Ticchiolatura del Melo

Cos'è la ticcholatura del melo

La ticchiolatura del melo è una malattia causata dal fungo denominato venturia inaequalis, ed interessa anche piante ornamentali e altri albero da frutto. Morfologicamente il fungo si presenta con un apparato vegetativo molto ramificato, di colore verde che tende al marrone durante l'invecchiamento. Il suo ciclo infettivo inizia a primavera quando le condizioni climatiche favoriscono il rilascio delle spore che proliferano sulle foglie della pianta. Il velo d'acqua che si deposita sulla foglia a causa dell'umidità esterna è il veicolo attraverso il quale le spore si moltiplicano, producendo un tubulo che sottrae linfa vitale. Attraverso il tubulo la spora si incunea sotto la cuticola della pagina fogliare dando origine alle caratteristiche bolle che la contraddistinguono. La foglia presenta anche segni evidenti di macchie giallastre che scuriscono fino a provocarne il disseccamento. Di conseguenza la pianta subisce una caduta fogliare decisamente precoce.
Macchie di ticchiolatura sulle foglie

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I sintomi della ticchiolatura del melo

ticchiolatura della mela La ticchiolatura del melo può interessare le foglie, il frutto e occasionalmente anche i rami. La pagina superiore della foglia è quella che manifesta i sintomi più evidenti, attraverso macchie scure che imbruniscono sempre di più con l'avanzare dell'infezione. All'inizio della proliferazione le macchie sono di piccole dimensioni mentre in seguito si alimentano di muffa marroncina. Questo cambiamento determina anche lo stadio di avanzamento della malattia sull'albero da frutto. Le foglie giovani invece sono interessate da bolle che ne causano spaccature e lacerazioni. I rami presentano i sintomi verso la fine di giugno, caratterizzandosi da pustole rotonde che si spaccano lasciando uscire l'apparato vegetativo del fungo. Sui frutti invece compaiono macchie brune sotto forma di piccoli punti scuri con al centro una specie di polverina. Questa polverina non è altro che l'elemento riproduttivo del fungo e quindi la parte infettiva. Quando la problematica si presenta su una pianta giovane, causa malformazione e spaccature superficiali del tronco, creando ritardi nella crescita o sotto sviluppo della pianta.

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Prevenzione della ticchiolatura del melo

pianta del melo Se s'intende iniziare una coltivazione biologica e quindi priva di additivi chimici, è bene attuare alcune strategie preventive per scongiurare l'insorgere della malattia. Per prima cosa il fogliame caduto va tempestivamente eliminato. Anche se la foglia muore, il fungo mantiene vitali tutte le sue funzioni infestanti, svernando nella foglia caduta. La loro eliminazione dunque riduce il rischio di un successivo infestaggio nella stagione primaverile. Se si tratta di un frutteto, dove la raccolta del fogliame può essere difficoltosa, si può distribuire azoto come concime sulle piante, o letame. L'attività microbiologica del suolo, favorita dai concimi, degrada rapidamente le foglie infette. Nulla toglie che le foglie possano essere addirittura interrate, per ridurre i tempi di degradazione. Evitare di bagnare troppo le foglie può essere una buona azione preventiva. Basta potare la pianta per garantire la sua corretta areazione e irrigare il terreno per fornirle l'acqua necessaria. Infine, sempre rispettando la condizione climatica dell'ambiente in cui la pianta viene interrata, è consigliabile scegliere una varietà resistente agli attacchi patogeni.


Ticchiolatura del Melo: Cura chimica della ticchiolatura del melo

frutteto Se nonostante tutte le precauzioni attuate l'albero da frutto presenta segni evidenti di questa patologia, è possibile intervenire per mezzo di prodotti chimici disinfestanti. In genere la somministrazione dei prodotti inizia in autunno fino a alla fine di giugno quando l'umidità permette la massima proliferazione delle spore. Se i sintomi si verificano su foglie e frutti è bene continuare il trattamento fino alla raccolta. I trattamenti possono essere somministrati secondo cadenze fisse, e quindi ogni 6-7giorni, oppure con cadenze biologiche, in seguito cioè alle piogge ritenute infestanti (quelle che superano i 10 mm di acqua). La cadenza biologica viene ritenuta migliore perché riduce la quantità di prodotto chimico fornito alla pianta. Tuttavia, trattandosi di circa 15-20 trattamenti per stagione, l'investimento economico non è di poco conto. Inoltre alcune specie di fungo hanno sviluppato mutamenti in grado di resistere ad alcuni dei trattamenti in oggetto neutralizzandone l'efficacia.


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