Elleboro - Helleborus

Elleboro

Viene chiamato anche Rosa di Natale, perchè l'elleboro sboccia tra dicembre e febbraio, non appena si presentano giornate tiepide durante l'inverno. In realtà non si tratta di una rosa, ma di un genere che conta circa 25-30 specie di perenni, alcune a foglia sempreverde. Il fogliame è vigoroso, costituito da grandi foglie palmate, composte da segmenti ovali, di colore verde scuro; durante i mesi tardo invernali produce sottili steli carnosi che portano fiori singoli o a grappoli, molto grandi, che ricordano i fiori della rosa canina; i colori dell'elleboro sono generalmente il bianco ed il porpora, ma esistono varietà a fiorire delicatamente rosato, verde, crema.

Sono piante facilmente riscontrabili anche in natura, spesso ai margini dei boschi collinari, in zone semiombreggiate e abbastanza umide, spesso sul greto di piccoli corsi d'acqua stagionali; possono essere coltivati con successo in giardino a patto di seguirne le esigenze.

Elleboro

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Tecniche colturali

Elleboro  Gli ellebori sono piante da mezz'ombra, o da ombra completa nelle zone più calde della penisola e durante l'estate; in genere si tende a porli a dimora in un luogo dove il piede della pianta sia riparato, mentre la parte aerea sia esposta al sole; in questo modo l'apparato radicale non subisce la siccità estiva e gode di un terreno quasi sempre fresco e spesso umido.

Le annaffiature devono essere regolari, in modo che il terreno sia sempre abbastanza umido, quindi si fornisce acqua regolarmente da marzo fino a ottobre, diradando poi la frequenza delle annaffiature durante i mesi freddi e piovosi; è comunque bene vigilare che il terreno non rimanga mai eccessivamente asciutto per periodi di tempo prolungati, visto che gli ellebori si sviluppano soprattutto durante i mesi autunnali ed invernali. In ogni caso anche le annaffiature primaverili ed estive sono importanti, perchè anche se non in fiore durante i mesi caldi gli ellebori producono molto fogliame, costituendo piccoli cespugli decorativi.

Si coltivano nella comune terra da giardino, alleggerita con della pietra pomice ed arricchita con stallatico o concime granulare; per migliorare l'impasto del terreno e renderlo soffice, prima di porre a dimora un elleboro, ricordiamo di lavorare bene il substrato mescolandovi anche del terriccio universale. Generalmente un paio di interventi all'anno con del concime granulare a lenta cessione possono fornire tutte le sostanze minerali necessarie allo sviluppo della pianta.

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Caratteristiche Elleboro

elleboro Gli ellebori sono piante assolutamente semplici da crescere. Risultano per lo più tolleranti ad una ampia gamma di suoli e condizioni e, inoltre, sono considerate perenni dalla vita lunga. Per questo stanno diventando molto popolari nei giardini del nostro paese. Fino a pochi anni fa l’unica varietà conosciuta e diffusa era l’helleborus niger (detto anche “rosa di Natale”). Finalmente, anche nel nostro paese, si stanno diffondendo varie tipologie di ibridi, caratterizzate da nuovi colori, dimensioni e portamento. Il periodo di fioritura, la cui caratteristica è la precocità nell’annata, si allunga e conseguentemente tutto il genere è sempre più apprezzato e inserito negli spazi verdi più frequentemente.

Chiaramente, per quanto riguarda la resistenza e l’adattabilità, ci possono essere delle differenze tra specie e specie: alcuni di questi ibridi moderni (in particolare i più ricercati e particolari) possono richiedere qualche attenzione in più. Ad ogni modo, possono assolutamente essere considerate erbacee molto soddisfacenti sotto tutti i punti di vista.

Il calendario dell'elleboro
dicembre-gennaio Fioritura niger, varietà precoci e piante forzate
febbraio Nuove foglie negli ibridi orientali
marzo Distribuzione rameici Inizio fioritura ibridi orientali
aprile irrigazione Fine fioritura ibridi orientali
Maggio-ottobre Distribuzione rameici e irrigazione Fase vegetativa senza fioritura, maturazione semi
Novembre-dicembre Pulizia piante, concimazione, pacciamatura Inizio produzione boccioli e nuove foglie


Coltivazione Elleboro

Suolo quasi tutte le varietà di elleboro prediligono un substrato a pH neutro o subacido, possibilmente caratterizzato da una bassa percentuale di calcio. Ad ogni modo non è strano che riescano a crescere bene anche in terreni fortemente acidi, come quelli adatti a rododendri e camelie.

Ciò che invece assolutamente non sopportano è di affondare le radici in un substrato costantemente bagnato. Se il nostro risultasse troppo compatto e argilloso sarà importante, prima della messa a dimora, attivarsi per creare un ottimo strato drenante utilizzando per esempio della ghiaia. Indispensabile sarà anche estrarlo e mescolarlo con dell’ammendante organico in maniera da renderlo più aerato e permeabile.

Ad ogni modo ricordiamoci che in presenza di suoli ricchi e argillosi una buona soluzione può essere inserire gli ellebori in aree più esposte alla luce e al calore.


Esposizione elleboro

In natura gli ellebori sono piante da sottobosco. In condizioni di suolo ideali è quindi bene farli crescere a mezz’ombra. Non disdegnano la luce, specie quella del mattino.

Teniamo però presente che più scendiamo verso il Sud della penisola e più sarà gradita una posizione fresca e un suolo altrettanto capace di trattenere umidità.


I fiori dell'elleboro

helleborus sternii L'elleboro viene utilizzato anche come fiore reciso; vista la fioritura invernale capita spesso però che i fiori vengano rovinati dalle intemperie; è quindi consigliabile prelevare i fiori quando sono ancora in bocciolo, con i petali intatti. Sono fiori che facilmente si notano nel grigio bosco invernale, e spesso in numero cospicuo, si consiglia comunque di coltivarli in giardino se si desidera godere dei fiori, lasciando al loro posto gli ellebori selvatici.


L'elleboro in erboristeria

Tutte le parti della pianta, comprese le radici, contengono degli alcaloidi che rendono la pianta molto tossica pe l'uomo e per gli animali; si tratta di sostanze altamente irritanti se applicate localmente, se ingerite invece hanno una forte azione cardiotonica, simile a quella della digitale. Da secoli queste proprietà dell'elleboro vengono sfruttate in erboristeria, dove l'elleboro viene utilizzato come cardiotonico e come potente purgativo. In genere non si hanno problemi per chi desidera raccogliere un fiore di elleboro, anche se è consigliabile farlo indossando dei guanti; allo stesso tempo coltivare ellebori in giardino non è pericoloso, in quanto il fogliame non ha un sapore gradevole, e quindi è assai difficile che persone o animali siano spinti a consumarne.


Messa a dimora elleboro

Questa operazione è davvero la chiave per ottenere piante di sicuro successo. L’ideale è procedere a metà autunno. Prima di tutto è necessario lavorare l’area con largo anticipo. Molti ibridi di elleboro, infatti, sviluppano un apparato radicale molto esteso che ha anche funzione di riserva. Se i piantini appena inseriti riescono sviluppare velocemente un buon apparato ipogeo otterremo una crescita più veloce e una fioritura più abbondante già dal primo anno.

Va inoltre fatto notare che gli ellebori, a differenza di altre perenni, non necessitano di frequenti interventi di divisione. Generalmente i cespugli si allargano, ma si mantengono sempre ben vitali anche al centro; tra l’altro non amano particolarmente essere estratti e maneggiati (ci vuole poi parecchio tempo prima che si riprendano completamente). Questo significa che, una volta completato l’impianto, non sarà più possibile intervenire in quell’area per molto tempo. Vale quindi la pena di dedicarci più tempo da subito.

Come procedere?

Prima di tutto scaviamo una buona profonda almeno il doppio del nostro vaso e larga circa 50 cm. Rompiamo le pareti laterali con l’aiuto di un forcone (per renderle ben penetrabili dalle radici) e aggiungiamo abbondante materia organica e qualche manciata di concime granulare a lenta cessione per piante fiorite. Inseriamo la pianta e copriamo con il restante composto eventualmente alleggerito, pressando bene coi piedi.

Molto importante è l’altezza del colletto. Le piantine estratte da vaso è bene che mantengano lo stesso livello del terreno. Quelle invece derivanti da una nostra divisione andranno interrate maggiormente, in maniera che il colletto risulti coperto da circa 2,5 cm di terriccio.

Irrighiamo abbondantemente e copriamo con 3 cm di pacciamatura organica.


Coltivare elleboro in vaso

Coltivare elleboro in vaso Scegliendo le varietà con oculatezza è senza dubbio possibile la coltivazione in contenitore. Alcune varietà, addirittura, crescono meglio in un piccolo spazio. Tra queste possiamo indicare gli ibridi di H. lividus, versicarius, sternii e ballardiae. Purtroppo sono varietà che si trovano difficilmente in commercio, ma possiamo rivolgerci a rivenditori specializzati in internet, sia in Italia, sia all’estero (in particolare nel Regno Unito).

Purtroppo sia l’elleboro niger sia gli ibridi diffusi nel nostro paese poco si adattano alla coltivazione in vaso perché sviluppano un apparato radicale molto ampio e soprattutto profondo. Tendono quindi in breve tempo ad occupare tutto lo spazio a loro disposizione per poi deperire. Sono oltre a ciò molto suscettibili a marciumi radicali che, come è noto, sono una delle problematiche più frequenti nella coltivazione in spazi ristretti.

Ad ogni modo, dopo aver scelto una varietà adatta, orientiamoci verso vasi in terracotta. Oltre ad essere più decorativi, permettono una maggiore traspirazione e contrastando l’accumulo di liquidi. Prima di tutto predisponiamo sul fondo uno spesso strato drenante formato da ghiaia o argilla espansa. Il terriccio dovrà risultare più leggero e permeabile rispetto a quello che useremmo in giardino. Inseriamo quindi più materia organica e sabbia (oppure inerti quali l’agriperlite).

Le irrigazioni dovranno essere frequenti durante il periodo vegetativo lasciando sempre umido il substrato (ma mai zuppo!). Evitiamo l’utilizzo di sottovasi.

Somministriamo in questo periodo ogni dieci giorni un concime liquido per piante fiorite.

Il rinvaso, generalmente, si rende necessario ogni due anni. È bene aumentare il diametro nei primi 4 anni per poi procedere eventualmente con una divisione.


Cure di base

Nell’arco dell’anno dovremo dedicarci agli ellebori solo poche volte, più che altro per dare loro nutrimento e garantire un aspetto gradevole e pulito al cespuglio.


Concimazione

Verso la fine di ottobre è bene attivarsi distribuendo una buona quantità di concime organico. Generalmente si utilizza stallatico ben stagionato, magari mescolandovi qualche manciata di cornunghia o farina di ossa.


Pulizia

Pulizia Per stimolare la crescita di nuova vegetazione e mantenere i soggetti ordinati e privi di affezioni è bene tra dicembre e gennaio dedicarsi alla rimozione del fogliame troppo vecchio, danneggiato o che presenti macchie dovute a crittogame. Questa precauzione ci aiuterà anche ad evitare l’ulteriore diffusione della ticchiolatura.

A metà primavera-inizio estate (anche però a seconda della varietà) sarà importante impegnarsi nella rimozione dei fiori esausti, a meno che si voglia mantenerli per favorire l’autodisseminazione (o per raccogliere noi stessi i semi).


Parassiti e malattie

afidi elleboro Generalmente gli ellebori sono piante piuttosto resistenti e che raramente presentano problematiche di tipo sanitario.

Ad ogni modo i principali nemici son:

- Afidi di solito vanno a stabilirsi all’interno dei boccioli, all’inizio della primavera. I primi segnali rilevabili sono la presenza di melata sulle foglie e di conseguenza la fumaggine. Si rimedia con insetticidi da contatto e ingestione

- Seccume nero (o morte nera) è una affezione diffusasi piuttosto recentemente, ma da prendere seriamente. I segni distintivi sono macchie scure sul retro delle foglie, in particolare in corrispondenza delle venature. In seguito possono comparire anche sui fiori. Attualmente è stato ipotizzato che la causa sia un virus, probabilmente trasmesso dagli afidi. La prevenzione è quindi molto importante. Purtroppo una volta che la pianta è colpita non c’è rimedio, se non quello di espiantarla ed eliminarla.

- Macchia nera è l’affezione che si presenta più frequentemente sugli ellebori. È caratterizzata dalla comparsa di macchie marroni o nere sul fogliame, il più delle volte convergenti. Con tempo si creano ampie aree necrotiche, il fogliame diventa giallo e la pianta, in generale, risulta fortemente debilitata. Le spore alla fine dell’autunno si trasferiscono nel terreno dove svernano per poi tornare a colpire in primavera.

E’ frequente dove il clima è caldo e umido. Per prevenirlo è importante pulire molto bene l’area intorno al cespuglio rimuovendo tutto il materiale contagiato. Per prevenire si possono vaporizzare le foglie con rameici o prodotti specifici di sintesi.

- Chiocciole e lumache possono rivelarsi molto dannose in primavera, durante la notte, quando si cibano dei germogli fiorali e delle nuove foglie. Possiamo predisporre trappole con della birra o spargere intorno qualche manciata di cenere. In casi gravi ricorriamo a lumachicidi, prestando attenzione a bambini e animali domestici.


Propagazione

Propagazione Il metodo più semplice per ottenere nuove piantine è senza dubbio la divisione.

Divisione

Si deve estrarre il cespuglio dal terreno tramite un forcone. Eliminiamo il più possibile le radichette e il terriccio attaccato. Dividiamo in sezioni aiutandoci con due forconi, tirandoli in direzioni opposte. Questo può richiedere anche molta forza perché le radici col tempo diventano molto legnose e piuttosto dure. La lunghezza ideale per ogni singolo segmento è di 6 cm. Cerchiarmo di ottenere sezioni piccole, in maniera da dover intervenire il meno possibile.

Dopo la divisione, infatti, la pianta può anche non fiorire per più di tre anni. È quindi importante dilazionare al massimo queste manovre.