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La storia, la cultura e le tradizioni del Parco di Campigna

Un cervo del Parco di Campigna Nella zona ci sono stati i primi insediamenti degli etruschi e il Lago degli Idoli è un importante sito archeologico. Nel medioevo i pellegrini attraversavano questo crinale per arrivare e Roma. Dopo l’epoca feudale si installarono alcune famiglie e varie entità religiose come testimonia l’Eremo di Camaldoli. Queste zone Appenniniche hanno nei secoli suggestionato santi, pittori e scrittori tra cui anche Dante che restò colpito dalla cascata Acquacheta celebrata nell’Inferno.Sono numerose le testimonianze artistiche e architettoniche di questo ricco territorio. Nei secoli è stato un importante luogo di contatto tra aree culturali diverse incontratesi attraversi i suoi valichi naturali della dorsale appenninica.Il territorio è ricco di elementi artistici, monumentali ma anche artigianali, una cultura quasi scomparsa, da non dimenticare. Sono testimonianze del rapporto dell’uomo con la natura e il territorio: si tratta di un’area protetta proprio per salvaguardare valori antichi e per integrare gli uomini con l’ambiente naturale.


Prodotti tipici della zona di Campigna

Mucche di razza Chianina Il Parco Nazionale di Campigna ha anche lo scopo di promuovere il patrimonio artigianale ed enogastronomico, legato a prodotti tradizionali, frutto di un secolare connubio fra l’uomo e la natura. Attraverso questi prodotti della terra si possono riscoprire le peculiarità di questo ricco territorio relative all'arte della loro trasformazione. Nei secoli le popolazioni hanno mantenuto intatte le tradizioni che oggi ritroviamo soprattutto nel settore enogastronomico.Tra i prodotti tipici ricordiamo il marrone che risale all'epoca dei romana e che nell'Alto Medioevo ha assunto una grande importanza economica. Importantissime per l’economia del territorio sono le mucche della razza chianina e romagnola. Molto usata è la carne di maiale da cui si ricava la salsiccia matta "ciavar", ottenuto dalle parti meno pregiate, come la lingua, il cuore e perfino le frattaglie derivate della disossatura del capo. Nota è anche la "Gota", una carne molto "grassa" adatta a chi svolgeva lavori duri nei boschi. Non dimentichiamo i formaggi tipici o la melata d'abete dal sapore dolce e aromatico con caratteristiche balsamiche dovute alle resine.