Coltivazione cappero
Vorrei avere informazioni, se possibile, riguardante la coltivazione dei capperi, tutto quello che riguarda questa pianta...
In attesa di una Vostra risposta Vi porgo Distinti Saluti.
Gentilissimo Alfonso,
La ringraziamo per averci contattato in merito al quesito sulla coltivazione del Cappero tramite la rubrica dell’Esperto di “Giardinaggio.it”.
Il Cappero (Capparis spinosa L) è una pianta che appartiene alla Famiglia delle Capparidacee, e si presenta come un piccolo arbusto rampicante che cresce in prossimità di muri o rupi.
Ha delle carnose foglie ovali di colore verde scuro, carnose e di forma ovale.
I fiori che produce, da maggio a settembre, sono molto profumati e appariscenti dai colori bianco e rosa , dai riflessi violacei.
Sono molto ricercati per il consumo alimentare dove si utilizza il bottone fiorale dopo un periodo passato in salamoia.
Non ha grosse esigenze di terreno dato che le piante crescono anche in zone aride e su muretti a secco, ma per ottenere un buon risultato sono consigliabili periodiche concimazioni con fertilizzanti completi.
La propagazione di questa pianta può avvenire tramite semina o talea. Le talee si eseguono in estate prelevando un pezzo di ramo legnoso, lungo 7-10 cm, e si posiziona in una cassetta riempita di torba e sabbia. Per favorire la radicazione si consiglia si consiglia l’uso di polveri radicanti. Quando le talee hanno formato le radici, si prelevano e si invasano una a una in vasetti dal diametro di circa 10 cm.. La semina si esegue in primavera posizionando il seme in cassette, riempite di torba e sabbia, che andranno posizionate all’aperto nel periodo estivo e ricondotte al riparo in autunno –inverno. Nella primavera successiva si possono trapiantare le nuove piantine in singoli vasi o direttamente nel terreno.
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Il cappero (Capparis spinosa) è un arbusto diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo ed è conosciuto fin dall’antichità per la bellezza dei suoi fiori e per i vari usi alimentari. I boccioli sono la parte più utilizzata: vengono raccolti e conservati sottosale o sott’aceto e sono un elemento indispensabile in molte ricette, grazie al loro sapore pungente.
Il cappero è un arbusto legnoso dall’aspetto cespuglioso, ma che può crescere anche come coprisuolo o decombente. A seconda delle specie e dell’ambiente può svilupparsi fino a 80 cm di altezza e occupare anche 1,5 metri di larghezza. Dal breve tronco si diparte un gran numero di steli, coperti da foglie alterne, rotonde e coriacee. Sono semipersistenti: la pianta è quindi sempreverde in quasi tutto il Centro-Sud. Nella specie spinosa le foglie nascondono delle lunghe e acuminate spine.
Dal punto di vista estetico la parte più interessante sono i fiori, molto grandi: i petali sono di un bel bianco rosato che contrasta con gli stami viola. Nei climi favorevoli vengono prodotti con grande continuità e sono capaci di dare vivacità per un lungo periodo a scarpate e muri di pietra. In seguito si trasformano in capsule prima verdi, poi rossastre contenenti un gran numero di piccoli semi.
La coltivazione del cappero può essere effettuata in tutta Italia, ad eccezione delle aree montane. Riesce di solito a superare bene l’inverno, a patto di godere di una posizione calda, soleggiata e riparata dai venti freddi. In alternativa è possibile la coltivazione anche in grandi vasi.
IL CAPPERO IN BREVEFamiglia, genere, specie: Capparidaceae, capparis spinosa
Tipo di pianta: Arbusto strisciante o decombente
Fogliame: Semipersistente
Fiori: Bianchi e rosa, stami viola
Dimensioni: H fino a 80 cm, L fino a 150 cm
Crescita: Lenta
Manutenzione: Bassa
Rusticità: Fino a -5°C, ma teme umidità e ristagni
Esposizione: Sole
Irrigazione: Solo primo anno
Umidità del suolo: Secco
Terreno: Roccioso e povero
Propagazione: Talea, semina
Uso: Decombente, coprisuolo, vaso
Il cappero ama il sole e il caldo. L’ideale è farlo crescere sulle coste, allargandosi su terreni rocciosi o come decombente su muri esposti a Sud. Non è però raro ottenere buoni risultati nell’entroterra, anche al Nord, scegliendo con accuratezza la posizione, con il favore di un microclima mite.
Cerchiamo di evitare temperature al di sotto dei -5°C e proteggiamo la radice, i fusti e le foglie con pacciamature e tessuti isolanti.
Il cappero vuole un suolo sciolto e ben drenato: se il nostro risultasse troppo compatto possiamo mescolarlo a sabbia di fiume e piccoli ciottoli. L’ideale è però farlo crescere come nel suo ambiente naturale: lasciando che le radici scavino negli anfratti tra le rocce. E’ per esempio bellissimo quando si sviluppa come decombente nei muretti a secco.
Se scegliamo di tenerlo in contenitore mescoliamo del comune terriccio da giardino con sabbia e lapillo. Accertiamoci che vi sia un perfetto drenaggio.
Prestiamo attenzione nel momento del trapianto: le radici e il fusto sono molto fragili. Evitiamo assolutamente di rompere il pane di terra.
IL CALENDARIO DEL CAPPEROImpianto: Autunno (Sud), maggio (Nord)
Fioritura: Giugno-novembre
Raccolta boccioli: Giugno novembre
Raccolta frutti: Luglio-novembre
Potatura di produzione: Dicembre
Cimatura: Aprile-maggio
Talea: Autunno, su rami legnosi
semina: Gennaio, in semenzaio riscaldato (30°C)
La crescita del cappero è molto lenta, ma una pianta ben accestita è capace di vivere quasi un secolo. La fase più
importante è l’attecchimento iniziale. Bisogna prestare attenzione ai bruschi cali di temperatura e, durante tutta la stagione, evitare i ristagni idrici.
Il cappero tollera benissimo la siccità e può invece venire danneggiato irreparabilmente dai ristagni idrici. Proprio i danni causati dall’umidità, specialmente in autunno e in inverno, rendono difficile la coltura nelle regioni settentrionali. Si consiglia in generale di irrigare solamente durante il primo anno dalla messa a dimora, lasciando però che il substrato si asciughi completamente prima di procedere nuovamente. Dal secondo anno la pianta sarà completamente autonoma.
In vaso bisogna essere ancora più cauti scegliendo con attenzione il substrato e irrigando solamente quando risulti secco in profondità.
Il cappero cresce naturalmente in terreni poverissimi. Le concimazioni sono quindi del tutto accessorie. Volendo possiamo distribuire, in primavera, una piccolissima quantità di granulare a lenta cessione dove il potassio risulti prevalente.
Il primo anno è importante indurre una buona ramificazione: bisogna intervenire spesso cimando gli apici.
Per ottenere una abbondante produzione (o per favorire una ricca fioritura) sarà necessario, in seguito, intervenire, all’inizio dell’inverno, tagliando tutti i rami dell’anno a circa 1 cm dalla base. In questa maniera stimoleremo la produzione di rami nuovi, i più produttivi. In primavera inoltrata è sempre una buona idea procedere più volte con la cimatura.
La raccolta dei capperi è scalare: comincia da giugno per prolungarsi fino a ottobre inoltrato. È fondamentale dedicarvisi settimanalmente perché i boccioli devono essere raccolti quando sono ancora il più possibile piccoli, sodi e ben chiusi.
Anche la lavorazione deve essere fatta velocemente: è l’unica maniera per conservare al meglio tutto il loro aroma. Tradizionalmente vengono aromatizzati con foglie di alloro e messi sott’aceto o sotto sale. In quest’ultimo caso è importante eliminare attentamente tutta l’acqua che avranno prodotto.
Alla stessa maniera possono essere conservati anche i frutti del cappero, più grandi e dal sapore più intenso.