Miglio

Il Miglio: Panicum miliaceum

Il miglio è un cereale minore, di cui si stanno riscoprendo pregi e virtù, per questo motivo, nonostante la sua produzione fosse ormai marginale (visto che veniva utilizzato quasi solo esclusivamente come mangime per i piccoli uccelli), sta venendo ora riscoperto e in alcune zone italiane viene coltivato nel periodo estivo in maniere intensiva. Si tratta di una pianta utilizzata dall’uomo fin dall’antichità; i panicum miliaceum ha origini asiatiche, e si hanno testimonianze della sua coltivazione in Europa già dall’epoca romana, in qui veniva utilizzato come cereale, in particolar modo per preparare una sorta di polenta.

Le piante di miglio sono alte circa 1006150 cm, sono graminacee, con l’aspetto di sottili canne, che presentano fogliame nastriforme, lungo, papiraceo; verso la fine dell’estate, all’apice di ogni fusto, si sviluppa una spiga ingrossata, che contiene migliaia di piccoli frutti duri; una volta decorticati i frutti di miglio presentano al loro interno due minuscoli semi duri, di colore giallastro. Questi semi si possono consumare interi, previa bollitura o cottura a vapore; oppure si macinano per preparare una sottile farina, con cui preparare una polenta morbida, o con cui si prepara il pane, ma solo in miscela con farina di altri cereali, in quanto il miglio non contiene glutine.

Oltre che dalle piante di Panicum, il miglio viene prodotto anche utilizzando i semi di un’altra pianta, chiamata Setaria, che produce semi quasi identici e dal sapore quasi uguale a quelli del Panicum.

Miglio

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Coltivare il Miglio

Miglio Questo cereale è stato quasi abbandonato, a favore di altri cereali, quali il mais, il frumento o l’orzo, a causa del fatto che i piccoli semi danno un raccolto decisamente minore a quello di altri cerali più diffusi. Anticamente però si preferiva il Panicum miliaceum per alcuni motivi assai semplice: questa pianta si sviluppa anche in suoli poveri e aridi, e la coltivazione, dalla semina al raccolto, dura in genere solo circa tre mesi. Ancora oggi infatti il miglio è uno dei principali cerali in alcune zone semidesertiche dell’Africa e dell’Asia.

Questo cereale infatti non ha particolari esigenze di terreno, ma si sviluppa anche in campi precedentemente incolti, sassosi o sabbiosi; sopporta assai bene la siccità, e si può ottenere un buon raccolto anche senza alcun intervento di irrigazione; Per questo motivo, il Panicum miliaceum in Italia (assieme al sorgo) viene coltivato in terreni lasciati sgombri tra due raccolti, risultando quasi come un raccolto aggiuntivo, rispetto alle comuni rotazioni agricole. Si possono vedere molti campi di miglio nelle zone caratterizzate da estati molto calde e siccitose, in appezzamenti in cui il frumento o il mais avrebbero necessitato di eccessivo apporto irriguo.

Oltre a non necessitare di acqua, il Panicum miliaceum non necessita neppure di concimazioni, e quindi, nonostante i raccolti scarsi, diviene interessante come riempitivo tra due raccolti, nel periodo estivo.

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Il Panicum miliaceum in cucina

Miglio Il miglio è un cereale minore, e le ricette antiche in cui veniva ampiamente utilizzato sono ormai state scordate in gran parte della nostra penisola; eppure, durante il medioevo, il miglio era uno dei cereali più diffusi. Per molte persone il miglio è familiare solo nella forma intera del chicco, ancora da decorticare, in quanto viene tradizionalmente utilizzato come cibo per i canarini allevati in gabbia. Il miglio alimentare somiglia poco al miglio per i canarini, in quanto viene decorticato (così come avviene all’orzo, al farro o al riso), svelando due piccoli semi tondeggianti, di colore giallo chiaro, leggermente farinosi . Per poter essere mangiato il miglio deve essere cotto, bollito o al vapore. Si prepara come il riso o l’orzo, e pur essendo di dimensioni decisamente minori, in genere necessita di una cottura legeremnte più lunga: in genere il miglio necessita di essere bollito per circa 20-25 minuti prima di essere commestibile e digeribile. Al contrario del riso o dell’orzo, il miglio non ha dell’amido all’esterno, e quindi, se lo si prepara come un risotto (forse sarebbe meglio dire un migliotto) non si ottiene una preparazione cremosa, ma i piccoli semi rimangono ben staccati. Trova impiego come contorno, ma anche nella preparazione di insalate di cereali, mescolato a verdure carni o pesce, come fosse del cous cous.

Con il miglio si prepara anche una sottile farina di colore giallo chiarissimo, con cui si prepara una polenta, utilizzata anticamente nelle regioni padane; mescolato a farina di grano si utilizza anche per preparare il pane o i dolci. La farina di miglio è soggetta ad un rapido deperimento, e quindi si usa in genere macinare il miglio al momento dell’utilizzo.


Il miglio, pregi e virtù

Miglio Il Panicum miliaceum contiene moltissime vitamine e Sali minerali, ed entra come ingrediente principale in numerosi farmaci (tradizionali ed erboristici) per migliorare la qualità della pelle, dei capelli e delle unghie; infatti contiene una buona quantità silicio, che stimola la crescita dei capelli e delle unghie.

Il consumo del miglio cotto non intacca in modo sensibile il suo contenuto in Sali minerali, e quindi tale alimento risulta assai utile nell’alimentazione degli anziani e dei bambini.

In effetti, la gran parte del miglio prodotto in Italia, che non viene utilizzata come mangime per gli uccellini, entra nella composizione di preparati, compresse, integratori, utilizzati proprio per migliorare ed accelerare la crescita dei capelli, e per curarli dallo sfibramento o dalle doppie punte.

In fitoterapia il miglio si utilizza come diuretico, per le donne incinte, contro stress, depressione e anemia.




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