Acero palmato - Acer palmatum
Nel giardino zen sono molte le piante che trovano il loro posto ideale, ma sicuramente la più famosa resta l’acer palmatum; comunemente chiamato acero giapponese, in effetti si tratta di una specie di acero originaria dell’Asia, di Cina, Korea e Giappone, anche se non identica ad acer japonicum. Questi aceri sono di dimensioni contenute, e spesso non superano i 4-5 metri di altezza, o si mantengono delle dimensioni di piccoli arbusti; sono alberi decidui, con foglie palmate, costituite da cinque lobi appuntiti, con margine intero, di colore verde brillante. I fiori sbocciano in cime apicali, e sono di colore purpureo, seguiti dai frutti: delle samare dotate di ali papiracee. Già al momento della loro scoperta da parte dei botanici occidentali, gli aceri palmati erano già stati ibridati dagli esperti agronomi asiatici da secoli, e successivamente questa opera di ibridazione e selezione è continuata anche in Europa e nel nord America, aiutata dal fatto che spesso le piante ottenute da seme tendono a differire leggermente dalla pianta che ha prodotto i semi. Al giorno d’oggi esistono centinaia di varietà di acer palmatum, selezionate per la gran parte per la colorazione delle foglie, che possono essere color porpora, arancioni, rosse, viola, verde chiaro, verde scuro, variegate, striate, e talvolta possono cambiare in modo gradevole prima di cadere in autunno. Oltre a questo, ci sono foglie a cinque lobi, altre a sette, alcune con foglie dal margine seghettato o dentellato, altre finemente divise. Oltre a questo, esistono aceri palmati particolarmente indicati per il clima mediterraneo, altri che meglio si addicono ai giardini del nord Europa; alcuni si sviluppano eretti, altri invece hanno portamento nano e ricadente. Tra le varietà più diffuse ed apprezzate in Italia ci sono quelle nane, a sviluppo denso e compatto, con fogliame scuro, violaceo o porpora. Le dimensioni di un acero palmato coltivato tramite innesto tendono ad essere decisamente piccole, e queste piante da adulte non superano i 120-150 cm di altezza; questa caratteristica li ha resi di grande successo anche nei giardini molto piccoli, dove un alberello di qualsiasi altra specie non troverebbe sufficiente spazio per svilupparsi.
Come dicevamo, è una tra le varietà più diffuse ed amate in Italia, sia nelle varietà a foglia palmata, sia in quelle a foglia finemente divisa, acer palmatum dissectum. Tipicamente in vivaio troviamo aceri rossi eretti, o anche ricadenti, soprattutto tra le varietà a foglie divise, in genere di dimensioni contenute; lo sviluppo è molto lento e tale caratteristica purtroppo li rende anche abbastanza costosi. Questi aceri sono abbastanza delicati, e necessitano di cure, soprattutto nel giardino mediterraneo; infatti amano il clima del sottobosco, con sole diretto solo nelle ore più fresche del giorno, ed annaffiature regolari. Questi aceri presentano un fogliame di colore scuro, tra il rosso e il marrone, per tutto il periodo vegetativo, da quando spunta in primavera, fino a quando cade in autunno. Possono venire coltivati anche in vaso, o anche come bonsai, anche se non è semplice miniaturizzare le foglie, che hanno dimensioni non accettabili per un bonsai.
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Acero a foglie palmate, di un delicato colore verde chiaro; quando spuntano sembrano quasi bianche, grazie alla sottile peluria che le ricopre; il crispum del nome è dovuto al fatto che le foglie hanno le punte leggermente arricciate, cosa che da all’intera pianta un aspetto leggero e leggermente disordinato. In autunno il fogliame si tinge di arancione, prima che le foglie cadano. In vivaio spesso si trovano aceri di questa varietà ottenuti da seme, che possono raggiungere i 5-6 metri di altezza nel corso degli anni.
Acero a foglie palmate suddivise in sette lobi, con margine intero; in primavera le foglie spuntano di un bel colore verde vivo; in autunno il fogliame diviene di color rosso porpora, o rosso ciliegia; molto apprezzato anche in piccoli giardini, sembra avere un colore più vivo se posizionato in luoghi semi-ombreggiati, mentre molte ore di sole rendono slavati i colori autunnali. Pianta da giardino, che può raggiungere le dimensioni di un piccolo albero, gradisce terreni sciolti e annaffiature regolari; un clima eccessivamente secco in estate o scarse annaffiature, possono causare la prematura caduta del fogliame a fine estate.
Queste piante esistono in decine di varietà, pur essendo molto versatili, e tendendo ad adattarsi a ogni clima e situazione, più o meno tutte si coltivano in modo similare e i risultati migliori si hanno con le piante coltivate in modo consono e ideale. In natura glia ceri palmati si sviluppano nelle foreste dell’Asia centrale e meridionale, dove vivono al di sotto di alberi più grandi; trovano quindi un clima simile a quello che possiamo avere nei nostri boschi collinari: buona umidità, insolazione per poche ore al giorno, terreno non molto ricco. E similmente dovremo coltivarli in giardino. Questi aceri tendono a non amare terreni eccessivamente ricchi in Sali, ed a prediligere un substrato leggermente acido e non troppo ricco. Li porremo a dimora quindi nella comune terra da giardino, leggermente concimata ed alleggerita con poca sabbia e poco terriccio per piante acidofile; evitiamo un terreno pesante e che mantenga troppo a lungo l’umidità, ma anche i luoghi eccessivamente sabbiosi o sassosi, dove l’acqua scorre via troppo rapidamente. Anche le concimazioni devono essere parche, da fornire solo a fine inverno, quando spuntano le prime foglie, utilizzano del concime granulare a lenta cessione, da spargere alla base del fusto. Le annaffiature giocano un ruolo importante nello sviluppo di queste piante, perché possono sopportare la siccità, ma solo per brevi periodi; quindi andremo ad annaffiare i nostri aceri ogni volta che il terreno è secco; e più la posizione in cui li poniamo a dimora è soleggiata, e più spesso dovremo annaffiarli. Se decidiamo di coltivare un acero palmato in pieno sole, dovremo assicurargli un impianto di irrigazione per i mesi estivi, altrimenti avremo una pianta che periodicamente perde il fogliame. Sarebbe quindi opportuno scegliere un luogo semiombreggiato, anche perché in questo modo il colore del fogliame viene esaltato e dura nel corso delle settimane invariato; nei mesi invernali non è necessario annaffiare, le piante si accontentano delle piogge. Gli aceri palmati non temono il freddo, e possono sopportare temperature vicine ai -15°C; se però coltiviamo il nostro acero in vaso, sarebbe opportuno in inverno coprire il vaso, in modo che la terra in esso contenuta non geli completamente. Questi aceri sono a sviluppo molto lento, soprattutto per quanto riguarda le varietà innestate; per questo motivo tendono a non necessitare di potature, salvo interveniti di pulitura da effettuare a fine inverno, per rimuovere i rami rotti o rovinati.
La maggior parte dei problemi legati alla coltivazione di questi aceri sono legati a scorrette condizioni di coltivazione; spesso purtroppo, queste problematiche rovinano, o causano la caduta, del fogliame, che è la arte più interessante e decorativa della pianta, danneggiando quindi in modo molto sensibile gli aceri. Tipicamente, in Italia, il problema maggiore è dovuto a vento, siccità o calore estremo: il fogliame si scurisce sui bordi, e talvolta si accartoccia; può restare così sulla pianta, o anche cadere nell’arco di qualche giorno. Tale problema si presenta anche quando annaffiamo le piante bagnandone anche la chioma durante le lunghe giornate estive: le foglie bagnate vengono rovinate in modo vistoso dal calore del sole.
Capita nelle varietà nane e particolarmente delicate, che si sviluppino ramificazioni a foglia verde, vigorose e con crescita diversa rispetto al resto della chioma; questo evento si verifica a volte a causa di germogli provenienti dal portainnesto, o anche a causa di eccessive concimazioni azotate. Gli aceri possono venire colpiti dagli afidi, che si annidano soprattutto sui germogli, o anche dalla cocciniglia, soprattutto in estati calde ed afose
Gli aceri palmati producono numerosi semi fertili ogni anno; purtroppo non è detto che dal seme di una pianta germoglino piccoli aceri identici alla pianta madre; oltre a questo, gli esemplari nati da seme tendono in genere ad essere più vigorosi rispetto a quelli innestati, e quindi se desideriamo propagare un acero palmato di una varietà nana, la semina non è sicuramente il metodo più indicato. Oltre a questo, i semi dell’acero sono fatti in modo da poter sopravvivere nel terreno umido e freddo per tutto l’inverno, e germogliare la primavera successiva. Risulta quindi fondamentale utilizzare semi freschi, che perdono germinabilità al trascorrere dei mesi, che vanno poi scarificati, per permettere all’acqua di penetrare la rigida scorza che li ricopre. Si procede passando leggermente i semi con carta vetrata fine, quindi li si pone in un sacchetto con poca sabbia e in frigorifero per qualche settimana, a simulare l’inverno; solo in seguito sarà possibile porre i semi in un buon terriccio umido e fresco. Tipicamente gli aceri palmati si propagano per talea o per innesto, a corona o a spacco. Le talee o gli innesti s prelevano in primavera, o a fine estate; co questo metodo è possibile propagare anche le varietà più insolite e delicate, che manterranno tutte le loro caratteristiche anche nei nuovi esemplari ottenuti.
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