Porta innesto del melo

vedi anche: Innesto

Melo

Il melo è una pianta piuttosto facile da innestare, facendo ricorso a una delle tecniche maggiormente utilizzate, l'innesto a spacco diametrale. Questo tipo di operazione viene effettuata innestando piante con morfologia simile, per poter avere un esemplare più vigoroso e resistente.

Le piante di mele sono alberi a foglie decidue che, a seconda della varietà, possono raggiungere anche altezze di 10 metri. La scelta del porta innesto permette di ottenere piante indicate per zone e condizioni climatiche differenti, nonché per terreni a diversa composizione. Il periodo migliore per praticare questa tecnica è quello dei mesi di febbraio e marzo, mentre le piante di melo vanno messe a dimora nella stagione autunnale, quando non c'è ancora il rischio di gelate.

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Porta innesti del melo

porta innesto melo I portainnesti del melo più comuni sono: il franco, il paradiso e il dolcino.

Il FRANCO è certamente quello che ha maggiore diffusione, non soltanto in Italia, proprio per la caratteristica dominante della robustezza. Entra in produzione piuttosto tardi, cioè dopo il quarto o quinto anno. Il PARADISO è abbastanza delicato e origina un sistema radicale molte volte inconsistente; è anche sconsigliabile il suo impiego nelle zone povere d'acqua. Il DOLCINO presenta caratteristiche molto spesso negative. Non sviluppa molto le radici, originando piante di media grandezza, ma che fruttificano più rapidamente del franco, anche se la durata della loro produttività è più breve.

Questi due ultimi portainnesti sono stati usati con grande successo per la selezione clonale.

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Catalogazione innesti

innestare meli Il risultato ottenuto dai ricercatori inglesi del centro East Malling è stata una catalogazione che riportiamo di seguito, citando i cloni più importanti. La sigla M deriva proprio dal nome del centro sperimentale East Malling.

M II: si tratta di un portainnesto abbastanza vigoroso che raggiunge una notevole produttività;

M IV: viene definito debole, perché sviluppa poco vigorosamente. Anche questo portainnesto deve essere aiutato nella crescita;

M VII: mediamente vigoroso, è un portainnesto rustico che si adatta bene sia ai terreni siccitosi che a quelli umidi: Ha un buon ancoraggio anche nei terreni più leggeri. E' sensibile ai tumori radicali (Agrobacterium tumefaciens).

M IX: è un portainnesto che origina piante nanificate. Deve essere interrato in ambiente non caldo e ha bisogno di terreno molto fertile. Sviluppa radici che affondano poco e perciò, in molti casi, va aiutato con un sostegno.

M XI: è molto vigoroso e rustico, si adatta bene a tutti i terreni, Nei terreni sciolti produce precocemente.

MXII: questo portainnesto è capace di originare piante di buon vigore, e riesce a essere affine con un discreto numero di varietà;

MXIII: pure considerato vigoroso, questo soggetto si presta molto bene a radicare anche in terreni argillosi;

M XVI: è un altro soggetto considerato molto vigoroso. Unico svantaggio, se così si può dire, è che rispetto ai soggetti nanizzanti ritarda l'entrata in fruttificazione;

M XXVI: è il portainnesto più debole tra quelli consigliati: Ha una precoce messa a frutto ma necessita di tutoraggio. Preferisce i terreni fertili e profondi con buon drenaggio.

Altri portainnesti clonali sono quelli selezionati dai laboratori Malling Merton (M.M.). I portainnesti contrassegnati dalla sigla MM sono resistenti all'afide laniero.

M.M. 104: considerato molto vigoroso e di notevole produzione fruttifera;

M.M. 106: è mediamente vigoroso. Ha produzioni elevate con una precoce messa a frutto. Teme la siccità nei terreni troppo asciutti e permeabili. Nei terreni sciolti richiede il tutoraggio;

M.M. 111: è vigoroso, resiste bene alla siccità ma teme l'asfissia radicale nei terreni pesanti. E' adatto ai terreni profondi e sciolti.


Porta innesto del melo: Innesto melo

Innesto melo Come detto la tecnica migliore per innestare queste piante è quella a spacco, detta anche a marza, in quanto si interviene in un ramo della pianta madre per innestare un ramo della pianta scelta, chiamato appunto marza e dotato di gemme; nel caso del melo, le gemme devono essere massimo tre. La marza si sceglie tra i rami più robusti, ma va scelta con un diametro piuttosto contenuto, visto che deve essere innestata. La parte da innestare va tagliata in modo obliquo, per favorire l'inserimento nel ramo scelto. Il porta innesto del melo va scelto tra i rami laterali, avendo cura di sceglierne uno con dimensioni non superiori ai 2 centimetri. Questo va tagliato a una distanza di circa dieci centimetri dal tronco, in modo netto e lineare. Al centro della superficie ottenuta va praticato uno spacco, in cui si procederà con l'inserimento della marza. Si procede poi a legare con cura attraverso l'uso di rafia o appositi materiali, ricordandosi di coprire i tagli con del mastice per evitare l'insorgenza di marciumi. L'innesto va coperto con della plastica, controllando che non ci sia accumulo di umidità. Se il processo è andato a buon fine, le gemme possono apparire entro un mese.